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Messaggio del 22 ottobre 1985:Voi ancora non capite il grande amore che io nutro per voi e vi offro. Affrettatevi a comprenderlo! Quando finiranno le apparizioni potrebbe essere tardi.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 36-12 Giugno 5, 1938 Il segno se la creatura vive nel Voler Divino, se sente la sua Vita in essa, il suo atto operante che è il più gran dono cha fa alla creatura. Accentramento di Dio nella creatura, e della creatura in Dio.

(1) Il mio volo continua nel Voler Divino, mi sento che vuol respirare, palpitare, muoversi e pensare in me, mi pare che mette da parte la sua Immensità, la sua Altezza e profondità, la sua Potenza, e s’impicciolisce in me per fare come faccio io; pare che si diletta di scendere dalle sue altezze per abbassarsi in me e respirare come respiro io, palpitare e muoversi nel mio moto, mentre fuori di me resta sempre quello che è, Immenso e Potente, che tutto investe e circonda. Onde la mia mente, mentre volevo goderlo dentro di me, per dare la mia vita e ricevere la sua, voleva pure uscire fuori di me per percorrere la sua Immensità, Potenza, Altezza e profondità, di cui non si trovano i confini. Che abisso di luce in cui non si può trovare né il fondo, né l’altezza, né i confini, e mentre la mia mente si perdeva, il mio dolce Gesú, visitando la piccola anima mia, tutto bontà mi ha detto:

(2) “Mia piccola figlia del mio Volere, la mia Volontà investe ed involge tutto e tutti nel suo grembo di luce, possiede tutto, né vi è chi le possa sfuggire; tutti vivono in Essa, solo che non la riconoscono, chi è che le dà la vita, il moto, il passo, il calore, e le porge fino il respiro; possiamo dire che vive nel nostro Volere come se vivesse in casa nostra, le porgiamo ciò che le occorre, la alimentiamo con tenerezza più che paterna e non ci riconosce, e molte volte attribuisce a sé ciò che fa, mentre lo facciamo Noi, e giunge fino ad offendere Colui che le dà la vita e conserva. Possiamo dire che teniamo in casa nostra tanti nostri nemici, che vivono a spese nostre, come tanti ladri dei nostri beni, ed il nostro Amore è tanto che ci costringe a dar loro la vita, ad alimentarli come se ci fossero amici. Come è doloroso che la nostra Volontà serve per abitazione a chi non ci riconosce e ci offende, stanno in Essa per ragione di creazione, d’immensità nostra, ché se non ci volessero stare nel nostro Volere, non ci sarebbe posto per loro, perché non vi è punto in Cielo ed in terra in cui Essa non si trovi.

(3) Ora, la creatura per dire che vive nel nostro Volere, lo deve volere, lo deve riconoscere. Col volerlo sente che tutto è Volontà di Dio per essa, e col riconoscerlo sente il nostro atto operante sopra di sé; e questo è il vivere nel mio Voler Divino: “Sentire la nostra Potenza operante dentro e fuori di sé”. E come sente che Esso opera, essa opera insieme; se sente che amiamo, ama insieme; se vogliamo farci più conoscere, essa è tutta attenzione ad ascoltarci, e riceve con amore la nuova vita della nostra conoscenza; insomma, sente la nostra Vita operante, e vuol fare, e fa ciò che facciamo Noi; ci segue in tutto. Questo è il vivere nel nostro Volere: “Sentire la Vita nostra, che dà vita ad essa; sentire il nostro atto operante che si muove, respira, opera nell’essere suo. Questi sono i nostri abitatori celesti, la nostra gloria nella nostra abitazione; stiamo come figli e Padre, ciò che è nostro è di loro, ma lo riconoscono, non sono ciechi e ladri, che non hanno occhi per guardare la nostra luce, né orecchie per ascoltare le nostre premure paterne, né sentono il nostro atto operante sopra di loro; mentre chi vive nel nostro Volere sente la virtù del nostro atto operante, e questo è il più gran dono che possiamo fare alla creatura. Perciò sii attenta, riconosci che la tua vita viene da Noi, che ti diamo tutto, il respiro, il moto, per far vita insieme con te”.

(4) Dopo ciò continuavo a pensare alle grandi meraviglie del Voler Divino. Quante sorprese, quanti prodigi inauditi, che solo il Fiat Divino può fare. Ed il mio sempre amabile Gesú, ritornando, ha soggiunto:

(5) “Figlia mia benedetta, Io creai la Creazione e le creature tutte, per formare in esse le mie delizie, e per mettere fuori dal nostro Ente Supremo gli eccessi del nostro Amore e la Potenza prodigiosa delle nostre opere. Se tanto ci dilettammo nel creare tante svariate e molteplici opere nell’ordine della Creazione, che doveva servire all’uomo, molto più ci dovevamo dilettare nell’operare prodigi inauditi, opere non mai pensate, bellezze che rapiscono, in chi doveva servire a Noi. Era l’uomo il primo atto della Creazione, quindi ci dovevamo dilettare tanto in lui, da tenerci sempre occupati, quante opere più belle potevamo fare in lui; e lui doveva stare sempre con Noi per amarci e per farsi amare e ricevere i grandi prodigi delle opere nostre. Fu il sottrarsi dal nostro Volere che arrestò le nostre delizie ed il corso delle nostre opere, che con tanto amore volevamo fare nell’uomo. Ma ciò che fu stabilito da Noi deve avere il suo compimento; ecco perciò torniamo all’assalto di chiamare le creature a vivere nel nostro Volere, per fare che ciò che fu decretato e stabilito di operare venga puntualmente eseguito. Ora, tu devi sapere che come l’anima compie i suoi atti nel nostro Volere, il nostro Amore è tanto, che accentriamo in essa il nostro Essere Supremo, con tutte le nostre opere; ed oh! quali delizie e gioie proviamo nel vedere in essa la nostra Maestà dominante, circondata di tutte le opere nostre; gli angeli, i santi, si riversano e accentrano in essa per onorare il loro Creatore, perché dove sta Dio tutti corrono e vogliono il loro posto d’onore intorno a Noi. Ma mentre tutto resta accentrato in essa, un’altra maraviglia più grande succede, essa resta accentrata in tutti ed in ciascuna cosa creata. La nostra Volontà l’ama tanto, che dovunque si trova la moltiplica e le dà il posto dovunque, per tenerla come affiatata con Essa in tutte le sue opere. Stare senza di questa creatura che vive nel nostro Voler Divino non lo possiamo, dovremmo dividere la nostra Volontà in due parti per non tenerla in tutti e nelle opere nostre, ma ciò non possiamo, perché Essa non è soggetta a dividersi, è sempre una e un atto solo. E poi, il nostro Amore ci farebbe guerra se mettessimo da parte chi vive nel nostro Volere; anzi è questa la ragione per cui la vogliamo a vivere nella nostra Volontà, perché la vogliamo insieme con Noi, le vogliamo far conoscere le nostre opere, vogliamo farle sentire i battiti e le note del nostro Amore, affinché il nostro Amore ci ami in essa. Da lontano le opere non si conoscono, ed il nostro Amore non si sente, perciò abbiamo bisogno di stare insieme per amarci, conoscerci e operare, altrimenti la creatura fa la via sua e Noi facciamo la nostra, e restiamo privi delle nostre delizie e di poter operare quello che vogliamo, con sommo nostro dolore. Perciò sii attenta, vivi sempre nel nostro Volere se vuoi che Noi viviamo in te, e tu in Noi”.