MaM
Messaggio del 31 gennaio 1985:Cari figli, oggi desidero esortarvi ad aprire il vostro cuore a Dio, come si aprono i fiori in primavera alla ricerca del sole. Io sono la vostra Mamma, e sempre desidero che siate più vicini al Padre; che egli conceda sempre ricchi doni ai vostri cuori. Grazie per aver risposto alla mia chiamata!

Beata Alexandrina Maria da Costa - Ritorno alla mia cameretta


Posta nel mio letto, per molto tempo non permisi che mi toccassero; mi sfuggivano continui gemiti per ì dolori quanto mai forti: fu effetto del viaggio. Per chi mi sono sacrificata? Per vanità forse? Povero mondo! Vanità? Perché? Che cosa siamo noi senza Dio? Chi potrebbe soffrire tanto per una grandezza terrena o per vanità del mon­do? Quaranta giorni all'ospedale! Quante umiliazioni! Aveva ragìone il dott. Azevedo quando, collocandomi durante il viag­gio di andata un fazzoletto bagnato sulla fronte, mi diceva: - Ha qualche capello bianco, ma al suo ritorno ne avrà molti dì pìù! - Avvenne proprio così: egli prevedeva quanto mi aspettava. Però è molto bello affrontare tutto per Gesù, per suo amore. « ... Fu duro il tuo penare, figliolina, fu duro il penare di tua sorellina in quella prigione ["Rifugio»]. Avanti! Fu per Gesù, fu per la salvezza di migliaia e migliaia di peccatori. Che trionfo per il Cuore di Gesù! Eccolo esaltato, eccolo glo­rificato nei suoi cari umiliati... Basta! Ora non uscirai più dalla tua cameretta... Di', figlía mia, di' al tuo caro padre spirituale, di' al tuo medico che per tutte le loro umiliazionì saranno esaltati. Gesù è loro rico­noscente per il trionfo della sua causa Gli uomini tentarono di farla cadere, ma Gesù vigilò e i suoi cari cooperarono. Tutto ciò che è di Gesù non cade: sta saldo in mezzo a tutte le tem­peste, brilla, trionfa... -

- O mio Gesù. Superai la prova per tua gloria e per sal­vare anime. Voglio essere sempre piccola agli occhi del mondo ma grande nell'amore, grande nel poter salvarti anime... - » (diario, 7-8-1943).

« ... Ho dettato come meglio ho potuto le grandi sofferenze vissute al "Rifugio", ma quello che riesco a dire è nulla al confronto di quello che ho sentito. Ho saputo sentire, ma mi so spiegare male. Sono però contenta di avere obbedito. Gesù è degno di tutto, non è vero? Il mio corpo ha subito una grande scossa; ancora oggi i dolori sono quasi insopportabili e sovente mi pare di venir meno. Ma nei momenti di tanto dolore, fissando il Cuore di Gesù, gli dico con tutto il fervore: - Cuore sacratissimo di Gesù, confido in Te, confido! » (lettera a p. Pinho, 27-9­1943).