MaM
Messaggio del 20 ottobre 1984:Quando pregate, dovete dedicare alla preghiera un tempo più lungo, perché la preghiera è un colloquio con Dio. La preghiera vi fà vedere tutto più chiaro. La preghiera vi fà sperimentare la gioia vera. La preghiera vi insegna a piangere. La preghiera vi fà fiorire. La preghiera non è uno scherzo, è un vero colloquio con Dio. Quanti sarebbero felici di sapere cos’è la preghiera! Voi adesso lo sapete: provate a praticarla.

Beata Anna Katharina Emmerick - Il sacrificio della Messa

23 dicembre 1820: alla mattina Sr. Emmerich fu trovata interamente priva di sensi. Non poteva né muoversi e neppure parlare. Il prete dovette andare in campagna ed inviò da lei il cappellano Niesing, che recitò per lei le preghiere per gli ammalati dal libretto di Cochem. La pia Emmerich ne ricevette sollievo e riprese coscienza potendo, come disse più tardi, “riprendere a pensare”. Il suo polso era appena percettibile; non poteva parlare, era rigida per il freddo interiore. Niesing recitò nuovamente dopo un’ora le preghiere per lei; la Veggente adesso poteva pensare solo a tratti e a quel contatto si levò in mezzo al letto dicendo: Ho visto di cosa è capace la mano di un vero sacerdote e la preghiera! Il giorno dopo così si esprimeva: Stanotte ho sofferto dolori sorprendenti che mi hanno attraversato tutte le membra, ho sofferto anche una sete tremenda, senza poter bere. Persi la coscienza e pensai, al mattino, di morire veramente. Ma poi non ne potetti più. Allora capii col cuore, che l’uomo non può pensare a Dio se Dio stesso non gli concede questa grazia, e se io ancora potevo questo, era gi una grazia. Quando Niesing venne non potevo muovere le membra e neanche parlare. Sapevo che egli aveva il libretto con sé ed ebbi la speranza che avrebbe pregato. E quando lui iniziò a pregare la sua compassione mi attraversò come un calore, ritornai in me stessa e potei pensare profondamente a “Gesù, Maria e Giuseppe”, questo mi salvò. Così la vita mi fu ridonata dalla benedizione di un sacerdote.
Alla sera Anna Katharina pregò un’altra volta per la benedizione e sulla reliquia di santo Cosma. Il giorno dopo si trovava ancora in uno stato così misero e poté pronunciare solo alcune parole. Appena impressi la reliquia sul mio petto, vidi il Santo vicino a me e fui investita da una corrente di calore. Ricevetti più vita, ma sono ancora piena di dolori lancinanti. La sete mi affligge in modo tremendo e non posso bere. Anna Katharina Emmerich rimase distesa per tutto il giorno, la sera della Vigilia di Natale restò immobile e in un silenzio mortale. Grazie a queste sue sofferenze il malato Lambert si sentì molto meglio. Le sofferenze ed i dolori di Anna Katharina Emmerich erano state devolute a suo favore.

P. Limberg parlò al “pellegrino” sulle “dita dei preti”, così come la Veggente gli aveva spiegato. «Lei mi ha spesso parlato di questo fatto, dicendomi che se anche tutto il corpo di un prete si riduce in polvere e l’anima viene gettata nell’inferno, la Consacrazione delle dita resta sempre riconoscibile tra le ossa. Per bruciare queste dita occorre un fuoco eccezionale; nonostante questo la consacraZione resta ancora impressa e indistruttibile. Anche nei turbamenti difficili, portati dal nemico dell’uomo, il maligno, la benedizione del prete portò ad Anna Katharina un sollievo momentaneo. Io soffrii — raccontò lei — tali dolori alle piaghe, che avrei volentieri voluto gridare ad alta voce, poiché si erano fatti insopportabili. Il sangue scorse a più riprese. Poi apparve Satana come angelo della luce e mi disse non solo interiormente ma parlandomi a viva voce: “Devo penetrare le tue piaghe in modo che domani tutto sarà a posto e non ti faranno più male, così tu non soffrirai più!” Lo riconobbi subito e gli dissi: “Vai via! Non ho bisogno dite! Non voglio niente da te!” Allora scivolò via e si nascose come un cane dietro l’armadio. Dopo un certo tempo ritornò di nuovo e disse: “Tu non devi pensare che con Gesù starai bene, tutto viene da me, sono io che ti do quelle immagini. Io ho anche un regno, sono potente e spodesterò il tuo Signore”. Era tardissimo, quando poi egli ritornò dicendomi:
“Perché ti giri intorno tormentandoti e non sai come e da dove viene? Tutto ciò che hai e vedi viene da me”. Allora gli gridai di andar via e di lasciarmi stare perché volevo appartenere solo a Gesù Cristo. “Io voglio amare solo Lui e fuggirti. Voglio avere sofferenze e dolori così come Egli vuole”. Chiamai il padre confessore perché la mia paura fu molto grande. Costui mi benedì e allora il nemico si allontanò da me. Alla mattina mentre stavo recitando il Credo entrò di nuovo furtivamente e mi disse:
“Cosa ti aiuta a pregare con “il Credo” quando non ne comprendi nessuna parola? Ti voglio chiaramente mostrare quello che dovresti vedere e conoscere!”. Allora gli risposi: “Io non voglio conoscere ma credere!”. Mi disse una frase dalla Sacra Scrittura ma senza poter pronunciare un nome. Appena capii che non poteva pronunciarlo gli dissi ripetutamente:
“Pronuncia la parola, dilla tutta!”, così dicendo mi tremarono le braccia e le gambe ed egli finalmente scomparve”.