Da domenica mi sento madre della umanità, madre tenera. Verso questo
amore viene contemporaneamente il dolore: dolore causato dai disordini
di questi fratelli che sento essere figli miei. Vorrei presentarmi ai
governanti di tutte le nazioni per chiedere che si riconcilino gli uni
con gli altri; ma vorrei una riconciliazione fatta di perdono durevole
perché non avvengano più gli stessi disordini. La brama di fare questo
è talvolta così grande che mi pare di volare presso di loro. Per
ottenere questa pace, sottoporrei il mio corpo ai più grandi supplizi e
sacrifici, anche se dovessi essere trascinata di nazione in nazione e
fare ciò che vi è di più costoso. Vorrei prendere nelle mie mani il
Cuore di Gesù e dire loro: - Guardate quanto è ferito! Sono i nostri
peccati che lo feriscono così. - ... Da sabato ho una grande paura di
Gesù. Da domenica si è aggiunta la paura di Mammina, con la quale non
oso più confidarmi; e così pure aumenta la paura per le persone care.
Desidero che il dott. Azevedo e d. Umberto vengano qui, ma allo stesso
tempo mi tormenta il timore della loro presenza; timore che scompare
per dar luogo ad una indifferenza, fino a pensare che non parlo con
loro e fino a domandarmi se esistono o no... (diario, 6-3-1945).
Sento in me un fuoco ardente; mi brucia in tutti i sensi: tutto il mio
corpo è una fornace. Ho sete di Gesù, ho fame, molta fame di anime.
Vorrei inghiottire il mondo. Mi sento sempre più madre sua. Che pazzia
la mia, per il mondo che è inganno, fango e immondezza! Sono madre, ma
oh! che madre pazza! Sono madre che piange la perdita dei suoi figli;
sono madre che non può vederli in tanto disordine, in tante miserie e
atrocità. Sono madre che piange lacrime di sangue che bagnano tutta
l'umanità. Non posso resistere a tanto dolore, non posso concedermi
tregua: voglio salvare il mondo, voglio soffrire tutto, voglio dare per
lui la vita. In un momento in cui le ansie erano insopportabili alzai a
stento lo sguardo a Gesù e Gli dissi: - Gesù! Povero mondo! Voglio
salvarlo. Lasciami entrare nel tuo divino Cuore con quelli che mi sono
cari; lasciami entrare con quelli che mi appartengono e si raccomandano
alle mie preghiere; lasciami entrare con tutti i sacerdoti e i
peccatori induriti; lasciami entrare con chi mi ha offesa, lasciami
entrare con l'umanità intera. Nessuno rimanga fuori dal tuo Cuore, e
così passi alla nostra Patria, al Cielo che Tu hai creato per tutti.
Voglio amarti e lodarti con tutti, eternamente... - (diario, 8-3-1945).