(1) Sono sotto le onde eterne del Volere Divino, il quale vuole darsi sempre alla creatura, ma vuole che anch’essa lo deva volere; non vuol essere un intruso che si fa trovare dentro senza che lo sappia affatto, vuol essere cercato, vuole darle il suo bacio d’amore, e poi da trionfatore, carico di doni entra in essa e la riempie dei suoi doni. Ma mentre ciò pensavo, il mio dolce Gesú, che sente il bisogno di affidare i suoi segreti alla sua creatura, mi ha detto:
(2) “Figlia mia benedetta, il mio Volere vuol dare, ma vuol trovare la disposizione della creatura per deporre i suoi doni. La disposizione è come la terra in mano all’agricoltore, per quanti semi avesse, e non tenesse una terra dove gettare i suoi semi, mai potrebbe seminare; e se la terra avesse ragione e non fosse disposta a ricevere i suoi semi, il povero agricoltore si sentirebbe gettare in faccia, negli occhi, i semi di cui vorrebbe arricchirla. Tale è la mia Volontà: Vuol dare, ma se non trova l’anima disposta non troverebbe il posto dove mettere i suoi doni, se li sentirebbe gettare in faccia con sommo suo dolore; e se le vuole parlare, la troverebbe senza udito per farsi ascoltare. Perciò, la disposizione prepara l’anima, apre le porte divine, dà l’udito, si mette in comunicazione; l’anima se lo sente prima ciò che il mio Volere vuol dare, in modo che ama, sospira ciò che deve ricevere. Se non è disposta niente diamo, perché non vogliamo esporre i nostri doni alla inutilità. Invece la disposizione serve come la terra all’agricoltore, che si arrende a ciò che lui vuol fare; si fa lavorare, zappare, formare i solchi, per mettere al sicuro il seme di cui vuole riempirla. Così il nostro Ente Supremo, se troviamo la disposizione facciamo i nostri lavori, la prepariamo, la purifichiamo, con le nostre mani creatrici prepariamo il posto dove mettere i nostri doni e formare le nostre opere più belle. Invece, se non è disposta, con tutta la nostra Potenza nulla possiamo fare, perché il suo interno è ingombrato da pietre, da spine, da vili passioni, e siccome non è disposta non si presta a farcele togliere. Quante santità vanno in fumo per mancanza di disposizione, molto più, che se non è disposta non si adatta a vivere nel nostro Voler Divino, anzi, pare che non è per essa, la sua Santità l’atterra, la sua Purezza le fa vergogna, la sua Luce l’acceca. Invece, se è disposta si slancia nelle sue braccia e si fa fare ciò che le vogliamo fare, anzi, se ne sta come una piccola piccina ricevendo i nostri lavori, con tale amore da sentirci rapire; ed il nostro Volere, che fa? Fa scorrere il suo moto divino. Con questo moto divino trova in atto tutte le opere nostre, se le bacia, le abbraccia, le investe col suo piccolo amore; trova il mio Concepimento, la mia Nascita in atto, e col suo amore vuole concepire e rinascere con Me, ed Io non solo la faccio fare, ma sento tale contento che mi sento ricambiato ché nacqui sulla terra, perché trovo chi rinasce insieme con Me. Ma va più avanti ancora; il moto divino che possiede la fa correre ovunque, e trova come un esercito agguerrito tutto ciò che fece la mia Umanità, le mie lacrime, le mie parole e preghiere, i miei passi, le mie pene; tutto prende, bacia, adora. Non vi è cosa fatta da me che non investa col suo amore. E poi, che fa? Fa tutto suo, e con un modo e grazia infantile, chiude tutto nel suo grembo, si eleva in alto, viene innanzi alla nostra Divinità, ce le schiera intorno, e con enfasi d’amore ci dice: “Maestà Adorabile, quante opere belle vi porto, tutto è mio e tutto vi porto, perché tutte ti amano, ti adorano, ti glorificano e ti ricambiano del tanto amore che hai per me e