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Messaggio del 25 dicembre 2012:La Madonna è venuta con Gesù bambino tra le braccia e non ha dato messaggio, ma Gesù bambino ha iniziato a parlare e ha detto: “Io sono la vostra pace, vivete i miei comandamenti”. La Madonna e Gesù bambino, insieme, ci hanno benedetto con il segno della croce.

Beata Anna Katharina Emmerick - Espiazioni per il Santissimo Sacramento - Tiepidezza e indifferenza dei cristiani

Nelle occasioni delle celebrazioni festive, Anna Katharina Emmerich con il suo compito espiatorio, veniva guidata nei suoi viaggi spirituali dal suo Angelo in diverse chiese della sua patria e dappertutto fino ai confini del globo terrestre del cattolicesimo. Essa doveva espiare, con la sofferenza e la preghiera, le ingiustizie che venivano compiute a causa della tiepidezza e l’indifferenza dei cristiani di questi luoghi. Tale indifferenza arreca un grave e permanente danno ai “Sacramenti dell’amore”. Appena Anna Katharina iniziò a rendersi conto di quest’espiazione fu assalita senza interruzioni dalle più penose malattie e sofferenze corporali.

La prima comunicazione che il “pellegrino” ebbe da Anna Katharina, riguardava la festa del Corpus Domini del 1819. Questo il racconto della pia veggente: ‘Ho trascorso tutta la notte con persone afflitte e miserabili, alcune di queste erano di mia conoscenza, si muovevano in circolo, l’una dietro l’altra, e hanno pregato Dio. Erano tutti quelli che non possono avvicinarsi, con il cuore leggero e gioioso, al sacro Sacramento. Vidi solo le loro sofferenze, li ricevetti e li portai sulle mia spalla destra. Era un fardello così pesante, che la mia parte destra tendeva ad accasciarsi quasi tutta al suolo. Accettai, come potevo, l’intera sofferenza o una parte di tutti quanti. Vidi gli uomini con i cartelli sul petto e riconobbi, leggendo sui medesimi, le sofferenze di ognuno. Questi cartelli, dov’erano le immagini delle sofferenze, le potei estrarre dal petto come se fossero state impresse su un rotolo. Si ammucchiò moltissima carta. Presi anche le mie proprie sofferenze, le quali erano larghe quanto un palmo della mano, tutte simbolizzate come una lunga cintura con righe rosse: unii tutti i rotoli insieme, li piegai a metà e li legai, avvolgendo intorno a questo grosso e pesante pacco entrambi gli estremi della cintura delle mie sofferenze sulla croce. I rotoli avevano colori differenti secondo le sofferenze di ognuno. Riflettendoci potevo riconoscere i colori di alcuni conoscenti. Presi il pacco sulle mie spalle e visitai il Santissimo Sacramento per offrirGli le sofferenze della povera gente che non riconosce, nella propria cecità, il suo indicibile tesoro di sollievo salvifico. Dapprima giunsi in una cappella disadorna e incompleta, ma Dio era ben presente sull’altare e Gli offrii il fardello pregando il Santissimo Sacramento. Mi sembrò come se questa cappella fosse divenuta la fonte della mia energia, fino al punto che il peso del fardello si alleggerì e lo portai volentieri sulla mia spalla destra, pensando al peso enorme della Croce che ha premuto sulla spalla del nostro Signore e delle sue Piaghe. Ho visto spesso questa Piaga: è la più dolorosa di tutto il suo santo corpo. Giunsi in un posto dov’era una processione e vidi in altri luoghi anche altre processioni, alle quali mi unii. Potei notare che i partecipanti a queste processioni portavano anche sofferenze simili a quelle che io portavo nel mio pacco. Con mia meraviglia vidi fuoriuscire dalla loro bocca, durante il canto, gli stessi colori che avevano i rotoli che portavo in loro vece. Vidi il Santissimo Sacramento sollevato in aria e portato da Angeli e spiriti, avvolto da un grande splendore e maestà, che ora aveva assunto la figura di un fanciullino splendente. Io pregai e offrii il mio fardello. La processione principale alla quale io mi ero unita entrò in una chiesa cinta da un cimitero o un giardino. Ebbi la sensazione che questa chiesa fosse sospesa in aria. Intorno alla medesima si trovavano tutte le specie di fiori rari che sono solitamente sulle tombe, gigli, rose bianche e rosse e astranzie bianche. Dalla parte orientale di questa chiesa apparve in una luce maestosa una figura sacerdotale, sembrava il Signore. Presto fu circondato da dodici uomini dall’aureola luminosa e intorno a questi apparvero molti altri. lo potevo ben vedere tutto. Adesso usciva dalla bocca del Signore un piccolo corpo splendente, prima diveniva grande e poi di nuovo si rirnpiccioliva, era una figura di bambino piena di splendore, che andò prima nella bocca dei dodici e poi passò in quella degli altri.

