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Messaggio del 4 marzo 1988: Vi invito a fare del vostro tempo e di tutta la vostra vita un incontro con Gesù. I colloqui con le persone siano per voi un motivo per avvicinare tutti maggiormente a Gesù. Non permettete che vada perduto neanche un minuto.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 36-1 Aprile 12, 1938 Chi vive nel Voler Divino, in ogni suo atto vi pronunzia il Fiat e ne forma tante Vite Divine. Come si dà in potere della creatura e ne fa fare ciò che vuole. Differenza che passa tra chi vive in Essa e tra chi è rassegnata.

(1) Sono sempre tra le braccia del Fiat Divino, ed oh! come sento il bisogno della sua Vita che respira, palpita, circola nella povera anima mia; senza di Essa mi sento che tutto muore per me, muore la luce, la santità, la forza, anche lo stesso Cielo, come se più non mi appartenesse. Invece, come sento la sua Vita, tutto risorge in me: Risorge la luce con la sua bellezza che vivifica, purifica e santifica; risorge il mio stesso Gesú con tutte le sue opere; risorge il Cielo, cui il Voler Santo lo chiude nell’anima mia come dentro d’un sacrario, per farlo tutto mio. Sicché se vivo nella sua Volontà tutto è mio, nulla mi deve mancare. Perciò, oh! Voler Santo, nel dar principio a questo 36mo volume, vi prego, vi supplico, vi scongiuro di non lasciarmi un istante sola senza di Te, affinché Tu parli, Tu scriva, Tu stesso ti farai conoscere chi sei e come vuoi essere vita di tutti, per dare i tuoi beni a tutti. Se farai fare a me, io non saprò farti conoscere come Tu vuoi, perché sono incapace, ma se lo farai Tu, trionferai, ti farai conoscere ed avrai il tuo regno nel mondo intero. Oh! Voler Santo, con la tua potenza eclissa tutti i mali delle creature, metti il tuo basta onnipotente, affinché smarriscano la via del peccato e si ritrovino nella via della tua Divina Volontà.

(2) A te, Mamma Regina del Fiat Divino, consacro in modo speciale questo volume, affinché il tuo amore, la tua maternità, si stendano in queste pagine, per chiamare i tuoi figli a vivere insieme con Te, in quello stesso Volere di cui ne possedesti il suo regno, e mentre incomincio, imploro genuflessa ai tuoi piedi la tua materna benedizione.

(3) Onde, mentre la mia mente era immersa nel Fiat Divino, il mio dolce Gesú, visitando la piccola anima mia, con una bontà indicibile mi ha detto:

(4) “Figlia mia benedetta della mia Volontà, quante maraviglie sa fare il mio Volere nella creatura, purché gli dia il primo posto e gli dia tutta la libertà di farlo operare. Esso prende la volontà, la parola, l’atto che vuol fare la creatura, la immedesima con Sé, la investe con la sua virtù creante, vi pronunzia il suo Fiat, e ne forma tante vite per quante creature esistono. Vedi, tu stavi chiedendo nella mia Volontà il suo battesimo a tutti i neonati che usciranno alla luce del giorno, e quindi la sua Vita regnante in essi. La mia Volontà non ha esitato un istante, subito ha pronunziato il suo Fiat e ha formato tante Vite di Sé, per quanti neonati uscivano alla luce, battezzandoli come tu volevi, con la sua luce prima, e poi, dando a ciascuna la sua Vita. E se questi neonati, o per incorrispondenza o per mancanza di conoscenza non la possederanno questa Vita nostra, ma per Noi questa Vita resta, e abbiamo tante Vite Divine che ci amano, ci glorificano, ci benedicono, come amiamo in Noi stessi. Però, queste nostre Vite Divine sono la più grande gloria nostra, ma non mettono da parte colei che diede l’occasione al nostro Fiat Divino di formare tante nostre Vite per quanti neonati uscivano alla luce, anzi la tengono nascosta in loro per farla amare come loro amano, e farla fare ciò che fanno, né mettono da parte i neonati, anzi sono tutt’occhio sopra di essi, li vigilano, li difendono, per poter regnare nelle anime loro. Figlia mia, chi può dirti come amiamo questa 37[1] Questo libro è stato copiato direttamente dal originale manoscritto di Luisa Piccarreta creatura che vive nel nostro Volere? L’amiamo tanto, che diamo il nostro Voler in suo potere, affinché ne faccia ciò che vuole: Se vuole formare Vite nostre, la facciamo fare; se vuole riempire Cielo e terra del nostro Amore, le diamo la libertà di farla fare tanto, che ci fa dire da tutti che ci amano, anche nel piccolo uccellino che trilla, gorgheggia e canta sentiamo il ti amo di chi vive nel nostro Volere; se nella foga del suo amore vuole amarci di più, entra nel nostro atto creante e si diletta di crearci nuovi soli, cieli e stelle, e ci fa dire, senza mai cessare, vi amo, vi amo, e prende la parte narratrice di narrare la gloria nostra. Nella nostra Volontà la vista è lunga ed è tutta attenzione, tutt’occhio, per vedere che cosa vogliamo e come può amarci di più”.

