MaM
Messaggio del 25 marzo 1991: Cari figli, anche oggi vi invito a vivere la Passione di Gesù nella preghiera e nell'unione con Lui. Decidetevi a donare più tempo a DIO che vi ha dato questi giorni di grazia. Perciò, cari figli, pregate e in modo speciale rinnovate l'amore per Gesù nei vostri cuori. Io sono con voi e vi accompagno con la Mia benedizione e le Mie preghiere. Grazie per aver risposto alla mia chiamata!

Beata Anna Katharina Emmerick - Espiazioni per il Santissimo Sacramento

Il 9 giugno “il Pellegrino” così informava: “Sebbene la trovassi in un pallore mortale e non potesse trovare tranquillità per i disturbi, non respingeva nessuno. Mi disse che i suoi patimenti erano legati a quelli di Gesù, e perciò essa doveva darsi tre giorni di riposo con il suo corpo, come Gesù nel sepolcro. Non sa se è giunta al termine dei suoi giorni. Il medico voleva frizionarla con lo spirito; il padre confessore, nonostante si aspettasse la sua morte, protestò e non se ne fece niente. Il confessore vedendo che la malata riceveva ancora molte visioni considerò che la fine non fosse così prossima. Alla fine il confessore avrebbe voluto darle forza per mezzo del suo dito consacrato; a questo pensiero, quasi come se lo avesse recepito, la pia suora alzò il capo e lo girò verso di lui.

In quest’abbandono le vennero in soccorso santa Chiara da Montefalco, Giuliana di Liegi e Antonio da Padova. La prima le apparve e le disse; «Tu hai ben coltivato il giardino del Santissimo Sacramento, e il tuo lavoro è adesso adempiuto. Adesso però sei molto strapazzata e ti devo portare un ristoro.» «Poi vidi la Santa, avvolta di luce, scendere e venire da me con un boccone triangolare, poi sparì, io mangiai quel boccone con grande sollievo, eppure sono certa che più volte l’avevo già fatto ordinariamente, aveva un sapore molto dolce e mi fu di grande ristoro. La vita mi fu di nuovo regalata; sono certa che ho ricevuto questo solo per grazia di Dio. Adesso vivo ancora e posso continuare ad amare il mio Salvatore e con Lui soffrire, ringraziarlo e glorificarlo! Vidi anche le otto aiuole che avevo coltivato nel giardino di santa Chiara in questi otto giorni, cosa che senza la grazia di Dio sarebbe stata del tutto impossibile. L’albero dei fichi significava la ricerca del conforto e la debole arrendevolezza.

Spesso avevo da fare con la vite del giardino, mi ero legata alla stessa con le braccia aperte come in croce. Scorsi anche il motivo per cui avevo lavorato negli otto giorni e quali colpe dovevo suffragare. Vidi questo simbolicamente ed in relazione ad una processione del Santissimo Sacramento, in occasione di una festa ecclesiastica, nella quale i beati celebravano i tesori delle grazie che erano stati guadagnati dalla Chiesa in quest’anno, per mezzo della devozione al Santissimo Sacramento.
Queste grazie erano esposte nella forma di preziosi vasi della Chiesa, pietre preziose, perle, fiori, uva, frutta. La processione veniva guidata da bambini orfani, a questi seguivano suore degli ordini religiosi particolarmente devoti al Santissimo Sacramento. Tutti portavano sul loro abito il simbolo del Santissimo Sacramento. Giuliana di Liegi guidava tutti; vidi anche Norberto, con i religiosi del suo Ordine ‘, e in modo numeroso anche altri ordini religiosi e sacerdoti. Il tutto era avvolto in un’indescrivibile delizia e dolcezza; l’avvenimento era racchiuso in un insieme armonioso.

Si presentò poi una chiara immagine sulla carenza e la trascuratezza dell’Ufficio divino e il modo di celebrarlo sulla terra. Mi è difficile e impossibile dire come tante visioni in questo senso si intreccino tra di loro. Vedo pure, tra l’altro, la dissipazione dei preti nei confronti delle azioni sante, e innanzitutto il loro atteggiamento nella celebrazione della santa Messa. In questo contesto mi venne data la visione di un prete che nella veste sacerdotale della Messa usciva dalla sacrestia ma non per recarsi sull’altare, bensì per correre fuori dalla chiesa e andare in un’osteria. Altre volte in un giardino, da un cacciatore, da una signorina, in compagnia. Lo vedo poi nei suoi pensieri, si trova in uno stato pietoso e dannoso per sé e gli altri.

Quando tra questi preti ci è data la possibilità di riconoscere un uomo consacrato a Dio sull’altare, allora veramente c’è da commuoversi. Io vidi, in molte comunità, molta polvere e fango essere spazzate via dai sacri oggetti di Cristo, e tutto ritornare lucente e nuovo».