MaM
Messaggio del 2 gennaio 2012:Cari figli, mentre con materna preoccupazione guardo nei vostri cuori, vedo in essi dolore e sofferenza; vedo un passato ferito e una ricerca continua; vedo i miei figli che desiderano essere felici, ma non sanno come. Apritevi al Padre. Questa è la via alla felicità, la via per la quale io desidero guidarvi. Dio Padre non lascia mai soli i suoi figli e soprattutto non nel dolore e nella disperazione. Quando lo comprenderete ed accetterete sarete felici. La vostra ricerca si concluderà. Amerete e non avrete timore. La vostra vita sarà la speranza e la verità che è mio Figlio. Vi ringrazio. Vi prego: pregate per coloro che mio Figlio ha scelto. Non dovete giudicare, perché tutti saranno giudicati.

Beata Anna Katharina Emmerick - Vittoria della chiesa militante sui suoi nemici per l’intercessione dell’immacolata concezione della S. Vergine Maria

Visioni del 7 Ottobre.Ho fatto un lungo viaggio, continuando la mia missione, e fui a Roma nelle catacombe. Partecipai alla vita di un martire che viveva nelle catacombe in segreto con altri, e aveva convertito molti. Era stato da Tecla recentemente. Ho dimenticato il suo nome. Già da ragazzo si recava nelle catacombe e nelle carceri con le pie donne per recar conforto ai cristiani. Visse per un certo tempo nascosto in un eremo. Più tardi soffrì un grande martirio e infine fu decapitato; egli stesso portò il suo capo via non ricordo più precisamente la storia. Mi vidi in un sotterraneo, forse le catacombe, con Francesca Romana e questo martire, il pavimento era pieno di fiori grazie alla fioritura dei dolori dei martiri. Erano fiorite particolarmente molte belle rose bianche ed io ne vidi una particolarmente che si posò sul mio petto (era la reliquia di questo santo martire). Fui ancora in molti luoghi, vidi innumerevoli fiori che simboleggiano i forti dolori dei martiri, li colsi e mi decisi di prenderli su di me per servire gli attuali bisogni emergenti della Chiesa.

Quando, con Francesca e il santo martire, giunsi a Roma, vedemmo un grande palazzo (il Vaticano), avvolto nelle fiamme. Fui molto turbata, nessuno tentava di spegnere quell’incendio ed ebbi l'impressione che gli abitanti volessero forse essere bruciati, perché nessuno tentava di domare le fiamme. Appena ci avvicinammo il fuoco scemò fino a spegnersi. Potemmo vedere il palazzo bruciato e annerito dalle fiamme. Entrammo ed attraversammo molte sale meravigliose. Giungemmo fino al Papa che sedeva su una grande sedia, era malatissimo ed aveva perduto i sensi. Non poteva più muoversi. Davanti alle porte alcune persone andavano avanti e indietro. I religiosi che lo circondavano più da vicino non mi piacevano, apparivano essere falsi e tiepidi. I devoti semplici e fedeli si trovavano nella parte più lontana del palazzo. Parlai a lungo con lui e mi sembrò che la mia presenza in quel luogo fosse necessaria. Parlai al Papa dei vescovi che sarebbero stati insediati, e gli parlai pure del pericolo di lasciare Roma. Secondo me non avrebbe dovuto farlo altrimenti, senza la sua presenza in città, tutto sarebbe caduto nella confusione. Egli però era persuaso di lasciare la città e mi rispose che questo pericolo non poteva essere evitato, doveva andar via per salvare molti e salvarsi. Francesca parlò ancora a lungo con lui. Io ero molto debole e sfinita, i miei accompagnatori mi sorressero. Roma si trovava in una condizione miserabile, la più piccola scintilla poteva provocare il più grande incendio. Vidi poi la Sicilia avvolta nelle tenebre e tutta la gente fuggire via’.

Un’altra volta, in stato di estasi, la pia suora Emmerich si lamentò a voce alta: Vidi la Chiesa solitaria, interamente abbandonata, Sembrava che tutti fossero scappati via. Imperava la disarmonia più completa. Dappertutto vidi grandi difficoltà e odio, tradimenti e amarezze, inquietudini e cecità piena. Da un gruppo sinistro vennero inviati messaggeri per dare intorno una notizia spiacevole che provocò odio e rabbia nel cuore degli ascoltatori. Io pregai diligentemente per quegli oppressi. Vidi delle luci illuminare i luoghi dove i singoli pregavano, sugli altri invece calare le tenebre oscure. La condizione si presentava in modo terribile. Ho supplicato la compassione di Dio per quegli uomini e quella città. O città, città (Roma), quali minacce! La tempesta è vicina. Fai attenzione! Ma io spero che tu resterai salda.