MaM
Messaggio del 25 settembre 1997: Cari figli, oggi vi invito a comprendere che senza amore non potete capire che Dio deve essere al primo posto nella vostra vita. Per questo, figlioli, vi invito tutti, ad amare non con amore umano ma con l'amore di Dio. Così la vostra vita sarà più bella e non interessata. Capirete che Dio si dona a voi per amore nel modo più semplice. Figlioli, per poter capire le mie parole, che vi dono per amore, pregate, pregate, pregate, e potrete accettare gli altri con amore e perdonare a tutti coloro che vi hanno fatto del male. Rispondete con la preghiera, la preghiera è il frutto dell'amore verso Dio Creatore. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 35-36 Marzo 6, 1938 Le oppressioni, le malinconie, non hanno ragione d’esistere nel Volere Divino; formano le nubi, le goccioline amari che amareggiano Dio e la creatura. Prodigi dell’abbandono nel Voler Divino. Tutte le cose create restano animate da chi vive nel Fiat Divino.

(1) Il mare del Voler Divino non cessa d’immergermi nelle sue onde, come se non volesse che nessun’altra cosa entrasse in me che solo la sua luce, per crescere in me a via di luce e calore, la sola Vita della sua Volontà. Ma ad onta di tutto ciò mi sentivo oppressa, con un’aria di malinconia, per le circostanze, ahimè! troppo dolorose della mia povera esistenza quaggiù, che mi formavano come le nubi per impedirmi di godere il bello della luce e la soavità del calore, in cui l’anima resta fecondata, rinata e crescente nel suo stesso Creatore. Ed il mio dolce Gesù, che con gelosia vigila la povera anima mia, tutto bontà mi ha detto:

(2) “Figlia mia buona, coraggio, le oppressioni, le malinconie, il pensiero del passato, non hanno ragione di esistere per chi vive nella mia Volontà. Queste sono note scordanti con le nostre note di gioie, di pace e d’amore, e formano suoni flebili, che suonano male alle nostre orecchie divine, sono come le goccioline amare che vorrebbero amareggiare, gettate nel nostro mare, che vorrebbero amareggiare il nostro mare divino, mentre col vivere nel nostro Volere, Noi la facciamo proprietaria dei nostri mari di gioia, di felicità, e se occorre armiamo la nostra potenza in suo potere, per fare che tutto le sia propizio e nulla le possa nuocere, perché non vi è potenza contro la nostra Volontà; anzi, Essa tiene potere di appianare e di stritolare tutto, come polvere sotto l’impero d’un vento impetuoso, perciò, quando vediamo la creatura nella nostra Volontà, afflitta, oppressa, come ci suona male, e siccome vive nel nostro Volere, siamo costretti dall’unica Volontà che ci anima, a sentire le sue afflizioni ed oppressioni; metterci da parte quando la creatura è afflitta, non è del nostro Essere Divino né del nostro amore. Piuttosto facciamo uso della nostra potenza, la inondiamo di più col nostro amore, affinché la rivediamo di nuovo col sorriso sulle labbra e con la gioia nel cuore.

(3) Poi, il pensiero del passato è proprio assurdo, è un volere arbitrarsi dei diritti divini. Tu devi sapere che ciò che la creatura ha fatto di bello e di buono, sta depositato dentro di Noi, che ci attesta il suo amore, la sua gloria che ci dà, e forma la sua corona per coronarla nel primo ingresso che farà nella nostra Patria Celeste, perciò il più bel atto della creatura è gettarsi nelle nostre braccia, abbandonarsi in modo da lasciare fare a Noi ciò che vogliamo fare di essa, tanto nel tempo quanto nell’eternità, e allora Noi prendiamo tutto il gusto di fare di essa una delle statue più belle che deve ornare la nostra Celeste Gerusalemme”.