per tutti”. Questo moto divino che il mio Volere mette nella creatura che vive in Esso, è la nuova Vita che riceve. Con questo moto tiene diritto su tutto, ciò che è nostro è suo; perciò, tutto ci può dare, ed oh! quante sorprese ci fa; tiene sempre da darci. Con questo moto divino tiene virtù di correre ovunque, e ora ci porta la Creazione per amarci come l’abbiamo amata in tutte le cose create, ora ci porta tutte le creature per amarci per tutti e con tutti, ora ci porta tutto ciò che feci Io stando sulla terra per dirci: “Vi amo come Voi vi amaste”. Non si arresta mai, pare che non sa stare se non ci fa nuove sorprese d’amore, vuole l’intento di poter dire: “L’amo, l’amo sempre”. E Noi la chiamiamo la gioia nostra, la nostra felicità perenne, perché non vi è gioia più bella per Noi che l’amore continuo della creatura. Perché tu devi sapere che un atto fatto nel nostro Volere è più che sole che sorge, il quale con la sua luce investe tutta la terra, il mare, le fonti, anche il più piccolo filo d’erba non viene messo da parte, tutti sono investiti di luce. Così un atto fatto in Esso corre, fruga, investe tutto, forma il suo manto di argento fulgidissimo dentro e fuori delle creature, e così imperlate ce le porta innanzi alla nostra Maestà Adorabile, e ci fa pregare dalla nostra stessa Volontà con voce di luce, d’amore parlante per tutti, e mettendo un dolce incanto alle nostre pupille divine, ci fa vedere tutte le creature ammantate nella nostra Luce divina. E Noi stessi esaltiamo la potenza del nostro Fiat, che con la potenza della sua Luce sa nascondere le miserie umane e le converte anche in luce. Ad un atto suo non si nega nulla, perché tiene potere di darci tutto e supplire per tutti”.
(3) Nel sentire ciò pensavo tra me: “Se tanto può fare una creatura viatrice che viva nel suo Volere con un solo atto, che cosa non faranno i beati in Cielo, che fanno vita perenne in Esso? ” Ed il mio dolce Gesú ha soggiunto:
(4) “Figlia mia, c’è gran differenza tra i beati e l’anima viatrice. I beati non hanno nulla da aggiungere; la vita, gli atti loro, la loro volontà restò fissata in Noi, e possono dire: “Compimmo la nostra giornata”. Fare di più non li è dato, al più possiamo dare Noi nuove gioie e nuovo amore. Invece, la viatrice, la sua giornata non è finita, e se vuole e vive nel nostro Volere, può operare prodigi di Grazia, di luce per tutto il mondo intero, prodigi d’amore per il suo Creatore. Perciò, tutta la nostra premura è per l’anima viatrice, perché il nostro lavoro sta ancora in corso, non è finito, e se si presta facciamo lavori non mai fatti, lavori tanto belli da far stupire Cielo e terra. Perciò il nostro dolore è grande quando troviamo la viatrice che non si presta a farci fare le opere più belle che vogliamo fare. Quanti nostri lavori incominciati e non finiti, altri al più bello spezzati, perché solo nel nostro Volere e per chi vive in Esso possiamo compiere le opere nostre con una bellezza inarrivabile, perché Esso ci somministra le materie adattabili per fare ciò che vogliamo fare. Fuori di Esso non troviamo né luce sufficiente, né amore che sorge, né materie divine; siamo costretti a piegarci le braccia senza poter andare avanti. E quanti non vivono nel nostro Volere? E poi, per la viatrice c’è la moneta del merito che corre, e in tutti i suoi atti animati dal nostro Volere viene coniata la nostra Immagine divina, contenendo valore infinito; sicché quando vuole tiene la moneta per pagarci ciò che vuole. Perciò il nostro lavoro ed interesse è per le anime che stanno in via, perché è tempo di conquiste, mentre in Cielo non ce ne sono acquiste, ma solo gioie e felicità”.