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Messaggio del 19 febbraio 1984:«Voi dovete rispettare la religione di tutti, ma anche conservare a ogni costo la fede cattolica per voi e per i vostri figli».

Beata Alexandrina Maria da Costa - Sento che mi privano dei mio direttore

« ... Sono molto ammalata. Vorrei dire tante cose, ma non posso... Sento la mia anima e il mio corpo come su una gra­ticola con fuoco sotto e sopra: non ho per voltarmi senza es­sere bruciata... Anche il cuore ha il suo dolore... è tanto oppresso... E mi sembra che Gesù sia andato tanto lontano da la­sciarmi sola nel mondo, priva di ogni conforto. Sento come se mi privassero del mio direttore. Sarà vero? Appena può mi dica, per carità, se vi è qualcosa e se io le sono causa di sof­ferenza!... » (lettera a p. Pinho, 8-6-1940).

« ... Resto fiduciosa che lei, padre mio, mi informerà di tutto ciò che avviene, senza ingannarmi. Glielo chiedo per carità; non consenta che Säozinha mi inganni. Se le proibiranno di tornare qui, non voglio che lei soffra per questo. Accettia­mo che Gesù sprema il suo grappolo d'uva e riduca in polvere il chicco di grano! Sia consolato Lui e soffriamo noi. Intanto ci aggrapperemo subito a Gesù e a Mammina... » (lettera a p. Pinho, 12-6-1940).

« ... Soffro tanto per i dubbi di essere io, con la mia fan­tasia, a fare tutte queste cose [Passione, estasi...]. Quando verrà a tranquillizzarmi, almeno per qualche minuto? Mi pare di mo­rire sola, abbandonata. Venga a soccorrermi! Provo una desolazione tanto grande perché mi pare che mi privino del mio padre direttore. So che è stato molto am­malato, ma non mi ha spiegato nulla. Infelice chi è lontano!... » (lettera a p. Pinho, 2-8-1940).

« ... Gesù mi ha detto che la ama molto e che le ha pre­parato delle spine che la feriranno sino alla morte; che avrà sempre il suo cuore sanguinante, ma di non temere perché sarà vittorioso... » (lettera a p. Pinho, 12-11-1940).

« ... Come fu tremenda la tempesta che si scatenò nella mia anima! Mi pareva di perdere tutto: per l'anima e per il corpo. In quelle sofferenze, per alcuni momenti, giunsi a convin­cermi che mi avrebbero privata del mio padre direttore. Mio Dio, rimarrei senza luce e senza vita!... Non ho resistito ed ho dovuto piangere. Offersi le lacrime a Gesù ed aprii le braccia verso il cielo dicendo: - Mio Gesù, accetto ogni sacrificio; accetto tutto per tuo amore... Schiac­ciami, ma da' pace al mondo e salva le anime. Io voglio amarti; e se col dolore ti provo il mio amore, sono pronta a soffrire. Sostienimi, dammi forza, Gesù mio! - ... » (lettera a p. Pinho, 21-11-1940).

« ... Sento che lei soffre. Sento lo strumento con cui è ferito. Sento vivamente che quel dolore la ferirà sino alla fine. Non so dove voltarmi: tutto è dolore, dolore vivo nell'a­nima e nel corpo. Lo voglio e accetto come Gesù lo vuole... » (lettera a p. Pinho, 29-11-1940).