(1) La mia povera mente corre, vola nel Voler Divino come a suo centro per riposarsi, per deporre le sue spoglie e prendere in ricambio le vesti della sua luce, il suo respiro, il suo palpito, il suo moto che si muove in tutti e tutto, e dà vita a tutti e a tutto. Ora, mentre nuotavo nel mare delle gioie del Fiat Divino, il mio sempre amabile Gesú, facendomi la sua breve visitina, con amore indicibile mi ha detto:
(2) “Mia piccola figlia del mio Volere, com’è bello il vivere nella mia Volontà, come l’anima entra in Essa, così respira col nostro respiro, palpita col nostro, si muove nel nostro moto, si mette in comunione con tutti e fa ciò che fanno gli angeli, i santi, e tutte le cose create, e fa fare a tutti quello che essa fa. Le maraviglie che ci sono nel nostro Volere sono sorprendenti, le scene sono così commoventi, che mettono tutti sull’attenti per godersi scene sì rare che ne restano rapiti, e chi sa che farebbero per essere spettatori, di godersi scene sì deliziose di chi vive nel nostro Volere.
(3) Ora, tu devi sapere che come l’anima entra in Esso, respira, palpita e si muove nel nostro moto, ma il suo respiro, palpito e moto non lo perde, né si disgiunge dal nostro; e siccome la nostra Volontà si trova dappertutto e circola più che respiro, palpito e moto di tutti, ora che avviene? . Gli angeli e santi, la nostra stessa Divinità, la Creazione tutta, sentono insieme con la mia Volontà, il respiro, il palpito della creatura in loro, e se la sentono muovere nel loro moto, fin nel centro delle anime loro, il quale è zeppo di felicità, di gioie indicibili e nuove, di cui l’anima viatrice, non godendo, ma soffrendo e conquistando col suo libero arbitrio, è portatrice in ciascun beato, e solo col respirare, palpitare e muoversi, e nella piena della gioia di cui l’anima è portatrice, di cui il mio Volere non disgiunge mai le sue sempre nuove gioie, anche dal respiro fatto nella sua Volontà, e siccome c’è il libero arbitrio che forma l’atto conquistante della creatura, vi mette il nuovo suo gusto conquistante, ed oh! come i beati restano felicitati, la nostra stessa Divinità, la Creazione tutta, e nella loro enfasi d’amore e nella piena della gioia dicono: “Chi è che respira, palpita e si muove in noi? Chi è dalla terra che ci porta l’atto conquistante delle pure gioie, del nuovo amore, ciò che non abbiamo in Cielo, che tanto ci felicita e accresce il nostro Amore verso chi tanto ci ama? ” E tutti in coro dicono: “Ahi! è un’anima che vive nella Divina Volontà sulla terra, che prodigi, che meraviglie, che scene incantevoli, un respiro che respira in tutti, fin nel suo Creatore, che si muove in tutti, fin nel cielo, nelle stelle, nel sole, nell’aria, nel vento, nel mare, prende tutto in pugno nel suo proprio moto, e dà a Dio amore, adorazione, tutto ciò che ciascuno dovrebbe e che non dà e non ha dato, e dà a tutti il suo Dio, il suo Amore, la sua Volontà; si fa portatrice di tutto a Dio e di Dio a tutti”. E ancorché tutte le creature non ci prendessero, Noi restiamo egualmente amati e glorificati, perché un atto, un moto nella nostra Volontà, è tanta la sua pienezza che le creature e tutto restano come tante goccioline d’acqua di fronte ad un immenso mare, come tante piccole fiammelle innanzi alla gran luce del sole. Quindi, questo moto, respiro e palpito della creatura nella nostra Volontà, sovrabbonda su tutto, abbraccia l’eternità, si formano soli e mari estesissimi che tutto ci possono dare, e se altre cose non perdono la vita, restano così piccole, come se non ci fossero. Oh! Volontà mia, quanto sei ammirabile, potente e amabile, la creatura in te tutto ci può dare, e tutto possiamo darle, essa copre tutto e tutti con la tua Luce, fa sorgere l’amore e ci dà amore per tutti, possiamo dire ch’è la vera riparatrice, perché quando le creature ci offendono, troviamo che nel suo amore ci può nascondere per amarci, nella sua luce per difenderci, e a via di luce metterci in fuga quelli che ci vogliono offendere. Perciò ti stia a cuore vivere nel nostro Volere”.
