MaM
Messaggio del 6 gennaio 1989:Figli miei! In questi giorni di festa avete pregato molto, però le vostre mani spesso sono rimaste vuote. Voi pregavate per le vostre piccole cose, mentre Gesù voleva darvi se stesso. Desidero che questa sera ciascuno di voi si chieda: quando nella preghiera mi sono sentito vuoto?

Beata Alexandrina Maria da Costa - Sono madre che piange lacrime di sangue


Da domenica mi sento madre della umanità, madre tenera. Verso questo amore viene contemporaneamente il dolore: do­lore causato dai disordini di questi fratelli che sento essere figli miei. Vorrei presentarmi ai governanti di tutte le nazioni per chiedere che si riconcilino gli uni con gli altri; ma vorrei una riconciliazione fatta di perdono durevole perché non avvengano più gli stessi disordini. La brama di fare questo è talvolta così grande che mi pare di volare presso di loro.­ Per ottenere questa pace, sottoporrei il mio corpo ai più grandi supplizi e sacrifici, anche se dovessi essere trascinata di nazione in nazione e fare ciò che vi è di più costoso. Vorrei prendere nelle mie mani il Cuore di Gesù e dire loro: - Guardate quanto è ferito! Sono i nostri peccati che lo feriscono così. - ... Da sabato ho una grande paura di Gesù. Da dome­nica si è aggiunta la paura di Mammina, con la quale non oso più confidarmi; e così pure aumenta la paura per le per­sone care. Desidero che il dott. Azevedo e d. Umberto ven­gano qui, ma allo stesso tempo mi tormenta il timore della loro presenza; timore che scompare per dar luogo ad una in­differenza, fino a pensare che non parlo con loro e fino a do­mandarmi se esistono o no... (diario, 6-3-1945).

Sento in me un fuoco ardente; mi brucia in tutti i sensi: tutto il mio corpo è una fornace. Ho sete di Gesù, ho fame, molta fame di anime. Vorrei inghiottire il mondo. Mi sento sempre più madre sua. Che pazzia la mia, per il mondo che è inganno, fango e immondezza! Sono madre, ma oh! che ma­dre pazza! Sono madre che piange la perdita dei suoi figli; sono madre che non può vederli in tanto disordine, in tante miserie e atrocità. Sono madre che piange lacrime di sangue che bagnano tutta l'umanità. Non posso resistere a tanto do­lore, non posso concedermi tregua: voglio salvare il mondo, voglio soffrire tutto, voglio dare per lui la vita. In un momento in cui le ansie erano insopportabili alzai a stento lo sguardo a Gesù e Gli dissi: - Gesù! Povero mon­do! Voglio salvarlo. Lasciami entrare nel tuo divino Cuore con quelli che mi sono cari; lasciami entrare con quelli che mi appartengono e si raccomandano alle mie preghiere; lascia­mi entrare con tutti i sacerdoti e i peccatori induriti; lasciami entrare con chi mi ha offesa, lasciami entrare con l'umanità intera. Nessuno rimanga fuori dal tuo Cuore, e così passi alla nostra Patria, al Cielo che Tu hai creato per tutti. Voglio amarti e lodarti con tutti, eternamente... - (diario, 8-3-1945).