Passa un giorno, passa un anno, ne passa un altro ed ogni volta mi
trovo con sofferenze sempre maggiori. Non so come si possa soffrire
così, come si possa resistere a tanto. Non voglio dirlo, che soffro,
perché non sono io a soffrire: è Gesù che soffre in me. La mia anima
lasciò la terra, ma continua a sentire il dolore: si sente dilacerata,
distrutta...
Mio Dio, quanto costa questa separazione dell'anima dal corpo! Quanto
costa non aver vita e sentire il dolore! Tutto fugge da me: non sento
la presenza dello Spirito Santo; non sento amore per Gesù. Di tanto in
tanto ho nostalgie di amarlo: sono ansie; è un amore che nasce per
morire subito, è un fuoco che distrugge, ma è smorzato: non si vede
segno di fiamme. O dolore che uccidi l'amore! O dolore, di chi sei tu e
per chi soffri?
- Gesù, sono sulla cima del calvario, inchiodata sulla croce. Non
cessano il mio terrore ed il mio grido. Povera me! Ma non è udito: è
soffocato dal fischio dei venti, dalla furia delle tempeste che non
cessano, che continuano sempre. È soffocato dalle urla della umanità
rivoltata contro di me. Dall'alto della croce non posso alzare gli
occhi a Te, o Gesù. Ho vergogna, mi pare di non essere neppure udita da
Te... - Nello scoramento giunsi a chiedere al mio medico se potevo
fuggire ove nulla più si sapesse di me.
- Mio Gesù, vorrei andarmene, ma non per fuggire al dolore, Tu lo sai
bene, ma per essere dimenticata, per non essere di inciampo alle anime,
per non causare turbamenti, come afferma qualcuno. Non chiedo vendetta
per chi mi fa soffrire. Desidero per loro quello che desidero per me:
abbondanza di grazie e l'Amore sommo. Non sono parole uscite solo
dalle mie labbra, ma mi escono dal cuore e dell'anima... O Gesù, non ho
mai cercato di ingannare qualcuno. Né mi passò per la mente di fare il
bene per riuscire gradita alle creature e passare per buona. Mai ebbi
la tentazione di ingannare Te, mio Gesù. So che sarebbe impossibile;
ma Tu lo sai che io non l'ho pensato, che non voglio figurare per ciò
che non sono. Per tua grazia conosco la mia miseria; sono cattiva per
colpa mia, solo per mia colpa; e per tua misericordia confesso
umilmente di esserlo. Neppure ho pensato di servirmi di Te per
rimediare ai miei mali, né a quelli dei miei ma soltanto per implorare
il tuo soccorso e confidare sempre nel tuo rimedio...
Potessi, o Gesù, scendere dal mio letto, passare la notte sul duro
pavimento per fare penitenza ed implorare le tue divine grazie per
tutti quelli che soffrono per causa mia! Soffrissi almeno sola! Mi
costa tanto che soffrano coloro che mi sono cari, e coloro cui tanto
devo per quanto hanno fatto per me... - (diario, 30-11-1944)
Da Me scelta per ricordare ai mondo ciò che Cristo ha sofferto (Momenti della Passione)
... All'aurora mi sentivo in prigione: triste, stanca, piena di paura e di vergogna.
Più tardi, mani legate e testa sofferente e sanguinante perle ferite
delle spine, mi pareva di essere condotta a percorrere strade. Una
moltitudine di curiosi mi guardava: gli uni con compassione, gli altri
con disprezzo. Udivo il tumulto del popolo: chiasso enorme! Mi sentivo
sola. Guardai a Gesù crocifisso: mi pensai abbracciata alla croce e
gli dissi: - Mio Gesù, che importa se tutti mi abbandonano, se mi resti
Tu? Se Ti possiedo e Tu stai con me, non sono sola. - Nel pomeriggio mi
sentivo sulla croce: l'anima inchiodata con il corpo, ambedue nello
stesso dolore. L'anima elevava lo sguardo al cielo: nulla vedeva se non
dolore e morte, nulla poteva dire a Gesù. Venne Lui, venne pieno
d'amore: - Vieni, figlia mia, pazza di dolore e di amore, vieni verso
di Me. È dolore che salva le anime, è pazzia di amore per Me. Se il
mondo conoscesse questa vita di amore, questa unione coniugale di Gesù
con l'anima vergine, con l'anima che sceglie per sua sposa! La ignora
e, siccome la ignora, la calunnia, la disprezza, la perseguita. O mia
colomba bella, tu sei sposa e sei madre; madre che non cessa di essere
vergine. Sei madre dei peccatori: sono figli del tuo dolore, figli del
tuo sangue che stai perdendo goccia a goccia, figli del tuo amore. Dal
cielo, figlia mia, udirai sovente molti peccatori chiamarti dalla terra
ed acclamarti col dolce nome di madre. Ti acclameranno così coloro che
si vedranno liberi dalle mani del demonio e riconosceranno di essere
stati liberati da te, avvicinandosi così al mio Cuore divino. Grande
amore, beato dolore!... - Mio Gesù, mio Gesù, quanto resto vergognosa e
confusa! Se io potessi occultare tutto questo! Se fosse solo fra Te e
me! Mi confonde sentire questo e vedere la mia miseria! - Già lo sai
che ho bisogno della tua miseria per nascondere in te le mie
grandezze. Scrivi tutto, scrivi, figlia mia. Se ciò che dico rimanesse
occulto, nulla gioverebbe per il mondo. Madre dei peccatori, nuova
corredentrice, salvali. Non vi fu mai né tornerà ad esserci una vittima
immolata sotto questa forma, perché mai vi fu tanta necessità come
oggi; mai il mondo ha peccato così. Diciannove secoli sono trascorsi da
quando lo venni sulla terra e dovetti ancora oggi suscitare una nuova
anima corredentrice scelta da Me per ricordare al mondo ciò che Cristo
ha sofferto, ciò che è il dolore, cioè che è l'amore e la pazzia per le
anime. Sei la nuova corredentrice che vieni a salvarle, sei la nuova
corredentrice che incendia nella umanità l'amore di Gesù. Nuova
corredentrice che sarà ricordata fino a quando il mondo esisterà.
