MaM
Messaggio del 2 ottobre 2013:Cari figli, vi amo con materno amore e con materna pazienza aspetto il vostro amore e la vostra comunione. Prego affinché siate la comunità dei figli di Dio, dei miei figli. Prego affinché come comunità vi ravviviate gioiosamente nella fede e nell'amore di mio Figlio. Figli miei, vi raduno come miei apostoli e vi insegno come far conoscere agli altri l'amore di mio Figlio, come portare loro la buona novella, che è mio Figlio. Datemi i vostri cuori aperti e purificati, e io li riempirò di amore per mio Figlio. Il suo amore darà senso alla vostra vita ed io camminerò con voi. Sarò con voi fino all'incontro con il Padre Celeste. Figli miei, si salveranno solo coloro che con amore e fede camminano verso il Padre Celeste. Non abbiate paura, sono con voi! Abbiate fiducia nei vostri pastori come ne ha avuta mio Figlio quando li ha scelti, e pregate affinché abbiano la forza e l'amore per guidarvi. Vi ringrazio.

Maria Valtorta - 2 ottobre 1948

 Reazione di Gesù Ss. alle conclusioni [di] Pende. 2-10-48
   «Gesù è Luce per i retti di cuore, è tenebre per quelli che hanno fini umani nel pensiero e nel cuore. A questi il soprannaturale o l'extranaturale come il preternaturale, che in anime elette si fondono al naturale e che dovrebbe illuminarli a comprendere con intelletto soprannaturale, si muta in tenebre.
   Si muta in tenebre il segno della Luce.
   Perché anche le vessazioni demoniache, che accrescono il segno del dito di Dio nella sua asprezza di dolore presente che sarà gaudio futuro, sono testimonianza che Dio è nel tempio di un Corpo-Ostia, ed essendovi tutto si spiega: e la resistenza alle consumanti malattie, e l'aspetto, e il dono di veggenza, e la mia Parola.
   A chi è puro di cuore è dato vedere Dio ovunque è, secondo quanto ho detto sul monte alla sesta beatitudine [1].
   Agli altri non Matteo, ma Giovanni risponde: "La Luce splende fra le tenebre, ma le tenebre non l'accolgono". Almeno però dovrebbero, poiché sono "tenebre", ammettere l'esistenza e il potere della Tenebra.
 Ma non credono a Satana e alle sue azioni di odio sui miei strumenti, e le membra legate anche da esso - dico anche perché in verità qui è Satana ad aggravare ciò che un uomo-satana provocò per primo, e lo si consideri bene - e le membra legate dal Torturatore di chi mi ama scambiano per pazzia. No, che in verità non è!
   Come possono credere in Me, in Dio, se negano Lucifero che fu il primo e il più bello degli spiriti da Dio creati?
   Chi dunque è il Male?
   Costui dice di credere in Dio, ma in verità non crede, perché levando Satana dalla sua fede mutila per metà la fede, la verità, la sapienza.
   Egli, che si affanna - oh! lo scienziato umano che vuol aprire le ali ai voli nel regno della Sapienza soprannaturale! - egli si affanna a voler comprendere e spiegare la Colpa e le conseguenze e le tare degli individui, frutto ancora della colpa. Ma come può, se nega che Satana possa vessare?
   E non legò le perfezioni di Eva per farla schiava? Il perfetto volere, intelligere, amare di Eva non furono legati, vessati da esso per farla colpevole? E se lo poté ui senza colpa, e nelle immediate vicinanze di Dio - ché Dio amava passeggiare nell'Eden presso i due Innocenti - non potrà opprimere, aggravando, servendosi delle malattie create da un malvagio, una mia amata, in odio speciale a Satana perché amata mia?                  
   Ma per costui, non puro di cuore, così è. Quello che doveva illuminarlo gli si è mutato in tenebra perché vuole giudicare con superbo giudizio umano ciò che è soprumano.
   A costui, e a tutti coloro che, medici dei corpi o degli spiriti, giudicano come lui, e profanamente penetrano in un mio tempio vivo, ha già dato anticipata risposta il Padre mio Divinissimo nel novembre del passato anno.
   Rileggi a Padre Corrado quel dettato, perché veda e creda che Noi, i Tre che sono Uno, non attendiamo a preavvisare il portavoce mentre la subdola azione si compie, ma molto, molto prima, perché non ci è ignoto ogni pensiero d'uomo, anche se pensiero ancora lontano nel futuro».

 

   1 Mt 5, 8 Gv 1, 5