(1) Il mio volo continua nel Voler Divino, ed oh! come si resta sorpresa nel vedere che in ogni istante chiede la volontà umana per farne qualcuno dei suoi portenti amorosi, come si resta commossa nel vedere che un Fiat Divino chiede alla creatura la sua volontà umana. Ed il mio dolce Gesú, nel vedermi commossa, ripetendomi la sua breve visitina, tutto bontà mi ha detto:
(2) “Figlia mia, è sempre il nostro Amore che con una forza irresistibile ci spinge verso la creatura, e ci mette in atteggiamento di chiedere, come se avessimo bisogno di essa, per dirle: “Mi hai amato e ti amo, ti sei donato e ti dono”. Ora, tu devi sapere dove giunge il nostro Amore, ogniqualvolta chiediamo la sua volontà, ed essa ce la dona, tante vite ci dà per quante volte ce la dona, e Noi, per darle l’occasione, il merito di darci, non una volta la sua vita, ma tante volte per quante volte la chiediamo, stiamo sempre in atto di chiederla, e ti pare poco che la creatura possa dirci: “Tante vite vi ho dato, e non una volta, ma migliaia di volte, per quante volte me l’hai chiesta? ” E Noi non solo l’amiamo con duplicato amore per quante volte ci dà la sua volontà, la rimeritiamo ogni volta, ma ci sentiamo glorificati e amati di più, per quante vite ci ha dato. Questo non è altro che il nostro Amore esuberante, le finezze, gli stratagemmi, gli eccessi, le follie del nostro Amore operante, che non sa stare senza inventare nuovi modi per aver che ci fare con la creatura e per poter dire: “Quante volte l’abbiamo chiesta, non ce l’ha negato mai, neppure Noi nulla le possiamo negare”. Non è questo un tratto d’amore insuperabile che solo un Dio può fare? Oltre di ciò, il nostro Amore non si arresta, cerchiamo sempre la creatura d’immedesimarla con Noi; come ama nella nostra Volontà, così le facciamo formare il suo piccolo maricello d’amore nell’interminabilità del nostro mare immenso d’Amore, e questo, per sentire che il suo amore sta nel nostro e ama col nostro, sarà più piccolo, e questo lo sappiamo, che l’amore creato non può giungere mai all’Amore Creante, ma il nostro contento indicibile è che ama nel nostro e col nostro Amore, un amore diviso, separato da Noi, non ci può mai piacere né ci può ferire, e poi perderebbe il più bello dell’amore. E ogniqualvolta ci ama nel nostro Fiat, tanto più cresce il suo piccolo maricello d’amore nel nostro Mare Divino, e Noi ci sentiamo più glorificati e amati nel vedere aumentato l’amore della nostra creatura”.
(3) Dopo ciò, stavo facendo il mio giro nella Creazione per rintracciare tutti gli atti fatti dalla Divina Volontà, ed il mio sempre amabile Gesú ha soggiunto:
(4) “Figlia mia benedetta, la Creazione è il più dolce incanto della manifestazione del nostro Amore verso le creature, c’è l’azzurro cielo con le sue stelle, il fulgido sole, l’aria, il vento, il mare, sempre fissi, mai si spostano, per dire all’uomo il nostro Amore che mai cessa, vi sono poi nella bassa terra piante, fiori, alberi, la piccola erbetta, che tutti hanno una voce, un moto, una Vita d’Amore del loro Creatore, per dire a tutti, anche il più piccolo filo dell’erba, la storia d’Amore di Colui che li ha creati verso dell’uomo. Ora, le cose create nella bassa terra pare che muoiono, ma non è vero, anzi risorgono più belle, questo non è altro che la nuova resurrezione dell’Amore di Dio verso le creature, e per fare una dolce sorpresa d’amore, mentre pare che muoiono, risorgono più belle, e mette sotto all’occhio umano il nuovo incanto delle fioriture e dei frutti per essere amato, si può dire che ogni fiore e pianta porta il bacio, il ti amo del suo Creatore a colui che lo guarda e se ne fa possessore. E perciò il nostro Amore Supremo aspetta che in ogni cosa ci riconosca e ci mandi il suo ti amo, ma invano aspettiamo. In tutte le cose create, il nostro Essere Supremo manifesta la nostra Potenza, Sapienza, Bontà, Ordine del nostro Amore, e le porgiamo all’uomo, affinché ci ami con amore potente, sapiente, pieno di bontà, cioè, che sia in lui l’immagine del nostro Amore Divino, e questo lo può ricevere chi vive nella nostra Volontà, perché possiamo dire che vive della nostra Vita; invece fuori di Essa, l’amore è debole, la sapienza è insipida, la bontà si cambia in difetti, l’ordine in disordine, povera creatura senza della nostra Volontà, come ci fa pietà. Molto più che Noi amiamo con amore incessante la creatura, e vuol trovare in essa l’amore che mai cessa, e quando non ci ama forma dei grandi vuoti nell’anima sua del nostro Amore, ed il nostro Amore, non trovando il suo Amore in questi vuoti, non ha dove poggiarsi, resta sospeso, va errante, corre, vola e non trova chi lo riceva, e grida, spasima di dolore e dice: “Non sono amato, Io amo e non trovo chi mi ami”.
(5) Poi ha soggiunto, con un accento più tenero: “Figlia carissima, se tu sapessi dove giunge il mio Amore per chi vive nella mia Divina Volontà, mi ameresti tanto che ti scoppierebbe il cuore per la gioia, ed il tuo ed il mio Amore ti farebbero restare consumata, divorata di puro amore per Me. Or, tu devi sapere che la mia Divina Volontà è la raccoglitrice di tutto ciò che fa la creatura che vive in Essa, tutto ciò che viene fatto nel mio Fiat, non esce, resta nei nostri campi di luce, e la mia Volontà, per dilettarsi, va raccogliendo il moto, l’amore, il respiro, il passo, le parole, i pensieri, tutto ciò che ha fatto nel nostro Volere, per incorporarlo nella nostra stessa Vita; se ciò non facesse ci mancherebbe un respiro, un moto e tutto ciò che ha fatto la creatura nel nostro Volere alla nostra Vita, quindi, essendo parti della Vita nostra, sentiamo come il bisogno che continuino il loro respiro nel nostro, il suo moto, il suo passo nei nostri, perciò chiamiamo chi vive nel nostro Volere: Respiro nostro, palpito, moto, amore nostro; disgiungere da Noi anche il respiro di chi vive in Esso, non lo possiamo fare né lo vogliamo, ci sentiremmo strappare la Vita, perciò, come si muove, respira, e così di seguito, la mia Volontà si mette in festa e va raccogliendo ciò che fa la creatura, e sente d’amarla tanto, come se Essa contribuisse a formare il respiro, il moto nella creatura, e la creatura come se contribuisse a dare il respiro, il moto a Dio. Sono gli eccessi e le invenzioni del nostro Amore, che allora è contento quando può dire: “Ciò che faccio Io fa essa, ci moviamo, respiriamo e amiamo insieme”. E allora sentiamo la felicità, la gloria, il contraccambio della nostra opera creatrice, che come uscì dal nostro seno paterno in una fiamma d’amore, così ci ritorna, tutta amore nel nostro seno Divino”.