Nella
notte tra il 12 e il 13 giugno la pia veggente ricevette immagini
confortanti dalla vita di sant’Antonio: ‘Vidi questo caro
Santo - raccontò - dall’aspetto molto fine e nobile,
vestito bene e mi ricordava Saverio. Aveva capelli neri, un naso fine
e appuntito, occhi dolci e una piccola barbetta divisa. Il suo colore
era molto bianco e smorto e il suo vestito color marrone, indossava
anche un mantellino, non del tutto come i francescani di adesso.
Aveva un temperamento istintivo, molto rapido, pieno di fuoco ma
anche pieno di dolcezza. Vidi sant’Antonio del tutto fervido,
si trovava sulla riva del mare, dirigersi verso la boscaglia;
inoltratosi in questa salì su un albero i cui rami si espande-
vano sotto di lui. Salì da ramo a ramo fino alla cima
dell’albero, poi mi apparvero un’indescrivibile quantità
di grandi e piccoli pesci dalle più differenti forme e tutte
le specie di animali marini che erano saliti alla superficie e venuti
a galla. Essi guardavano dall’acqua tranquillamente in alto
verso il Santo e ascoltavano le sue parole. Dopo un certo tempo li
segnò con la sua mano e il mare si ritirò con loro.
Restarono molti pesci sulla terra asciutta e allora il Santo scese
dall’albero e li spinse avanti riportandoli nelle onde. Tutto
quello che succedeva nel boschetto era come avvolto nella notte,
tutto era oscuro; solo dove andava Antonio appariva luminoso. Vidi
sant’Antonio uscire nuovamente dal boschetto e andare verso il
mare. Si inginocchiò e si rivolse con la sua anima ad una
chiesa lontana, verso il Santissimo Sacramento. Allora mi apparve
questa chiesa in lontananza dove il Santissimo Sacramento era posto
in una piccola custodia sull’altare. Poi fui presa
dall’immagine di un uomo piccolo, vecchio e incurvato, con un
viso odioso, che correva dietro sant’Antonio. Aveva un cesto
intrecciato bianco, grazioso e rotondo, e ai margini intrecciato di
vimini, dal colore marrone. Il cesto era pieno di fiori ben ordinati.
L’ometto voleva darli al Santo e lo urtò, ma questi lo
sentì e non lo guardò, continuò a restare sempre
immobile in ginocchio, assorto nella preghiera e nella contemplazione
dinnanzi al Santissimo Sacramento. A questo punto il vecchio pose il
cesto a terra e andò via. Vidi uscire dal Santissimo
Sacramento un ostensorio più piccolo, avvolto da un fascio
luminoso, poi vidi formarsi da quest’ostensorio un piccolo,
luminoso e amorevole Gesù Bambino, il quale andò a
sedersi sulle spalle del Santo e prese ad accarezzarlo. Dopo un certo
tempo il Bambino rientrò nell’ostensorio, e quest’ultimo
di nuovo nel Sacramento sull’altare della chiesa lontana, che
adesso appariva vicina. Vidi il Santo andar via e restare i fiori a
terra; mi parve che egli fosse stato soltanto una volta nella città
dove si trovava quella chiesa. Poi vidi sant’Antonio trovarsi
nei pressi di una città in riva al mare, in disputa con molte
persone. Tra queste c’era un uomo particolare forte e rabbioso
che si rivolgeva contro il Santo con parole colorite. Allora vidi
Antonio calorosamente entrare in un santo fervore e muovere entrambe
le braccia sotto il suo mantelletto, come per assicurare qualcosa, e
poi passando attraverso la piazza dove ferveva la riunione, andarsene
via.
Questo luogo era un grande prato pieno di fiori e circondato da un
muro che si stagliava lungo la riva del mare davanti alla città,
dove erano molte persone che camminavano oppure ascoltavano il Santo.
Ebbi ancora un’altra immagine di Antonio: era in una chiesa e
leggeva la Messa e vidi innanzi alla chiesa una lunga via che conduce
alla porta della città tutta piena di popolo in attesa. Vidi
quell’uomo, che aveva litigato così calorosamente con
Antonio, guidare un bue grande e con lunghe corna per la città.
Il Santo appena finita la santa Messa si recò festosamente con
un Ostia consacrata alle porte della città. A questa vista, il
bue si imbestialì e fuggì via improvvisamente, e
correndo frettolosamente si diresse verso la chiesa. L’uomo gli
corse appresso seguito a sua volta da molto popolo e in questa
frenetica corsa donne e bambini si urtavano l’uno con l’altro,
ma non poterono riprendere il bue. Infine il bue si accasciò a
terra, del tutto inginocchiato, e allungò la sua gola
umilmente, prostrandosi davanti al Santissimo Sacramento, portato e
mostrato da Antonio fuori della chiesa. Il padrone voleva dargli la
biada ma il bue non si girava e non abbandonava la sua posizione.
Allora l’uomo e tutto il popolo si inginocchiarono umilmente
dinnanzi al santo Sacramento, e restarono così in adorazione.
