Il Signore aumentò
le sue tenerezze, ma anche il peso della mia croce. Sia però benedetto
per la grazia sua che non mi lasciò mai mancare. In quell'epoca
incominciammo a soffrire assai per la perdita dei nostri beni. E’ vero
che non sentivo più nessun attaccamento a nulla, ma soffrivo amaramente
nel vedere che quanto possedevamo non bastava a pagare i debiti di cui
mia madre si era fatta mallevadrice.
Si preferiva rimanere senza
un centesimo finché non si fosse pagato tutto. Mi mancava spesso
l'alimento conveniente: mi nutrivo soltanto di ciò che avevamo, con
danno della salute. Soffrivo in silenzio ed i familiari pensavano che
quel cibo fosse di mio gradimento; nulla chiedevo per non rattristarli.
Se mi donavano qualche buon boccone, lo cedevo a mia sorella assai
malaticcia, pensando: - Io sono incurabile, mentre lei può migliorare. -
Si giunse a mangiare la minestra senza condimento, perché non dicevamo
a nessuno le nostre ristrettezze. Versai in segreto molte lacrime,
sfogandomi con Gesù e la Mamma celeste; ma proprio queste lacrime mi
unirono di più a Gesù e a Mammina e rafforzarono la mia fiducia in Loro.
Questa situazione durò sei anni, durante i quali cercai di essere di
conforto ai miei cari. Alla mamma, che sovente singhiozzava, consigliavo
di avere fiducia in Gesù che volle essere povero. Nel mio intimo mi
rallegravo di assomigliargli. Pregavo Gesù di aiutarci e, nella
Comunione, Gli dicevo: - Tu ci hai consigliato di chiedere, di bussare
per essere ascoltati: io chiedo, io busso e sarò accontentata. Non Ti
chiedo onori, grandezze né ricchezze, ma che ci lasci almeno la nostra
piccola casa finché la mamma e la sorella vivranno in modo che Deolinda
possa raccogliere i fiori per il Tuo altare della chiesa. O Gesù, tutti i
fiori sono per Te. Gesù! Vieni in nostro soccorso! Stiamo per
affondare... Porta questa notizia lontano a chi ci possa aiutare. Non
scelgo nulla perché non so. Confido in Te! -
In casa nostra era
scomparsa la gioia e ci mancavano le cose indispensabili. Però non mi
mancò mai la conformità alla volontà di Dio; avevo fiducia cieca in Lui.
È
ben vero: la fiducia non è mai troppa... La mia preghiera fu ascoltata.
Fu da lontano, molto lontano, che una signora venne a sanare la nostra
situazione; se non la sanò del tutto, fu per causa della mia timidezza:
non dissi la somma precisa del nostro debito. Forse Gesù lo permise per
prolungare la mia sofferenza. Ci fu consegnato il necessario per
salvare la nostra casa che doveva essere messa all'asta. Ho pianto di
confusione e di gioia. Non so dire la soddisfazione dei miei quando
ebbero in mano quella somma, dopo tante e così gravi afflizioni. Sia
benedetto Gesù! Soltanto con Lui si poteva vincere.