Nelle Visioni che seguono Anna Katharina Emmerich fu guidata dal
beato Nicola di Flùe . Nell’anno 1819, nella notte
precedente la 9 domenica, dopo Pentecoste, ricorrendo la narrazione
del Vangelo relativa al banchetto nuziale. Vidi il beato Claus, uomo
grande e vecchio, con i capelli come l’argento cinti da una
bassa corona lucente costellata di pietre preziose. Aveva in mano una
corona di pietre preziose, indossava una camicia color neve fino alla
caviglia. Gli domandai perché invece delle erbe avesse nelle
mani solo una corona luccicante. Egli allora prese a parlare, conciso
e serio, sulla mia morte e sul mio destino. Inoltre mi disse che
voleva guidarmi ad una grande festa nuziale. Mi mise la corona in
testa ed io mi librai in alto con lui. Entrammo in un palazzo sospeso
nell’aria. Qui avrei dovuto essere una sposa ma mi vergognavo
ed ero spaventata. Non riuscivo a rendermi conto della situazione, mi
sentivo in un forte imbarazzo. Nel palazzo c’era una festa
nuziale insolita e meravigliosa. Sembrava come se io dovessi prendere
atto e vedere nei partecipanti i rappresentanti di tutte le
condizioni e livelli sociali del mondo, e cosa facessero di bene e di
male. Per esempio il Papa avrebbe rappresentato tutti i Papi della
storia, i vescovi ivi presenti, tutti i vescovi della storia, ecc.
Dapprima era stata apparecchiata una tavola per i religiosi, che
partecipavano al banchetto nuziale. Vidi il Papa e i vescovi sedere
con i loro pastorali e cinti con i loro paramenti. Con loro molti
altri religiosi di rango alto e basso, Circondati da un coro di Beati
e di Santi della loro stirpe, i loro progenitori e patroni, che
agivano su di loro, giudicavano, influenzavano e decidevano. A questo
tavolo c’erano anche sposi religiosi del rango più
nobile e io fui invitata a sedermi tra questi, come una loro pari,
con la mia corona. Lo feci nonostante mi vergognassi molto. Costoro
non erano veri viventi e non avevano corone. Siccome io mi trovavo
nell’imbarazzo, chi mi aveva invitata agì al mio posto.
Le vivande sulla tavola erano figure simboliche, non pietanze
alimentari terrene. Compresi a chi appartenevano tutte le cose e
lessi in tutti i cuori. Dietro la sala da pranzo c’erano molte
altre stanze e sale di ogni genere nelle quali entrava e si fermava
altra gente. Molti tra i religiosi vennero espulsi dalla tavola
nuziale. Erano immeritevoli di restare perché si erano
mischiati con i laici e li avevano serviti più della Chiesa
stessa. Vennero prima puniti poi allontanati dalla tavola e riuniti
in altre stanze vicine o lontane. Il numero dei giusti rimase molto
piccolo. Questa era la prima tavola e la prima ora, I religiosi
andarono via. Venne preparata poi un’altra tavola alla quale io
non mi sedetti ma restai tra gli spettatori. Il beato Claus restò
sempre sospeso sopra di me per darmi assistenza. Giunsero una gran
quantità. di imperatori, re e uomini di governo. Si sedettero
a questa seconda tavola, alla quale servivano altri grandi signori.
Su questa tavola apparivano i Santi, con i loro progenitori. Alcuni
reggenti prendevano informazioni da me. Io ero stupita e Claus
rispondeva sempre per me. Non stettero seduti per molto. La massima
parte dei convitati apparteneva allo stesso genere ed il loro agire
era non buono, ma debole e confuso. Molti non sedettero nemmeno a
tavola e furono condotti subito fuori. Mi ricordo, particolarmente di
aver visto la famiglia Croysche, che tra i suoi progenitori aveva una
santa stigmatizzata.
Quindi apparve la tavola di un nobile
distinto, e vidi tra gli altri la pia donna della famiglia
menzionata. Poi apparì la tavola dei ricchi borghesi. Non
posso dire quanto la medesima fosse disgustosa. La maggior parte ne
furono scacciati e con i nobili loro pari furono relegati in un buco
pieno di sterchi, come in una cloaca. Apparve un’altra tavola
in buone condizioni, dove sedevano vecchi, sinceri borghesi e
contadini. C’era tanta brava gente, anche i miei parenti e
conoscenti. Riconobbi tra questi anche mio padre e mia madre. Allora
apparvero anche i discendenti di fratello Claus, gente veramente
brava e forte appartenente alla schietta borghesia. Giunsero i poveri
e gli storpi, tra i quali c’erano molti devoti, ma anche dei
cattivi che furono rimandati indietro. Ebbi molto da fare con loro.
Quando i banchetti delle sei tavole ebbero termine il Santo mi portò
via. Mi condusse fin nel mio letto dal quale mi aveva presa. Ero
molto stremata e senza coscienza, non mi potevo muovere e neppure
svegliarmi, non davo nessun segno, mi sentivo come se fossi
paralizzata. Il beato Claus mi apparve soltanto una volta, ma la sua
visita ebbe nella mia vita un grande significato, anche se non riesco
a comprenderlo e non ne conosco il motivo preciso.