Tale scena non era proprio l’immagine storica del giovedì santo, come già avevo visto quando il Signore sedeva al tavolo con gli Apostoli, ma nel complesso mi ricordò questa. Tutti erano raggianti e si teneva un Ufficio divino in occasione di una celebrazione religiosa. La chiesa era gremita di persone che sedevano oppure stavano in piedi o si libravano nell’aria. Alcuni per poter assistere alla funzione venivano innalzati l’uno sopra l’altro su sedie, in modo che tutti avrebbero potuto vedere. Poi vidi una forma apparire nelle mani del Signore; era illuminata da un piccolo corpo splendente che usciva dalla bocca di Gesù. Alla fine, tale forma, prese un preciso aspetto contornato di splendore spirituale: era il santo Sacramento dell’altare, messo in mostra come oggetto di devozione. Il Signore continuamente dice la sua parola di vita attraverso il medesimo, e il corpo di luce passa dalla sua bocca a tutti i presenti. Io posai a terra per un pò il mio pacco, per ricevere il sacro Sacramento, e quando lo ripresi vidi un gruppo di persone con altri pacchi sporcissimi, che non volli sapere di accogliere. Mi fu detto che questi dovevano essere puniti severamente e poi indirizzati alla penitenza. Non ebbi compassione e andai via. Vidi quella cappella in montagna, dove mi riposai con il mio pacco e dove avevo visto da bambina il primo altare e il tabernacolo dei cristiani. Compresi il significato che aveva il Sacramento nel tempo delle persecuzioni. Il cimitero che prima avevo visto stava a significare che gli altari dei sacrifici incruenti si trovavano sulle tombe dei Martiri e che in seguito anche le chiese vennero costruite dove si trovavano tali altari. Vidi la Chiesa nella natura celeste e spirituale e il culto di adorazione del Sacramento, come tesoro della medesima, direttamente celebrato da Gesù. Mi apparvero le celebrazioni delle ricorrenze dei cristiani primitivi, di quelli attuali e di quelli futuri e il loro risveglio con il rinnovamento nella Chiesa. Alla festa di sant’Isidoro “il contadino” (15 maggio), mi fu mostrato chiaramente l’effetto della lettura della Messa e del suo ascolto, e mi fu detto che per fortuna tante Messe, anche se lette da preti ignoranti e indegni, allontanano i pericoli, le punizioni, le tribolazioni e tutte le tendenze istintive degli uomini. Molti preti non hanno la giusta percezione e la conoscenza dell’azione liturgica del santissimo Sacrificio, perché se l’avessero, non potrebbero più celebrarla dallo sgomento. Mi apparve chiaro, allora, in tutta la sua dimensione, il significato della meravigliosa benedizione che si ottiene con l’ascolto della Messa e in qua! modo un fedele reca in casa tutto il bene ditale benedizione. Vidi quante benedizioni si ottengono tramite l’ascolto della Messa, e come gli errori che vengono commessi nella stessa sono rimediati grazie all’aiuto soprannaturale. L’anno successivo essa iniziò prima della festa di Pentecoste, nella novena, un sacrificio devozionale espiatorio per il Santissimo Sacramento. Questo compito espiatorio richiese alla martire terribili pene che durarono più settimane, portandola fino alle soglie della morte. Era accompagnata dai Santi del giorno e particolarmente da quelle anime benedette che nei tempi passati avevano assunto gli stessi compiti di sofferenze al pari di lei. ‘lo l’ho trovata informò il “pellegrino” oggi (17 maggio 1820), in lacrime. La Sòntgen’ voleva portarle alcune donne estranee che lei però non potette accogliere. Pianse profondamente, dicendo: “Io voglio morire in ogni momento per le miserie umane”, e si lamentò: “Eppure non mi si lascia in pace”. La sua malattia era divenuta insopportabile. La veggente aveva i dolori più forti e trafitture nel fianco; in aggiunta si struggeva per il Santissimo Sacramento; era indescrivibilmente afflitta e inondata dalle lacrime. La sofferenza aveva investito nella stessa misura sia il corpo che l’animo. Si trovava in condizioni pietose. Supplicò la bambina (sua nipote) di pregare per lei e dire tre Pater affinché Dio le donasse la forza di vivere, se così fosse giusto. La bambina pregò ed Anna Katharina insieme a lei, poi si tranquillizzò.