(5) Mio Dio, quante meraviglie, quante sorprese ci sono nel tuo Volere, il suo dolce incanto è tanto, che non solo si resta rapito, ma come imbalsamato, trasformato nelle stesse meraviglie del Fiat, in modo che non si sa come fare per uscirne. Onde pensavo tra me: “Ma quale sarà la differenza tra chi vive nel Voler Divino e tra chi si rassegna nelle circostanze dolorose della vita, e tra chi non la fa affatto la Divina Volontà? ” Ed il mio dolce Gesú, ritornando ha soggiunto:

(6) “Figlia mia benedetta, la differenza è tanta, che non vi è paragone che regga; per chi vive nel mio Volere tiene il dominio su tutti, e Noi l’amiamo tanto, che la facciamo giungere a dominare Noi stessi, e godiamo tanto nel vedere la piccolezza della creatura dominarci, che proviamo gioie insolite, perché vediamo che la nostra Volontà domina nella creatura, ed essa domina insieme col nostro Volere, ed oh! quante volte ci facciamo vincere, e molte volte è tanta la nostra gioia, che facciamo vincere la nostra Volontà nella creatura anziché in Noi stessi. Oltre di ciò, col vivere nel nostro Volere, al suo continuo contatto acquista i sensi divini, acquista la vista lunga, la sua luce è tanto penetrante e chiara che giunge a fissarsi in Dio, in cui guarda gli arcani divini; la nostra Santità e Bellezze le sono palpabili, le ama, le fa sue; con quest’occhio di luce dovunque trova il suo Creatore, non vi è cosa in cui non lo trova; con la sua Maestà e col suo Amore involge la creatura e si fa sentire quanto l’ama, nel sentirsi amato l’ama, ed oh! le gioie indescrivibili d’ambi le parti, nel sentirsi amata e amarlo in ogni cosa; acquista l’udito divino, e subito sente ciò che Noi vogliamo, è sempre intenta ad ascoltarci, né vi è bisogno di dire e ridire ciò che vogliamo, basta un piccolo cenno e tutto è fatto; acquista l’odorato divino, e con solo fiutare avverte se ciò che le circonda è buono e santo e appartiene a Noi; acquista il gusto divino, tanto, che a sazietà si pasce d’amore e di tutto ciò che è Cielo; finalmente, nel nostro Volere acquista il tatto nostro, in modo che tutto è puro e santo, né vi è timore che il minimo alito possa ombrarla. Tutta bella, vaga e leggiadra è chi vive nel mio Fiat.

(7) Invece, chi è solo rassegnata non vive col nostro continuo contatto, si può dire che non ne sa nulla del nostro Ente Supremo, la sua vista è molto debole e malata, che le fa male se vuol guardare, soffre una miopia in ultimo grado, che stentatamente può scoprire gli oggetti più necessari; stentatamente sente, e quanto ci vuole per farla ascoltare, se pure ci ascolta; l’odorato, il gusto, il tatto, fiutano ciò che è umano, si pascono di ciò ch’è terra e sentono il tatto delle passioni, la dolcezza dei piaceri mondani, e pure che col fare la mia Volontà nelle circostanze, negli incontri dolorosi, si cibano non ogni giorno, ma quando hanno l’occasione che la mia Volontà l’offra un dolore. Oh! come crescono deboli, nervosi, malati, da far pietà, povera creatura senza della mia Volontà continua, come mi fanno pietà.

(8) Per chi, poi, non è rassegnata, è cieca e sorda, non tiene affatto odorato, perde il gusto a tutti i beni, è un povero paralizzato che non può servirsi neppure di sé stesso per aiutarsi, lui stesso si forma una rete d’infelicità e di peccati, che non sa uscirne”.