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Messaggio del 11 agosto 1983:Figlioli, non dovete vivere nell’inquietudine! La pace unisca i vostri cuori. Non dimenticate: ogni forma di turbamento viene da Satana!

Beata Anna Katharina Emmerick - Espiazioni per il Santissimo Sacramento

Nella notte tra il 12 e il 13 giugno la pia veggente ricevette immagini confortanti dalla vita di sant’Antonio: ‘Vidi questo caro Santo - raccontò - dall’aspetto molto fine e nobile, vestito bene e mi ricordava Saverio. Aveva capelli neri, un naso fine e appuntito, occhi dolci e una piccola barbetta divisa. Il suo colore era molto bianco e smorto e il suo vestito color marrone, indossava anche un mantellino, non del tutto come i francescani di adesso. Aveva un temperamento istintivo, molto rapido, pieno di fuoco ma anche pieno di dolcezza. Vidi sant’Antonio del tutto fervido, si trovava sulla riva del mare, dirigersi verso la boscaglia; inoltratosi in questa salì su un albero i cui rami si espande- vano sotto di lui. Salì da ramo a ramo fino alla cima dell’albero, poi mi apparvero un’indescrivibile quantità di grandi e piccoli pesci dalle più differenti forme e tutte le specie di animali marini che erano saliti alla superficie e venuti a galla. Essi guardavano dall’acqua tranquillamente in alto verso il Santo e ascoltavano le sue parole. Dopo un certo tempo li segnò con la sua mano e il mare si ritirò con loro. Restarono molti pesci sulla terra asciutta e allora il Santo scese dall’albero e li spinse avanti riportandoli nelle onde. Tutto quello che succedeva nel boschetto era come avvolto nella notte, tutto era oscuro; solo dove andava Antonio appariva luminoso. Vidi sant’Antonio uscire nuovamente dal boschetto e andare verso il mare. Si inginocchiò e si rivolse con la sua anima ad una chiesa lontana, verso il Santissimo Sacramento. Allora mi apparve questa chiesa in lontananza dove il Santissimo Sacramento era posto in una piccola custodia sull’altare. Poi fui presa dall’immagine di un uomo piccolo, vecchio e incurvato, con un viso odioso, che correva dietro sant’Antonio. Aveva un cesto intrecciato bianco, grazioso e rotondo, e ai margini intrecciato di vimini, dal colore marrone. Il cesto era pieno di fiori ben ordinati. L’ometto voleva darli al Santo e lo urtò, ma questi lo sentì e non lo guardò, continuò a restare sempre immobile in ginocchio, assorto nella preghiera e nella contemplazione dinnanzi al Santissimo Sacramento. A questo punto il vecchio pose il cesto a terra e andò via. Vidi uscire dal Santissimo Sacramento un ostensorio più piccolo, avvolto da un fascio luminoso, poi vidi formarsi da quest’ostensorio un piccolo, luminoso e amorevole Gesù Bambino, il quale andò a sedersi sulle spalle del Santo e prese ad accarezzarlo. Dopo un certo tempo il Bambino rientrò nell’ostensorio, e quest’ultimo di nuovo nel Sacramento sull’altare della chiesa lontana, che adesso appariva vicina. Vidi il Santo andar via e restare i fiori a terra; mi parve che egli fosse stato soltanto una volta nella città dove si trovava quella chiesa. Poi vidi sant’Antonio trovarsi nei pressi di una città in riva al mare, in disputa con molte persone. Tra queste c’era un uomo particolare forte e rabbioso che si rivolgeva contro il Santo con parole colorite. Allora vidi Antonio calorosamente entrare in un santo fervore e muovere entrambe le braccia sotto il suo mantelletto, come per assicurare qualcosa, e poi passando attraverso la piazza dove ferveva la riunione, andarsene via.

