Dice Gesù:
«Scrivi questo solo.
Giorni or sono dicesti che muori col desiderio inappagato di vedere i Luoghi Santi. Tu li vedi e come erano quando Io li santificavo con la mia presenza. Ora, dopo venti secoli di profanazioni venute da odio o da amore, non sono più come erano. Perciò pensa che tu li vedi e chi va in Palestina non li vede. E non te ne rammaricare.
Seconda cosa: ti lamenti che anche quei libri che parlano di Me ti sembrano senza più sapore mentre prima li amavi tanto. Anche questo ti viene dalla tua attuale condizione. Come vuoi che ti paiano più perfetti i lavori umani quando tu conosci la verità dei fatti per opera mia? È quello che avviene delle traduzioni anche buone. Mutilano sempre il vigore della frase originale. Le descrizioni umane, sia dei luoghi come dei fatti e dei sentimenti, sono “traduzioni” e perciò sempre incomplete, inesatte, se non nelle parole e nei fatti, nei sentimenti. Specie ora che il razionalismo ha tanto sterilito. Perciò, quando uno è portato da Me a vedere e a conoscere, ogni altra descrizione è fredda e lascia insaziati e disgustati.
Terzo: è venerdì. Voglio tu riviva il “mio” soffrire. Voglio questo da te, oggi. Che tu lo riviva nel pensiero e nella carne.
Basta. Soffri con pace e con amore. Ti benedico.»