(4) Poi ha soggiunto: “Figlia mia, quando la creatura si abbandona nella nostra Volontà, è tanto il nostro compiacimento, che essa si versa in Noi e Noi ci riversiamo in essa, e le diamo nuova Vita nostra, nuovo amore, nuova santità, nuove conoscenze del nostro Ente Supremo. Quando la creatura si abbandona nel nostro Voler Divino, Noi possiamo fare in essa i prodigi più grandi, le grazie più sorprendenti, perché c’è la nostra stessa Volontà che riceve e fa il deposito di quello che vogliamo dare alla creatura; l’abbandonarsi nel nostro Volere prende il Cielo d’assalto, ed è tanto il suo impero, che s’impone sul nostro Essere Divino, lo chiude nella sua piccolezza, ed essa, trionfante, si chiude nel nostro Seno Divino. I Cieli stupiscono, gli angeli e santi restano estasiati, e tutti sentono una nuova vita scorrere in loro in virtù dell’atto dell’abbandono che ha fatto la creatura ancor viatrice. E Noi, trovandola abbandonata nel nostro Fiat, troviamo in essa che possiamo fare ciò che vogliamo, tutta si presta alla nostra potenza, quindi diamo il principio al lavoro e formiamo nell’anima sua tante fontanine d’amore, di bontà, di santità, di Misericordia, e così di seguito, in modo che quando il nostro amore vuole amare, col nostro soffio onnipotente moviamo le fontanine dell’amore, ed essa ci ama e fa straripare dalla fonte tanto amore da allagare tutta la corte celeste; quando vogliamo usare bontà, Misericordia, Grazia, moviamo queste fonti, e viene allagata la terra dalla bontà e Misericordia nostra, e chi si converte, chi riceve grazie. Tutto ciò lo possiamo fare direttamente da Noi stessi, però proviamo più gusto, sentiamo più piacere di servircene delle fonti che Noi stessi abbiamo formato nella creatura. Per mezzo suo ci sentiamo più spinti ad usare misericordia verso tutti; teniamo l’intermediaria tra il Cielo e la terra, che col suo abbandono ci fa versare grazie e ci fa amare di nuovo amore tutte le creature. Sicché, quanto più sarai abbandonata nella nostra Volontà, più saremo larghi verso di te e verso di tutti, e tutti, almeno i più disposti troveranno nuova forza, nuova luce, nuova guida”.

(5) Io son rimasta sorpresa, e Lui ha soggiunto: “Figlia mia buona, come vorrei che tutti conoscessero che significa vivere nel mio Voler Divino, che pare che dà dell’incredibile, ma sai perché? Perché non conoscono che cosa è la mia Volontà, e tutta la serie dei prodigi che sa fare e vuol fare nella creatura; quindi, non conoscendola, credono che non sia possibile che possa fare nella creatura tutto ciò che dico, oh! se la conoscessero, è poco quello che fa e quello che dice. E’ la conoscenza che ci fa mettere in via verso la creatura, e ci prepara il posto, forma il vuoto dove deporre i nostri prodigi inauditi; è la conoscenza che forma gli occhi per poter guardare e apprezzare le nostre meraviglie divine. Tutto è prodigio per chi vive nella nostra Volontà. Tu devi sapere che come si fanno gli atti nella mia Volontà, tutte le cose create restano animate dalla volontà e parola di quella creatura, tutte posseggono una voce, e chi dice amore, chi gloria, chi adorazione, chi grazie, chi benedizione al nostro Creatore. Che armonia che formano nell’atmosfera, che dolce incanto, fino a sentirci rapire, ma di chi sono tutte quelle voci? Di chi vive nel nostro Volere. Succede come quando a via d’ingegno si chiudono le voci, i canti, negli strumenti di legno e di metallo, gli strumenti cantano e parlano. Così chi vive nel mio Volere, è tanto il suo amore che vuol vedermi amato e glorificato, che chiude la sua volontà, la sua voce, il suo amore nelle cose create, e chi mi narra la storia del mio amore, chi mi canta la gloria, pare che tutte hanno una cosa da dirmi, ed oh! come ne resto contento, perché vedo che la creatura padroneggia tutta la Creazione, e come regina qual è, anima tutto e mi fa amare da tutto. Oh! come dolce risuona al nostro udito divino. Tutto le ho dato e tutto mi dà, ed Io ritorno tutto a ridare”.