MaM
Messaggio del 6 luglio 1997:Durante un ritiro di sacerdoti: Sia lodato Gesù Cristo, miei cari figli! Quando vi vedo qui sono piena di gioia. Vi benedico con la mia benedizione materna. Il rinnovamento spirituale che qui avete iniziato continui nelle vostre parrocchie. Cari figli, non stancatevi di invitare tutti alla preghiera. La Madre pregherà suo Figlio per voi. Perciò pregate, pregate, pregate! Andate nella pace di Dio!

Maria Valtorta - 31 maggio 1945

 Corpus Domini   

Per Suor G. [1]… dice Gesù:
   «A Gabriella di mia Madre pace e benedizione. Fa' che il cuore sempre più si dilati, non solo per la croce della malattia quanto per la sua completa apertura a Me. L'invasione del­l'Amore è tormentosa perché l'Amore non è dolcezza soltanto, è ciò che fu quando fu Carne: Dolore. Io sono morto per trentatré anni della dolorosa dolcezza di fare la volontà di Dio. L'Amore è cauterio che brucia per guarire lo spirito dall'umanità che, come proliferante malattia, cerca sempre di risorgere e insediarsi in altri punti per guastare. Io distruggo per creare. Ma quando tutti i lacci dell'umanità sono distrutti, l'anima, fino dalla Terra, gode della libertà superiore e beata degli angeli.»
          
   E poi… proprio presa per le orecchie come una scolara negligente, sono obbligata a scrivere quanto segue per la Sig.ra A. P. che direttamente non mi aveva mai chiesto nulla.

   Dice Gesù:
   «Per la tua prudenza meriti la parola che desideri e non chiedi. Ti sia data, e con essa pace e benedizione. Abbi, a conforto dei tuoi ultimi anni, questa certezza: fra tutti quelli che tu hai avvicinato per rapporti di sangue, di affetto, di amicizia, di carità di prossimo, non ve ne è uno che ti possa rimproverare di avere nuociuto all'anima sua. Pochi possono sentirsi dire così. Persevera fino al principio in Me. Ritroverai chi amasti in uno con Dio. Pace e benedizione, e sii ilare per il mio amore.»
      
   Erano quattro giorni che mi diceva Gesù: "Scrivi". Ma è così… poco conforme ai miei sentimenti farmi il distributore di queste cose che io, pur giubilando per la signora mia amica, non scrivevo. Dicevo: "E quando ho scritto? Resta là, perché io non glielo do certo. Allora tanto fa non scrivere".
   Questa mattina mi sono preso un bel rimprovero in cui era detto:
   «Quando Io ti ho consigliato di fare un'eccezione per quest'a­-
 ni­ma ed a chiamarla a te, è perché Io vedo i cuori e le necessità. Ti ricordo il Vangelo. Vi si legge: "Guai ai soli" [2]. Tu sei troppo sola ancora. Hai la tutela sacerdotale, ed è moltissimo. Serve a mettere un sigillo di sicurezza sulla tua missione. Ma intorno a te hai tanti che non sono santi. E hai bisogno di amici, come Io ne avevo. Come ho scelto i miei scelgo i tuoi, perché tu li abbia. Ora, se a questa persona che sa esattamente tutto e che sa tacere – una virtù rarissima – se a questa persona che (avrebbe potuto averlo e non lo ha avuto) che non ha avuto risentimento e non te l'ha fatto pesare ed è tornata non appena tu le hai detto: "Venga", se a questa persona che ha un "grande" desiderio in cuore e lo vorrebbe soddisfatto per andare più serena, nella sua solitudine, incontro al "grande passo", Io voglio dare un premio, perché ti rifiuti? Ti ho detto molti mesi fa [3] che eri punita per aver dato retta più agli altri che al tuo Direttore che parlava in mio Nome. Vuoi tornare da capo? Non ti basta la punizione? Non sai che fra "gli altri" che parlano all'opposto di Me c'è anche il tuo io? Ci può essere, e c'è tutte le volte che tu ti impunti. Perciò scrivi e parla poi a P. M. Ubbidisci prima a Me, poi a lui. E sii soprannaturalmente caritatevole a questa amica che ti ho riportata per il tuo bene.»
 
   
   1 Suor G. è Suor Gabriella, presentata in nota al 10 gennaio 1945; la Sig.ra A.P., che figura al capoverso successivo, è Angelina Panigadi, amica della scrittrice fin dall'infanzia.
           
   2 Guai ai soli è detto in Qoèlet 4, 10, che è un libro dell'Antico Testamento. Perciò il termine Vangelo deve qui intendersi in senso lato.
           
   3 molti mesi fa, il 29 giugno 1944.