(1) La mia povera mente sente il bisogno estremo di rintracciare gli atti del Voler Divino, come respiro e palpito della mia povera esistenza, e se ciò non facessi mi sentirei mancare l’aria per respirare, il cuore per palpitare. Mio Dio, come si può vivere senza l’aria e la Vita della tua Volontà? Mi sembra impossibile. Ed il mio dolce Gesù, visitando la piccola anima mia, tutto bontà mi ha detto:
(2) “Mia buona figlia della mia Volontà, il mio amore fu tanto nella creazione dell’uomo, che le davo la mia Volontà come sua Vita primaria e di assoluta necessità, tanto che senza di Essa non poteva produrre nulla di bene. Come la terra non produce senza dell’acqua, perché si può chiamare l’acqua l’anima della terra; ma se non si aggiunge il sole, che con la sua luce e calore feconda, purifica, abbellisce la terra, l’acqua servirebbe ad ammuffire la terra e a renderla una cloaca fangosa, dalla quale si sprigionerebbe un’aria contagiosa da poter appestare la terra. Ma non bastano questi tre elementi, acqua, terra e sole, ci vuole il seme per poter formare della terra le più belle fioriture, le piante, i frutti che rallegrano l’agricoltore, e formano il cibo a tutte le umane generazioni. Vedi, uno di questi elementi che mancherebbe, la terra sarebbe infeconda, tetra, oscura, da far spavento. Ora, la necessità dell’unione di questi elementi, che forma il bello, l’utile, il buono, la fecondità della nostra opera creatrice, separati possono far danno ed essere nocivi alle povere creature, uniti possono far un mondo di beni. Ora, così creavo la stretta necessità della mia Volontà nella creatura. Creavo l’anima come acqua alla terra, cui doveva scorrere più che acqua nella terra del suo corpo; creavo la mia Volontà in essa, come sole, luce e calore, cui doveva vivificarla, fecondarla, abbellirla, ma con tale rara bellezza da rapirci continuamente ad amarla. E come l’agricoltore si occupa di gettare il seme nella terra per farla produrre, così la mia Volontà prendeva l’impegno di gettare nella creatura tanti semi divini, per i quali dovevano sorgere tanti soli, uno più bello dell’altro, che dovevano produrre fioriture e frutti celesti, che dovevano servire come cibo suo, delle creature e del suo stesso Creatore, perché il nostro cibo, la nostra Vita, è la nostra Volontà. Vedi dunque la necessità dell’unione degli atti che come semi forma nella creatura, questa forma la crescenza della mia Volontà in essa, comunica la virtù delle nostre qualità divine, e ne forma tali prodigi di grazia, di bellezza, che Noi stessi la amiamo tanto, da renderci non solo inseparabili, ma operanti continuamente in essa, perché sappiamo che se amiamo ama, se operiamo opera, né sa far nulla senza di Noi, perché mancando la nostra unione si ridurrebbe nell’inutilità, come la terra senz’acqua, senza sole e senza semi, perciò Noi, amandola assai, facciamo tutto in essa. Vedi in che punto doloroso, nocivo e quasi orribile si mette la creatura senza della nostra Volontà”.
(3) Poi ha soggiunto, con un accento più doloroso e commovente:
(4) “Figlia mia, come ci duole non veder vivere la creatura nella nostra Volontà, essa col non vivere in Essa, ci vuole rintanarci nella nostra patria celeste. Non vuole che viviamo insieme sulla terra; con ciò, la nostra Volontà le è di peso, sfugge dalla nostra santità, chiude le porte alla luce e cerca le tenebre. Poveretta, col fare la sua volontà morrà di freddo e di fame, e potrà dire: “Il Cielo non mi appartiene”. Vivono esiliate sulla terra, senza appoggio, senza difesa, senza forza; lo stesso bene, per loro si converte in amarezze, e se occorre anche in difetti, perciò formano il nostro dolore e soffocano continuamente il nostro amore. E’ tanto l’amore della nostra Volontà, che ogni parola o conoscenza che manifesta di Essa, è una sua Vita Divina, non solo, ma nuova, distinta l’una dall’altra; nuova nella santità, nella bellezza, nell’amore. Perciò godiamo tanto e facciamo festa nel far conoscere che cosa è la nostra Volontà, quel che sa fare e può fare nel cerchio della creatura, e a che punto nobile, sublime, alto, vuol collocarla nel nostro seno divino. Perché col farla conoscere non facciamo altro che sprigionare nuove Vite Divine, e come si fanno possedere, così riceviamo il nostro nuovo amore, la nostra nuova bellezza, bontà e così di seguito dalla creatura, ed oh! come ci sentiamo glorificati, amati, per mezzo delle nostre stesse Vite, da chi ci abbiamo fatto conoscere. Perciò il farci conoscere, il trovare chi ci vuol conoscere, è l’atto che più ci glorifica; il nostro amore trova per chi sfogare e poter dare ciò che vogliamo. E poi, a che pro creare la creatura, se non ci volevamo far conoscere? E’ la conoscenza che ci fa scendere in essa, e le dà il volo per farla salire sino a Noi. Quindi, quando ti vediamo che tu sospiri di conoscere di più del nostro Volere, Io subito ti faccio le più belle sorprese del nostro Fiat onnipotente, ma non per farti solo conoscere, ma per darti il bene che ti facciamo conoscere”.
(5) Dopo ciò ha soggiunto, tutto commosso:
(6) “Figlia mia, chi vive nella mia Volontà è la sospirata da tutti, perché tutti si sentono amati da essa; il suo amore corre a tutti, abbraccia tutti, si depone nei cuori di tutti per farci amare da tutti; anche il più piccolo ti amo, ti adoro, ti benedico di chi vive nel nostro Voler Santo, tiene il diritto di chiudersi in tutti, anzi, gli stessi santi e angeli si sentono onorati di dare il posto in essi al più piccolo ti amo di questa fortunata creatura, e ci amano con questo ti amo. Quale non sarà il suo contento quando verrà nella patria celeste e vedrà il suo ti amo in tutti i beati che ama al suo Dio, e questo nel modo più semplice: Trovandosi la nostra Volontà da per tutto, ciò che si fa in Essa, dovunque prende il suo posto e acquista l’atto continuo di sempre amare. Sicché anche il sole, il cielo, le stelle, la Creazione tutta possederanno questi atti per amarci e benedirci”.