« ... Passa la notte, passa il giorno ed io mi alimento sempre di dolore...
Alzo lo sguardo alla cara Mammina e Le dico: - Mammina cara, accompagnami presso la croce del tuo e mio caro Gesù; lasciami soffrire con Te: voglio sentire il tuo dolore. Voglio così riparare a tanti mali. Le anime dormono nel peccato: col mio dolore le voglio risvegliare; con la mia morte le voglio risuscitare. Mammina, fa' che io sia come la Maddalena abbracciata alla croce di Gesù. Voglio piangere lacrime di sangue per me, per i miei e per i peccati di tutta l'umanità. Mammina, mi sento sovraccarica di tutti i crimini. Dammi dolore per piangerli e detestarli. Chiedi perdono per me a Gesù. Dammi amore perché io ami Gesù ed Egli possa per questo amore dimenticare ogni malvagità. -
Padre mio, sono tormentata in mille modi: ho dubbi di ogni specie. Mi tormenta il pensiero che inganno lei e tante anime. Il mio cuore è una fonte aperta: quanto più grande è il dolore, l'agonia, tanto più sangue ha da dare. Sento che attorno vi bevono un gran numero non so di che. Bevono, bevono, pare che non si sazino. Ma anch'io non sono saziata per non poter saziare; e non sono sazia perché non ho amore per amare il mio Gesù... » (lettera a p. Pinho, 6-5-1940).
« ... L'abbandono in cui Gesù lascia la mia anima, il modo con cui scende nel mio cuore (nella Comunione), senza luce né fuoco, senza darmi né ricevere amore, come se venisse morto e mi trovasse morta, mi obbliga quasi a pensare di aver avuto una vita di illusione e di falsità. Però io devo credere che Gesù vive e regna in me, che mi ama e non mi abbandona, che sono sua e vissi sempre per Lui. La mia vita ha servito a Gesù...
- Gesù, spremi bene questo grappolo fino a trarne tutto il succo... Benedirò e amerò il dolore: quando sarò in cielo non potrò soffrire più. Il dolore mi ha attratto a Te, ha creato in me lacci di tanto amore... - Amo il dolore, amo Gesù!... » (lettera a p. Pinho, 19-5-1940).