Alla mattina mi ha lasciata [l'angelo custode], dopo che sono uscita di
camera. Ho fatto la santissima comunione senza saper nulla di Gesù; nel
corso della mattinata mi sentivo una voglia sì forte di piangere, che
bisognava che mi nascondessi agli sguardi degli altri per non farmene
avvedere: mi sentivo inquieta di coscienza e non sapevo a che
appigliarmi. Dio mio, che mi accingo a descrivere! Ma sarà bene,
perché, se a qualche persona capitasse nelle mani questo mio libro,
riconoscerà in me se non altro che una disobbediente e una cattiva.
Ieri, in tempo che mangiavo, alzo gli occhi e vedo l'angelo custode che
mi guardò con un viso così severo da spaventare; non parlava. Più
tardi, quando andai un momento a letto, Dio mio! Mi comandò di
guardarlo in faccia; lo guardai, abbassai quasi subito poi lo sguardo,
ma lui insisteva e disse: «Non hai vergogna di commettere mancanze in
presenza mia; dopo commesse poi la senti la vergogna!». Insisteva che
lo guardassi; per più di mezz'ora circa mi fece stare in presenza sua
sempre a guardarlo in faccia: mi lanciava certi sguardi sì severi...
Non feci che piangere. Mi raccomandavo al mio Dio, alla Mamma nostra,
affinché mi togliesse di lì, ché non potevo più a lungo resistere. Di
quando in quando mi ripeteva: «Mi vergogno di te ». Pregavo pure che
altri non lo vedessero così in quello stato, perché neppure più una
persona si sarebbe a me avvicinata; non so se altri lo videro.
Soffrii una giornata intera e, sempre quando alzavo gli occhi, mi
guardava sempre severo; non potei raccogliermi un minuto. Alla sera
pure feci le mie preghiere, e sempre stava a guardarmi nella stessa
maniera; mi lasciò andare a letto, mi benedì però; ma non mi abbandonò:
è stato per più ore con me, senza parlare e sempre severo.
Io mai non ho avuto coraggio di rivolgergli una parola, solo dicevo:
«Dio mio, che vergogna se altri vedessero il mio angelo così
arrabbiato! »
In nessun modo ieri sera non mi riusciva prender sonno; sono stata
svegliata fino alle due passate: lo so, perché ho sentito sonar
l'orologio. Stavo ferma nel letto, la mente rivolta a Dio, ma senza
pregare. Infine, dopo sonate le tre, ho veduto l'angelo custode
avvicinarsi, posarmi una mano sulla fronte, e mi ha dette queste
parole: «Dormi, cattiva! ». Non l'ho più veduto.