Figlia mia, sei libro nel quale sono scritte con dolore e con sangue, a
lettere d'oro, tutte le scienze divine! Coraggio, amata, non temere le
tempeste, non temere il rimbombo del tuono annunziatore della nube che
fa piovere grazie, amore e manna celeste. Saziati, figlia mia: è di
amore e di manna che tu vivi. Saziati per distribuire alle anime. -
Grazie, o mio Gesù! - Mi sentii immersa nell'amore di Gesù con tale
intensità che, terminato il colloquio, pensavo di non sopportare il
fuoco che mi divorava il cuore... (diario, 1-12-1944, venerdì).
Notte di dolore, notte di tenebre. Venne il demonio... Mi apparve sotto
forma di un serpente spaventoso: era della grossezza di una persona,
coperto di squame lunghe e schifose. Si arrotolava in modo da sembrare
non uno ma una montagna di serpenti. Ne restai sbigottita... - Sei
condannata all'inferno: di' che vuoi il piacere, di' che vuoi peccare.
O desisti dalla tua offerta di vittima o schiaccio questo tuo corpo e
ti inghiotto. - Così dicendo faceva una mossa come per inghiottirmi.
Nei momenti più disperati invocai l'aiuto del Cielo... Come Gesù vigila
e difende chi non vuole offenderlo! Fui liberata... Nonostante la notte
fosse luminosa, io rimasi nella più grande oscurità e in una tristezza
di morte... Al mattino, dopo la Comunione, Gesù mi parlò con la sua
consueta dolcezza: - Figlia mia, colomba amata, bianco giglio, vieni e
ascoltami. Lo sposo che ama è fedele, confida alla sposa i suoi dolori
e dispiaceri. Guardami, sono triste! È molto ferito il mio divin Cuore.
I peccatori non desistono dai loro crimini. Mi offendono sempre più con
disonestà ed impurità. Il piacere, la carne, la maledetta carne! Anche
dai sacerdoti sono tanto offeso... Fanno strage, scandalizzano tanto!
Coraggio! Dammi riparazione con i combattimenti contro il demonio... Il
dolore è figlio dell'amore. È con dolore e amore che dai vita ai figli
miei. Questo dolore e questo amore potevano essere partecipati soltanto
da una vittima, cui fu dato di compiere sulla terra la missione più
alta e sublime. Gli amici della mia causa portano nelle loro mani il
labaro del trionfo e della regalità divina. Coraggio, figlia mia. E’
Gesù che te lo chiede: coraggio! Ti rendo simile a Me. Anch'io fui
perseguitato. In tutti i tempi la mia Chiesa e ciò che è mio furono
oggetto di persecuzione. Come non deve esserlo ora la mia causa più
ricca, la missione più difficile? Coraggio, amata! È la rabbia di
Satana. -
Venne poi alla mia destra Mammina. Mi chiese di aver coraggio in nome
del suo Figlio divino: - Animo, animo, figlia mia! Te lo chiedo in nome
del mio amore e in nome del tuo e mio Gesù! Accetta, soffri tutto.
Consola il suo Cuore ferito dai peccati del mondo.
E ora vengo a confermare le parole del mio divin Figlio. Sei regina dei
peccatori, sei regina del mondo. Accetta il mio santissimo manto, è
tuo; rappresentami. Avvolgi in esso, colloca attorno a te coloro che
ti sono più cari e che più da vicino partecipano al tuo dolore.
Prendendosi cura della causa del mio Gesù, sono cari al tuo cuore, al
mio e al Cuore del mio Figlio benedetto. Coloro che abbiamo associato
alla tua sofferenza sono quelli che più da vicino vogliamo purificare e
santificare. Colloca poi attorno a te tutti i peccatori. Puoi coprire
con il mio manto il mondo intero. Basta per tutti. Accetta la mia
corona. Sei incoronata da Me. Sei regina! - Mio Dio, che vergogna! Come
ero piccola, meschina, di fronte a Mammina!... (diario, 2-12-1944).