MaM
Messaggio del 25 ottobre 1988:Cari figli, il mio invito a vivere i messaggi che vi do, è quotidiano. In modo particolare, figlioli, vorrei avvicinarvi di più al Cuore di Gesù. Perciò, figlioli, oggi vi invito alla preghiera indirizzata al mio caro Figlio Gesù, affinché tutti i vostri cuori siano suoi. E inoltre vi invito a consacrarvi al mio Cuore immacolato. Desidero che vi consacriate personalmente, come famiglie e come parrocchie, in modo tale che tutto appartenga a Dio attraverso le mie mani. Perciò, figlioli, pregate in modo da capire il valore di questi messaggi che io vi do. Non chiedo nulla per me stessa, ma chiedo tutto per la salvezza delle vostre anime. satana è forte; e perciò, figlioli, accostatevi al mio Cuore materno con una preghiera incessante. Grazie per aver risposto alla mia chiamata!

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 35-42 Marzo 30, 1938 Quando i sacrifici si fanno di buona volontà, il caro Gesù vi mette i suoi gusti divini, e li rende piacevoli e amabili. Come Dio creava in loro la passione d’amore.

(1) Mi sento tra le braccia del Fiat Divino, ed è tanto il suo amore che mi alimenta con la sua luce, mi riscalda col suo calore, e se sono stanca mi culla sulle sue ginocchia per darmi il suo riposo, che mi fa risorgere a nuova Vita. Volontà Divina, quanto sei amabile, tu sola mi sai amare davvero, e trovo il rifugio a tutti i miei mali. Ma mi sentivo oppressa nel vedere che quelli che mi circondano soffrono e fanno dei grandi sacrifici per causa mia. Come è doloroso vedere sacrificati gli altri, ed il mio dolce Gesù, stringendomi fra le sue braccia in atto di compatirmi, tutto tenerezza mi ha detto:

(2) “Povera figlia mia, coraggio, non voglio che ci pensi. Tu devi sapere che Io posso e so pagar bene anche i piccoli sacrifici, le attenzioni, molto più i grandi. Io numero tutto, e neppure un respiro fatto per Me lascio senza ricompensa. Molto più se questi sacrifici vengono fatti a chi mi ama, a chi vuol vivere nel mio Volere; mi sento che me li fa a Me stesso; ed Io, per fare che questi sacrifici siano fatti di buona volontà, vi metto il mio gusto divino, in modo che faccio sentire il gusto, il piacere di fare quei sacrifici, in modo che sentono il bisogno di farli, il gusto, il piacere nel sacrificio. Sono come il sale, i condimenti ai cibi, come l’olio alle ruote che prima camminavano a stento, messo l’olio corrono. Il gusto divino svuota il sacrificio e lo rende leggiero e piacevole. Ecco perciò la causa che nel nostro amore creammo una passione santa, un gusto, un piacere, che non sappiamo stare se non amiamo la creatura. Fu questa nostra passione d’amore, che ci faceva sentire l’estremo bisogno di attestare con le nostre opere l’amore verso le creature, tanto che nessuno ci pregò che creassimo un cielo, un sole, e tante altre cose; tanto che dopo create le guardammo, e provammo tanto gusto e piacere, che nella nostra enfasi d’amore esclamammo: “Come sono belle le opere nostre, ma ci daranno più gloria, proveremo più gusto, quando le opere nostre si daranno alle creature per amarle, per farci amare da esse”. Allora, alla nostra passione d’amore, all’estremo bisogno d’amare, si aggiungeva la follia, il delirio d’amore, tanto che non ci contentammo delle sole opere, l’amore giunse a tanto, che sentimmo il bisogno di metterci anche la Vita. Difatti, che cosa non mi fece fare questa necessità d’amare che sentivo in Me? Mi fece soffrire pene inaudite, subii le umiliazioni più umilianti e perfino la stessa morte tra spasimi atroci.

(3) Ora, questa nostra stessa passione d’amare non si contenta se non partecipa questa nostra stessa passione d’amore alla creatura. Perciò, nei sacrifici che facciamo fare, creammo in essi la passione santa, la corrediamo di gusto, di piaceri, da farle fare le più belle conquiste. Questa passione diventa ingegnosa, si industria in mille modi, e se non si rende operante pare che non sa né stare né vivere. Se non vi è passione, anche nelle opere sante e gusto nei sacrifici, pare che sono opere dipinte, non vive; hanno un freddo, un’apatia, che produce più disgusto che gusto, e forse più male che bene. Perciò, figlia mia, non ti dar pensiero dei sacrifici che fanno per te; anzi devo dirti che lo fanno per Me, non per te, ed Io ci metterò tale grazia, gusto e piacere, da svuotare il sacrificio, e poi, a seconda dell’amore con cui lo faranno, Io mi riverserò in loro, e come faranno il sacrificio voluto da Me, così farò crescere la mia Vita in essi. Non è forse la mia passione d’amore che mi fa tanto dire della mia Volontà, per creare nell’uomo la passione di vivere nel mio Volere? Col dirne tante, voglio affogare la volontà umana dai nostri gusti divini, ma tanto, da farla decidere, in virtù del gusto che sente, della felicità che prova, di vivere nella mia Volontà. E poi, lo puoi dire tu stessa, quanti gusti, contenti, gioie ti ho dato nello stato sacrificante in cui ti ho messo? Quindi, lascia fare al tuo Gesù, che sa aggiustare il sacrificio e lo rende amabile, facile e anche desiderabile; molto più che al sacrificio della creatura ci metto la forza, il sostegno, la vita del mio sacrificio, posso dire che il mio sacrificio prende nel suo grembo il sacrificio di essa, e fa da guida, da vita, da luce a colui o colei che di buona volontà voglia sacrificarsi per Me”.