Stamattina per tempo poi da se stesso mi ha svegliata e mi ha detto che
oggi avrò risposta. « In che modo? », ho dimandato. « E lo vedrai », mi
ha detto ridendo.
Per tutto oggi sono stata senza nessuna tentazione; verso sera me n'è
sopraggiunta una all'improvviso, nella maniera più brutta. E qui non
credo bene di narrare, perché troppo...
Chi mai si sarebbe immaginato che la mia cara Mamma venisse a vedermi?
Neppure ci pensavo, perché la mia cattiva condotta credevo che non
glielo permettesse; pure di me ebbe compassione, e in breve tempo mi
sentii un raccoglimento interno; all'interno successe come spesse
volte, il capo se ne partì. Mi trovai (mi parve) con la Mamma
Addolorata. Che felicità in quei momenti! Quanto è caro poter proferire
il nome di mamma! Che dolcezza sentii nel cuore in quegli istanti! Lo
spieghi chi può. Mi parve, dopo qualche momento di commozione, che mi
prendesse in grembo e mi facesse posare il capo sulla sua spalla, che
mi fece tenere per un po' di tempo. Il mio cuore in quel momento era
appieno felice e contento: altro [non] aveva da desiderare.
«Non ami che me?», mi dimandava di quando in quando. «O no! », gli
rispondevo. «Prima di te amo un'altra persona ». « E chi è? », fingendo
di non saperlo mi dimandava.
È una persona a me tanto cara, più di ogni
altra cosa; l'amo tanto, che darei la vita anche in quest'istante; per
lui non curo più neppure il corpo ». « Ma dimmi chi è », impaziente mi
dimandava. «Se tu fossi venuta ieri l'altro sera, l'avresti veduto
starsene con me. Vedi, però lui viene così di rado da me, io invece da
lui vado ogni giorno, e più volte ancora andrei, se potessi. Ma sai,
Mamma mia», ripigliavo, «perché fa così? Perché vuole stare a vedere se
così lontano io fossi capace di non amarlo più; ma invece quanto più è
lontano, tanto più mi sento trasporto maggiore con lui ». Mi ripeteva:
« Dimmi chi è ». « No, non te lo dico », soggiungevo. « Tu vedessi,
Mamma mia: ti somiglia te per bellezza, i tuoi capelli hanno il colore
dei suoi». E la Mamma mia mi pareva che accarezzandomi mi dicesse: «Ma,
figlia mia, di chi intendi parlare?». Esclamai forte: «Non mi capisci?
Intendo parlare di Gesù. Di Gesù», ripetei ancora più forte. Mi guardò
sorridendo e mi strinse fortemente a sé: «Amalo pure, amalo tanto, ma
ama lui solo ». « Non temere », gli dissi, « nessuno al mondo potrà
gustare gli affetti miei, solo Gesù».
Di nuovo mi strinse a sé, mi sembrò che mi baciasse nella fronte, e mi
svegliai e mi trovai stesa per terra, col crocifisso vicino.
Chi legge, di nuovo lo ripeto, non creda a queste cose, perché tutta
mia fantasia; mi sottometto non di meno a descrivere ogni cosa, perché
legata dall'obbedienza, altrimenti vorrei fare altro. Credo che di
giorno in giorno la ripugnanza che provo nello scrivere certe cose
infine cessi, ma si fa sempre maggiore: è una pena tale da non poter
resistere, e quasi da morirne.