MaM
Messaggio del 24 maggio 1984:Cari figli, ve l'ho già detto che vi ho scelti in modo particolare, così come siete. Io sono la Madonna che vi ama tutti. In ogni istante, quando avete delle difficoltà, non abbiate paura, poiché io vi amo anche quando siete lontani da me e dal mio Figlio. Vi prego, non permette che il mio cuore pianga lacrime di sangue per le anime che si perdono nel peccato. Perciò, cari figli, pregate, pregate, pregate! Grazie per aver risposto alla mia chiamata!

Maria Valtorta - 29 luglio 1948

   Le anime amanti e i cigni. Dice Gesù, e mi consola:

   «Hai mai visto i cigni su un limpido specchio d'acqua? Vanno, e pare che neppure la turbino nel solcarla tanto è pacifico il loro andare. Non vogliono però che acque pulite, perché la loro bella piuma non si insozzi. Vanno e sembra cerchino le zone baciate dal sole a preferenza di tutte le altre. Là giunti, si fermano. Sono immobili come sculture posate su uno specchio verdazzurro. Sembra che contemplino la bellezza del firmamento che si rispecchia nell'acqua o che si empiano la piuma di sole per farla più candida e forte.

   Ma non c'è solo la contemplazione e l'amore, per il firmamento e per il sole, per i candidi cigni. Anche la fame ha i suoi stimoli e li spinge a cercare cibo, perché è della creatura il doversi nutrire per vivere. Immergono allora il becco e il lungo collo entro l'acque e frugano nel fondo melmoso, afferrano la preda e fuggono per sfuggire all'acqua che si intorbida per la ricerca del cibo. Vanno in cerca di nuove zone limpide e solari dove contemplare firmamento e sole, e prima di andarvi si sciacquano il becco e il capo perché fango non resti a velare la pupilla e a lasciar sapore di fango, sul palato.

   Così fanno e poi, quando il misterioso appello dell'istinto li chiama ad altri paesi, aprono le grandi ali, si sollevano nell'aria e puntano diritto verso la meta. Talora l'insidia li colpisce per via, ma se la violenza non li abbatte alla meta essi vanno.
   Anche le anime amanti sono come i cigni.

   Navigano sulle limpide e placide acque dell'amore, e vanno pacifiche perché chi è con Dio è in pace. Vanno e sempre cercano di porsi sotto il diretto raggio del loro Sole che li fortifica. Non contemplano che il Cielo e quello vedono riflesso anche sulle cose di quaggiù, perché il loro amore fa vedere il loro Dio in ogni cosa e creatura.

   Non vogliono acque melmose, sfuggono gli intrichi di liane dove s'annidano animali lubrici (sensualità). Ma sono ancor creature e devono mordere ancora il fango per nutrire il fango (la carne) e talora può loro accadere di mordere a cibi troppo fangosi o nutrirsi troppo. Ma se anche l'umanità li obbliga a tuffare il capo nel fondo melmoso (contatti col prossimo, contrasti, affetti, inimicizie) perdendo per qualche istante di vista il Cielo, se il fango intorbida la loro vista e così par loro offuscato il Sole, se l'acre sapore del fango resta sul palato ed eccita improvvisi appetiti strani, o reazioni di nausea, non si sconfidano. Imitano il cigno. Si sciacquano dal fango, si purificano, cercano nuove acque limpide, cercano nuovamente il loro Sole. Sopportano l'umanità propria e altrui nei suoi inevitabili lacci e veli. E poi? Oh! e poi pacifici e mondi si fissano di nuovo nella contemplazione del Cielo sotto il raggio del loro bel Sole.

   E quando il misterioso appello dei Cieli chiama il loro spirito alla perfetta pace, si staccano da tutto che Dio non sia e aprono le ali salendo. E se l'insidia di chi li ha a noia, perché la loro esistenza è richiamo e rimprovero, potenti anche se muti, a quelli che son carne, sangue, ventre, fango, tenebre e sordità, li colpisce con la rete o con l'arma per rallentarne il volo, sono più fortunati dei cigni. Perché Io li raccolgo e li medico, li libero perché mi servano, mi diano gioia, mi amino ancora...

   Oh! i bianchi cigni, le bianche anime amanti, sparse a farmi gradevole questo mondo dove è troppo fermento di fangosa, velenosa, putente umanità, anzi: animalità, come li amo, come li cerco, come li benedico!

   Non si sconfidino se l'umanità li costringe ancora a mordere il fango per il fango, a sentire il sapore della melma sulle labbra che sanno il sapore del mio bacio. Sopportino e si sopportino. Pensino che Io ho detto che ciò che entra dalla bocca non contamina l'uomo, ma è quel che è nel cuore che lo contamina. E nel loro cuore non può entrare contaminazione perché pieno è il loro cuore di Me. Sarà un rigurgito, sarà una nausea, sarà un tossico... La Terra è luogo di pena, esilio e veleno. Ma le acque dell'amore coprono il fondo melmoso e detergono.

   Bevete le mie acque, dolci cigni dell'amore, e non temete.

   E se l'odio vi uccide, non perite voi, là al suolo, come i cigni colpiti dai cacciatori. Ma anzi più rapido si fa il vostro venire là dove il misterioso appello dei Cieli vi chiama. Più rapido e assoluto. E dalle acque dell'amore, placide e limpide, che vi rispecchiano il Cielo, dal bacio del raggio divino passate alle acque dei fiumi eterni, all'abbraccio dell'eterno Sole, né più violenza d'uomini vi impedirà la contemplazione e il venire, né umanità intorbiderà visione e darà nausea più.

   Sopporta. Questo fango ti farà sentire più dolce il sapore di quel convito eterno in cui chi amò si sposa all'amore e siede con lo Sposo, né tempo né odio lo separano da Lui.
   Sopporta, sopporta!».