Il demonio è bugiardo, ma questa volta non lo fu. Ieri, con parole
sporche, mi ordinava di prepararmi per la notte. E fu di parola. Non so
con precisione, ma forse tra le 22 e le 23, venne con tutta la furia e
la malizia infernali. Non ci posso ripensare. Che orrore! Lottai per
molto tempo. Il mio tormento fu che mi pareva ottenesse da me che
dicessi: - Non voglio Gesù; non voglio Maria; non voglio il Cielo. Li
odio! Volto loro le spalle! Voglio il piacere, voglio godere. - Io non
lo posso giurare, ma mi pare di non aver detto nulla di questo. Solo di
tanto in tanto potevo chiamare Gesù e Mammina, offrendomi vittima. Nei
momenti in cui mi pareva di peccare senza altra possibilità, stringevo
come potevo nella mia mano il Crocifisso e la Madonnina, dicendo loro:
- Amare, sì! Peccare, no! - Fu tale l'afflizione del mio cuore che per
molto tempo credetti di morire.
Mi ricordavo poi delle promesse di Gesù e mi rianimavo. Io voglio il
Cielo, ma voglio una morte di amore. Non voglio morire nelle mani di
satana. Mi vedevo su un abisso orribile. Tra le tenebre dell'abisso
spuntavano ganci uncinati, ben visibili. Spaventatissima perché mi
pareva di cader li dentro senza via di scampo, rimasi svenuta. Il cuore
arrancava afflitto con rumorose palpitazioni: mi pareva imminente la
morte. Solo mentalmente dicevo: - O Gesù mio, se almeno non peccassi,
non mi importerebbe questa sofferenza. - Rimasi in tale prostrazione e
triste agonia: il peccato, il peccato, che preoccupazione!... Ma venne
Gesù e mi parlò: - Non pecchi, non pecchi, figlia mia! Confida, abbi
coraggio! Esigo da te questa riparazione. Hai visto quell'abisso? Con
la tua sofferenza eviti a molte anime di cadervi. In quei ganci
uncinati rimarrebbero prigioniere per sempre... -
Giorno di tutti i
santi. Nel prepararmi al mattino presto a ricevere Gesù, li ho
incaricati di amare per me Gesù, Mammina e la Trinità santissima. Nel
dubbio di avere offeso il mio Gesù, gli ho chiesto perdono dei miei
peccati ed ho pregato Mammina di chiederlo per me. Volevo fare una
Comunione molto fervorosa e santa.
Venne Gesù, ravvivò in me i desideri di un amore sempre più grande.
Assai vergognata della mia miseria, non osavo fissare in Lui il mio
sguardo né parlargli... Bramavo nascondermi sotto tutte le montagne; e
lo feci: corsi verso di esse e tutte caddero su di me. Allora potei
esclamare: - Gesù, il mio amore non ha altro fine se non di amarti.
Voglio amarti non allo scopo di apparire né di piacere alle creature. -
Continuai a chiedere l'amore di Gesù, sotto il peso schiacciante delle
tremende montagne. Volevo vivere la vita del cielo, nel pensiero di
quanto avveniva lassù in quel giorno. Volevo festeggiare i santi e
lodare il Signore con loro, ma non lo potevo. Gridavo solamente: -
Voglio amarti, Gesù! - Ma il mio grido non si faceva udire: non
echeggiava fuori, si perdeva soffocato sotto le rocce Che fare, Dio mio?
Accetto con gioia tutto quanto viene dalle tue mani benedette. Sono
tua e tutto è per Te. - Di tanto in tanto si intromettevano tra questi
desideri di amore le minacce del demonio, finché a notte arrivò
furioso. Usò tutti i mezzi e nomi brutti; trovò modo di farmi sentire
nell'anima desideri di peccare. Sono cose sue perché io non voglio
peccare. Preferisco milioni di inferni alla più lieve colpa...
(diario, 1-11-1944).