« ... Ho un grande debito! Ho tanto da ringraziarla: preghiere,
lettere piene di conforto, tante e tante cose!... Come la ricambierò?
Incarico Gesù e Mammina di farlo per me.
I vomiti sono cessati, ma mi sento tanto ammalata: non ho forza, né
disposizione per nulla. Mi sarebbe piaciuto farle trovare, al suo
ritorno da Lisbona, qualche mia parola, ma non l'ho potuto fare. Grazie
delle notizie che mi ha dato di Alexandrina e della persona trovata a
Fatima. Il Signore permetta che la Sua causa trionfi, a Suo onore e
gloria per il bene delle anime: è ciò che mi interessa; a me non
importa l'essere umiliata.
Dio voglia che lei, dopo la predicazione, possa venire qui, come
promette nella sua ultima lettera. Ho tanto bisogno di parlarle: mi
pare di soffocare. Povera anima mia, come è triste il mio vivere!... Il
demonio, mentre avevo la crisi di vomiti, non usò delle sue malizie, ma
chiacchierava e mi affliggeva, dicendomi che, dopo un po' di riposo, mi
avrebbe trascinata nuovamente alla vita di peccato. Le chiedo il favore
di ringraziare d. Previsano per la sua lettera; a lui e a tutti i
sacerdoti salesiani i nostri rispettosi saluti e ringraziamenti per le
preghiere. Non mi sono dimenticata di unirmi a loro nella festa di D.
Bosco... Saluti e santi ricordi a tutti i novizi e ai confratelli. Ella
potrebbe ora dispensarmi dal dettare il mio diario spirituale: faccio
un sacrificio tanto grande!... Mi lasci soffrire tutto senza dettare
più nulla... » (lettera a d. Umberto, 6-2-1945).