Antonio ritornò con il Santissimo Sacramento verso la chiesa e
la moltitudine con lui, e solo adesso vidi il bue alzarsi ed essere
guidato alla porta dove gli venne offerta la biada. In un’altra
visione vidi un uomo che si lamentava con Antonio, perché
aveva preso a calci sua madre e per questo fatto voleva amputarsi la
gamba. Dopo di ciò vidi quest’uomo, con fare compunto,
venire ammonito da sant’Antonio. Il Santo gli era comparso
nello stesso momento in cui voleva eseguire il suo intento
fermandogli il braccio».
15 giugno: Mi rivolsi con la mia
preghiera al santo Sacramento e mi sentii rapita nello spirito, nella
chiesa dove veniva celebrata la festa del Corpus Domini. Nonostante
la chiesa fosse costruita nel modo antico, con le più antiche
immagini, non sembrava ancora vecchia e non era affatto logora. Mi
inginocchiai davanti all’altare maggiore. Il Sacramento non era
nell’ostensorio, bensì nel tabernacolo in un alto
bossolo con sopra una croce.
In questo bossolo rotondo c’era un supporto estraibile
diviso in tre scansie: nella prima, c’erano piccoli vasetti che
contenevano l’Olio sacro, in quella di mezzo, una pisside con
ostie consacrate, nella terza una bottiglia, come di madreperla,
forse conteneva vino. Nella chiesa si trovava una specie di chiostro
nel quale abitavano alcune donne. Da un lato, adiacente alla chiesa,
c’era una casettina, dove abitava una vergine molto devota che
si chiamava Eva. Quando apriva la finestrella della sua camera, di
solito chiusa con un paletto, Eva poteva guardare il Santissimo
Sacramento sull’altare maggiore. Questa donna coltivava una
grande devozione per il Santissimo Sacramento, ed io ho potuto
vederla personalmente. Aveva un bell’aspetto e non era del
tutto abbigliata come una monaca, piuttosto come pellegrina. Eva
certamente non era di questo luogo, di famiglia benestante, venuta da
altrove per vivere sola in devozione presso la chiesa. Vidi anche
vicino a questa città un convento sopra una montagna; non era
costruito come gli altri conventi, perché consisteva di più
case in fila, l’una dopo l’altra. Vidi in questo luogo
anche la beata suora Giuliana che ha istituito la festa del Corpus
Domini. Mi apparve, nell’abito grigio dell’Ordine, e la
vidi camminare, in grande innocenza e contemplazione in un giardino.
La vidi poi, passando innanzi ai fiori, inchinarsi accanto ad un
giglio, e immergersi nella contemplazione spirituale della
purificazione; come anche in preghiera per l’introduzione della
celebrazione del Corpus Domini. La beata era molto preoccupata e
triste perché aveva avuto una visione nella quale recatasi da
un religioso non fu accolta positivamente. Adesso in questo giardino,
durante la contemplazione, le fu mostrato un altro religioso con il
quale avrebbe potuto parlare ed essere ben accolta.
Mentre pregava vidi in lontananza un immagine del Papa in
preghiera accanto al quale stava il numero IV. Egli prendeva
risoluzioni per istituire la festa del Santissimo Sacramento nella
Chiesa. Lo faceva in seguito ad una visione e una grazia che un altro
aveva ricevuto dal Sacramento. Durante queste immagini mi vidi di
nuovo nella chiesa, davanti all’altare e al Sacramento, e vidi
da quest’ultimo spuntare un dito in un campo di splendore e poi
tutta una mano, coperta di perle, da questa mano uscì la
figura luminosa di un fanciullo. Tale apparizione si trovava adesso
di fronte a me e così mi disse: “Vedi queste perle sono
tutte qua, nessuna è andata perduta e tutte possono essere
raccolte!” I raggi di questo fanciullo illuminavano il mondo.
Allora mi inchinai per ringraziarlo e compresi, da queste immagini,
come il Santissimo Sacramento con tutte le sue grazie sia entrato
nella devozione dei fedeli». Nello stesso giorno raccontò
ancora Anna K. Eerich. Alle ore dodici vidi formarsi, sopra un
paesaggio meraviglioso, una cupola all’orizzonte: cinque larghi
fasci di luce solare salivano da cinque grandi città lontane
attraverso il cielo stellato e formavano, in alto, al centro del
meraviglioso paesaggio, una cupola, color arcobaleno sulla quale in
uno splendore indescrivibile, appariva il Santissimo Sacramento. Il
medesimo stava su un trono ed era circondato da un meraviglioso
ostensorio decorato.
Vidi intorno ai cinque archi di luce, sopra e
sotto, librarsi innumerevoli Angeli, come se tornassero da quelle
città, si incamminassero verso il Sacramento e da questo
tornassero di nuovo indietro. Mi è impossibile descrivere con
parole umane la meravigliosa celebrazione celeste e il sollievo e la
devozione provate in questa visione.