MaM
Messaggio del 25 dicembre 1998: Cari figli! In questa gioia natalizia desidero benedirvi con la mia benedizione. In maniera particolare, figlioli, vi dò la benedizione del piccolo Gesù. Che lui vi riempia con la sua pace. Oggi, figlioli, non avete pace, ma aspirate ad essa. Per questo con mio figlio Gesù in questo giorno vi invito: pregate, pregate, pregate, perchè senza preghiera non avete nè gioia, nè pace, nè futuro. Aspirate alla pace e cercatela, Dio è la vera pace. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 36-17 Giugno 30, 1938 Il vero Amore vuol trovare Sé stesso nella persona amata. Come Nostro Signore formò tante vie per farsi trovare. La conoscenza apre tutte le porte tra Dio e la creatura.

(1) La mia povera mente si sente sotto l’impero del Fiat, che tirandola a Sé la fa seguire ciò che ha fatto per amore delle creature. E mentre seguivo gli atti della Redenzione, il mio dolce Gesú, visitando la piccola anima mia, tutto bontà mi ha detto:

(2) “Figlia della mia Volontà, il mio Amore sente il bisogno di sfogarsi con chi mi ama e di affidargli i miei più intimi segreti. Il vero amore tiene questa virtù, di rompere qualunque segreto, perché vuol trovare nella persona amata ciò che possiede lui stesso, le sue gioie, i suoi dolori, tutte le sue stesse prerogative. L’amore vuol trovare sé stesso nella persona amata.

(3) Or sappi figlia mia, che come venni sulla terra, il mio Amore non mi diede riposo. Appena concepito incominciai a formare tante vie che dovevano servire alle creature per venire a Me; queste vie, mentre le formavo, le stendevo, ma non le distaccavo da Me, Io rimanevo il centro da dove tutte le vie partivano, sicché ogni atto, parola, pensiero, passo, erano vie di luce, di santità, d’amore, di virtù, d’eroismo che formavo; quindi ogni atto che fa la creatura trova la mia via per venire a Me. A capo di queste vie, che sono innumerevoli, mettevo a capo come Regina la mia Volontà, ed Io mi mettevo ad aspettare a capo di ogni via, per riceverle nelle mie braccia, ma molte volte invano aspetto, ed il mio Amore, non dandomi né pace né riposo, mi metto in via per incontrarle almeno alla metà del cammino; e se le trovo, investe l’atto della creatura, in modo che mi faccio atto e via di essa, e con un’amore esuberante le copre, le nasconde nel mio stesso Amore, le copre coi miei stessi atti; ma tanto, da trovare Me stesso in loro, e le porto per tenerle sicure nelle braccia della mia Volontà. Perciò, ogni pensiero della creatura tiene la via dei miei pensieri; ogni parola tiene la via delle mie parole; ogni opera tiene la via delle mie opere, dei miei passi; se soffre, tiene la via e la vita delle mie pene, e se vuole amarmi tiene la via del mio Amore. Ho circondato le creature di tante mie vie, in modo da non potermi sfuggire, e se qualcuna mi sfugge, do in delirio, corro, volo per rintracciarla, e allora mi fermo quando l’ho trovata, e la chiudo nelle mie vie, per non farla più uscire. Perciò la mia venuta sulla terra non fu altro che sfogare il mio Amore represso da tanti secoli, per cui giunsi agli eccessi, formai la nuova creazione, anzi la superai nella molteplicità delle opere e nell’intensità del mio Amore. Ma il mio Amore è represso ancora, e come sfogo voglio dare la mia Volontà come Vita, per darle il bene più grande che posso darle, e per ricevere la grande gloria d’avere i suoi figli nel regno nostro.

(4) Come la creatura entra nel nostro Volere, è tanto il nostro contento, che ci dà il campo di ripetere in essa tutto ciò che abbiamo fatto nella Creazione e Redenzione. Il nostro Amore vuol vedere in atto, come se allora lo stessimo facendo, il cielo disteso, il sole rifulgente di luce, i venti che soffiano continuamente in chi vive nel nostro Volere ondate di grazie e d’amore, mari che mormorano amore, gloria, adorazione al mio Creatore; in atto ripete la discesa del Verbo. La mia Volontà è la ripetitrice e la portatrice di ciò che fece la mia Umanità nella creatura, sicché stiamo sempre in atto d’operare in essa, non cessiamo mai, perché nulla deve mancare in chi vive nel nostro Volere; gli stessi atti nostri saranno il nostro trono, il nostro corteggio e la stessa vita della creatura. Perciò il nostro Amore per essa dà dell’incredibile, siamo tutt’occhio sopra di essa per vedere se non racchiude tutto; e quante volte, perché l’amiamo troppo, ripetiamo il nostro atto operante, mettiamo nuova bellezza, nuova santità ai nostri capolavori che abbiamo fatto in essa; ci piace sempre darle e tenerla occupata sotto la pioggia dei nostri atti operanti, per darle occasione d’amarla e di farci amare di più. Onde vive sempre nel nostro Volere, e vi sentirai lo sfogo continuo del nostro Amore, il nostro atto operante, che non solo ripeterà le opere nostre in atto, ma aggiungerà cose nuove da far stupire Cielo e terra”.

(5) Dopo ha soggiunto con un accento pietoso: “Figlia mia, tutti vivono nel mio Volere, e se non volessero vivere, non troverebbero lo spazio dove poter vivere. Ma chi sente la nostra Vita Divina? Chi si sente involgere dalla nostra Santità? Chi prova il contento di sentirsi toccare dalle nostre mani creatrici, per sentirsi abbellito della nostra Bellezza? Chi si sente affogare dal nostro Amore? Chi vuol vivere nel nostro Volere, non chi si trova per necessità di creazione, perché la nostra Immensità involge tutti e tutto, questi stanno senza conoscerci, come veri usurpatori dei beni nostri, come figli sleali ed ingrati, degeneri del Padre loro, e siccome non ci conoscono né ci amano, Noi non troviamo in loro il posto dove mettere la nostra Santità, il nostro Amore; le loro anime sono incapaci di ricevere la sempre crescente nostra Bellezza. Non ci danno nulla, neppure i diritti di Creatore, e mentre vivono insieme nel nostro mare divino, stanno come lontani da Noi. Col non conoscerci hanno messo le sbarre, hanno chiuso le porte e rotto le comunicazioni tra loro e Noi. La conoscenza è il primo anello di congiunzione tra loro e Noi; è il voler vivere nel nostro Volere che toglie le sbarre e apre tutte le porte, per farla venire nelle nostre braccia a deliziarsi con Noi; è l’amarci che ci fa versare a torrenti il nostro Amore, le nostre grazie, fino a coprirla delle nostre qualità divine. Se non c’è la conoscenza, nulla possiamo dare, né loro ricevere. Invece, chi vive nel nostro Volere ci conosce, come entra in Esso così dà il suo bacio al Padre suo, se lo abbraccia, ci mette intorno il suo piccolo amore, e Noi le diamo i nostri mari d’Amore, si bacia con tutto il Cielo; possiamo dire che si aprono le feste tra lei e Noi, tra il Cielo e la terra. Noi stessi la chiamiamo beata e le diciamo: “Tu sei la più felice e fortunata creatura, perché vivi nel nostro Volere; vivi e ci conosci, vivi e ci ami, e Noi ti teniamo nascosta nel nostro Amore, coperta dalle nostre braccia, sotto la pioggia delle nostre grazie”.