Dice Gesù:
«Tredici anni or sono Io ti sigillavo sotto il peso dell'infermità, spezzando parola e attività. Hai dovuto per anni salvare col dolore. Poi ti ho fatta fontana per salvare con la Parola. Ti ho fatta "portavoce". Oggi, mia violetta nascosta, ti autorizzo a disporre delle cose udite e vedute. Con prudenza, senza avarizia, con santità e per santo fine.
Era mio chiaro e fermo desiderio che nessuno potesse attingere alla cisterna [1], nella quale si riversa la mia Parola attraverso te, se prima essa non era completamente empita. Ma posto che si è voluto attingerne a stille – e in verità ciò non mi è molto piaciuto perché imprudente e sminuente l'opera – è stolto che si soffochi ogni respiro alla polla originaria quando poi l'acqua che essa getta non è raccolta in serbatoi per essere usata a tempo debito e con le dovute cautele e tutele, acciò non sia inquinata da elementi estranei, o carpita, o altro, ma è suddivisa e sparsa in mille rivoletti, perdendo la sua imponente bellezza, sperdendosi nell'aridume profano di un deserto più o meno razionalista e incredulo, servendo anche a manovre di spiriti derisori e ostili.
Perciò, piccolo Giovanni, quando vedrai che il mio verbo può divenire "balsamo" e salvazione, da' il mio verbo. Non avere paura. Vedrai con chiarezza a chi è bene darlo. Ti illumina la Luce.
E prega tanto, tanto, tanto per i sacerdoti che in queste feste saliranno all'altare per la prima volta. Che il loro sia un vero Natale. Una nascita al Cristo, col Cristo e per il Cristo. Ce ne è bisogno. Avere dei sacerdoti santi non impedirà di avere guerre e stragi. Ma almeno farà sì che non moriate tutti imbestiati come state principiando. Dovrei, oh! che in verità dovrei ripetere l'atto [2] della cacciata dal Tempio dei profanatori! Sono disgustato profondamente. Violetta della Croce, prega per i ministri del tuo Gesù…
Va' in pace, anima mia, mia crocifissa, mia voce, mia figlia, mia gioia…»
E mi prende con le sue lunghe mani il viso, chinandosi su me fino a sfiorarmi coi capelli la fronte e a respirarmi in volto.
1 cisterna, come in una parabola del 21 giugno 1943.
2 l'atto riferito in Matteo 21, 12-13; Marco 11, 15-17; Luca 19, 45-46; Giovanni 2, 14-17.