... Il giorno 13 [gennaio], tra le visite che io più stimo, ci fu
quella di colui che già aspettavo e che aveva lasciato un vuoto nella
mia anima. L'aspettavo, eppure lo ricevetti freddamente: tutto mi era
indifferente. Lo guardavo e talvolta mi pareva di non vederlo, come non
fosse realtà. Era un carcerato uscito dalla prigione, venuto a
visitare un cadavere che gli apparteneva. O dolore, amarezza, tenebre
spaventose! È già tardi per darmi gioia, è già tardi perché la mia
anima possa ricevere consolazione! I miei occhi parevano non vedere il
secondo padre che mi avevano rubato; cosa avverrà quando mi
restituiranno il primo? - Gesù, sono la tua vittima: il tuo amore e la
salvezza delle anime ad ogni costo, ad ogni costo! E ora soffro per la
mia freddezza, la mia indifferenza verso quella persona cui devo tanto.
Mi pare di averlo disgustato e ferito: o Gesù, tutto per tuo amore! -
Durante la notte, quasi sempre sveglia e unita a Gesù, in un mare di
dolori del corpo e dell'anima, fui assalita crudelmente dal demonio:
lottai per quasi due ore...
Udii Gesù dirmi: - Animo, figlia amata!... La tua morte dà vita alle
anime. Non ho lasciato provare a te conforto dalla visita del mio d.
Umberto né a lui di vederti consolata. Fu a profitto delle anime: fu
perché gli uomini vedano ciò che è un'anima abbracciata alla croce e
salda nell'amore di Gesù; così non interpreteranno le cose dal lato
dell'entusiasmo. Di' al mio d. Umberto il mio ringraziamento per essere
venuto a dar vita all'anima della mia sposa, della mia vittima amata...
Da' le mie grazie, benedizioni e amore a lui e a tutta la
congregazione. Egli è legato per una sola ala: gli è stato impedito
solo per metà di volare. Per questo dispenso benedizioni e grazie a
tutta la congregazione... Voglio che ti sostenga, dal momento che non
lo può fare colui che lo desidera, il tuo p. Pinho, cui hanno impedito
ogni volo e, non soddisfatti, lo attaccano da ogni lato. - ...
(diario, 16-1-1945).