(4) Poi ha soggiunto: “Figlia mia, è tanto l’amore per chi vive nella nostra Volontà Divina, ché come respira, così ci dà tutto ciò che abbiamo fatto, la Creazione, gli angeli, i santi, il nostro stesso Essere Supremo, come omaggio, amore e gloria nostra. E Noi, presi da tale eccesso d’amore, ridiamo ad essa ciò che ci ha dato, sicché, come respira, ridà a Noi ciò che siamo, come ritira il respiro, ridiamo ciò che ci ha dato, perciò stiamo in continui rapporti e ci scambiamo continui doni. Con ciò manteniamo in continuo vigore l’amore, l’inseparabilità di non poterci disgiungere l’uno dall’altro, e proviamo tale compiacimento che le diamo ciò che vuole”.
(5) Ma mentre mi sentivo affogata nel Voler Divino, un pensiero mi tormentava sul povero mio stato: Il dover soccombere ad una specie di morte ogni notte, e per cinquant’anni e più, e poi aver bisogno degli altri per uscire da quello stato. Mio Dio, mi sento una pena, che Tu solo sai quanto mi costa, e solo il timore di dispiacerti e di non compiere la tua Volontà mi fa tirare avanti, altrimenti chi sa che farei per non sottopormi. Ed il mio dolce Gesú ha corso verso di me, e stringendomi forte fra le sue braccia mi ha detto:
(6) “Figlia mia buona, coraggio, non ti affliggere troppo, Io non lo voglio, è il tuo Gesú che vuole questo tuo stato sì doloroso, questo soccombere, come se perdessi la vita, lo soffro Io insieme con te, ed il vero amore non sa negare nulla a chi ama. E poi, questo tuo stato così doloroso, come se perdessi la vita, era necessario e voluto dalla mia Divina Volontà, ha voluto trovare in te la riparazione, il contraccambio di tante morti che le fanno subire le creature quando la respingono non dandole vita in loro. Il tuo sottometterti per tanto tempo a questa pena di morte, rifaceva la mia Divina Volontà delle tante morti subite, la chiamava a baciare l’umana volontà per rappacificarsi insieme, e perciò ho potuto parlare tanto della mia Volontà, per farla conoscere, e così potessi regnare, perché tenevo chi mi ricambiasse e mi rifacesse le tante mie Vite, perdute per loro, e per Me respinte, come soffocandole nella Luce inaccessibile della mia Volontà. Perché tu devi sapere che in tutto ciò che fa la creatura, la mia Volontà corre per dar e formare una sua Vita in essa, e non ricevendola, questa mia Vita muore per essa, e ti par poco qual è il mio grande dolore nel vedere tante mie Vite Divine morte per loro? Quindi, era necessario trovare chi in qualche modo mi rifacesse, per tornare all’assalto di formare la mia Vita in loro. La mia Volontà si trova nelle condizioni di una povera madre che sta per dare alla luce il suo parto già maturo, e si impedisce che esca alla luce, soffocandolo nel proprio seno; povera madre, si sente morire il parto nelle proprie viscere, ed essa per il dolore muore insieme. Tale è la mia Volontà, sente in Sé tanti parti di Vite Divine già mature, che vuole uscirle per darle alle creature, ma mentre fa per uscirle se le sente soffocare nel proprio seno, ed il parto muore per Essa, e mentre muore il parto muore anch’Essa insieme, perché senza della mia Volontà non ci può essere vera Vita di Santità, d’Amore e di tutto ciò che appartiene alla nostra Vita Divina. Perciò figlia mia, quietati e non pensarci più, se ciò abbiamo fatto, è stato fatto con somma sapienza, con amore, cui non potevamo contenere, e per l’ordine che teniamo nel nostro modo di operare. Perciò è necessario chinare la fronte e adorare ciò che Noi disponiamo per amore delle creature”.