Questo luogo era un grande prato pieno di fiori e circondato da un muro che si stagliava lungo la riva del mare davanti alla città, dove erano molte persone che camminavano oppure ascoltavano il Santo. Ebbi ancora un’altra immagine di Antonio: era in una chiesa e leggeva la Messa e vidi innanzi alla chiesa una lunga via che conduce alla porta della città tutta piena di popolo in attesa. Vidi quell’uomo, che aveva litigato così calorosamente con Antonio, guidare un bue grande e con lunghe corna per la città. Il Santo appena finita la santa Messa si recò festosamente con un Ostia consacrata alle porte della città. A questa vista, il bue si imbestialì e fuggì via improvvisamente, e correndo frettolosamente si diresse verso la chiesa. L’uomo gli corse appresso seguito a sua volta da molto popolo e in questa frenetica corsa donne e bambini si urtavano l’uno con l’altro, ma non poterono riprendere il bue. Infine il bue si accasciò a terra, del tutto inginocchiato, e allungò la sua gola umilmente, prostrandosi davanti al Santissimo Sacramento, portato e mostrato da Antonio fuori della chiesa. Il padrone voleva dargli la biada ma il bue non si girava e non abbandonava la sua posizione. Allora l’uomo e tutto il popolo si inginocchiarono umilmente dinnanzi al santo Sacramento, e restarono così in adorazione. Antonio ritornò con il Santissimo Sacramento verso la chiesa e la moltitudine con lui, e solo adesso vidi il bue alzarsi ed essere guidato alla porta dove gli venne offerta la biada. In un’altra visione vidi un uomo che si lamentava con Antonio, perché aveva preso a calci sua madre e per questo fatto voleva amputarsi la gamba. Dopo di ciò vidi quest’uomo, con fare compunto, venire ammonito da sant’Antonio. Il Santo gli era comparso nello stesso momento in cui voleva eseguire il suo intento fermandogli il braccio».
15 giugno: Mi rivolsi con la mia preghiera al santo Sacramento e mi sentii rapita nello spirito, nella chiesa dove veniva celebrata la festa del Corpus Domini. Nonostante la chiesa fosse costruita nel modo antico, con le più antiche immagini, non sembrava ancora vecchia e non era affatto logora. Mi inginocchiai davanti all’altare maggiore. Il Sacramento non era nell’ostensorio, bensì nel tabernacolo in un alto bossolo con sopra una croce.

In questo bossolo rotondo c’era un supporto estraibile diviso in tre scansie: nella prima, c’erano piccoli vasetti che contenevano l’Olio sacro, in quella di mezzo, una pisside con ostie consacrate, nella terza una bottiglia, come di madreperla, forse conteneva vino. Nella chiesa si trovava una specie di chiostro nel quale abitavano alcune donne. Da un lato, adiacente alla chiesa, c’era una casettina, dove abitava una vergine molto devota che si chiamava Eva. Quando apriva la finestrella della sua camera, di solito chiusa con un paletto, Eva poteva guardare il Santissimo Sacramento sull’altare maggiore. Questa donna coltivava una grande devozione per il Santissimo Sacramento, ed io ho potuto vederla personalmente. Aveva un bell’aspetto e non era del tutto abbigliata come una monaca, piuttosto come pellegrina. Eva certamente non era di questo luogo, di famiglia benestante, venuta da altrove per vivere sola in devozione presso la chiesa. Vidi anche vicino a questa città un convento sopra una montagna; non era costruito come gli altri conventi, perché consisteva di più case in fila, l’una dopo l’altra. Vidi in questo luogo anche la beata suora Giuliana che ha istituito la festa del Corpus Domini. Mi apparve, nell’abito grigio dell’Ordine, e la vidi camminare, in grande innocenza e contemplazione in un giardino. La vidi poi, passando innanzi ai fiori, inchinarsi accanto ad un giglio, e immergersi nella contemplazione spirituale della purificazione; come anche in preghiera per l’introduzione della celebrazione del Corpus Domini. La beata era molto preoccupata e triste perché aveva avuto una visione nella quale recatasi da un religioso non fu accolta positivamente. Adesso in questo giardino, durante la contemplazione, le fu mostrato un altro religioso con il quale avrebbe potuto parlare ed essere ben accolta.

Mentre pregava vidi in lontananza un immagine del Papa in preghiera accanto al quale stava il numero IV. Egli prendeva risoluzioni per istituire la festa del Santissimo Sacramento nella Chiesa. Lo faceva in seguito ad una visione e una grazia che un altro aveva ricevuto dal Sacramento. Durante queste immagini mi vidi di nuovo nella chiesa, davanti all’altare e al Sacramento, e vidi da quest’ultimo spuntare un dito in un campo di splendore e poi tutta una mano, coperta di perle, da questa mano uscì la figura luminosa di un fanciullo. Tale apparizione si trovava adesso di fronte a me e così mi disse: “Vedi queste perle sono tutte qua, nessuna è andata perduta e tutte possono essere raccolte!” I raggi di questo fanciullo illuminavano il mondo. Allora mi inchinai per ringraziarlo e compresi, da queste immagini, come il Santissimo Sacramento con tutte le sue grazie sia entrato nella devozione dei fedeli». Nello stesso giorno raccontò ancora Anna K. Eerich. Alle ore dodici vidi formarsi, sopra un paesaggio meraviglioso, una cupola all’orizzonte: cinque larghi fasci di luce solare salivano da cinque grandi città lontane attraverso il cielo stellato e formavano, in alto, al centro del meraviglioso paesaggio, una cupola, color arcobaleno sulla quale in uno splendore indescrivibile, appariva il Santissimo Sacramento. Il medesimo stava su un trono ed era circondato da un meraviglioso ostensorio decorato.
Vidi intorno ai cinque archi di luce, sopra e sotto, librarsi innumerevoli Angeli, come se tornassero da quelle città, si incamminassero verso il Sacramento e da questo tornassero di nuovo indietro. Mi è impossibile descrivere con parole umane la meravigliosa celebrazione celeste e il sollievo e la devozione provate in questa visione.