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Messaggio del 25 agosto 2018: Cari figli! Questo è tempo di grazia. Figlioli, pregate di più, parlate di meno e lasciate che Dio vi guidi sulla via della conversione. Io sono con voi e vi amo con il mio amore materno. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 35-14 Ottobre 31, 1937 Un atto di Volontà Divina contiene tale potenza, amore, che se Dio non facesse un prodigio, la creatura non potrebbe contenere quest’atto infinito. Il passaporto.

(1) La mia povera mente continua a valicare il mare del Voler Divino, mi pare che vuol dire sempre cose nuove di quello che vuole e può fare nella creatura dove Esso regna. E siccome il dolce Gesù prende molto diletto nel parlare della sua Volontà, come vede la creatura disposta, che vuol sentire la sua storia, prende la prima parte di narratore per farla conoscere e amare, perciò ripetendo la sua visitina mi ha detto:

(2) “Figlia mia, se ti volessi sempre parlare del mio Fiat, terrei sempre cose nuove da dirti, perché essendo eterna la sua storia, non finisce mai, né ciò che è in Sé stesso, né ciò che può fare nella creatura. Or, tu devi sapere che un atto della mia Volontà nella creatura contiene tale potenza, grazia, amore, santità, che se il mio Volere non operasse un prodigio, non lo potrebbe contenere, perché è un atto infinito, e al finito non gli è dato di poterlo tutto abbracciare. Senti dove giunge il suo amore, come la creatura si presta, la chiama nel suo atto, la mia Volontà Divina opera, nell’operare chiama la sua infinità, la sua Vita eterna, la sua potenza che su tutto s’impone, la sua immensità che chiama ed abbraccia tutti e tutto, nessuno si può mettere da parte nel suo operare, quando tutto ha racchiuso, la mia Volontà forma la sua opera. Vedi dunque che cosa è un atto di Essa, un atto infinito, eterno, armato di potenza divina, immenso, che nessuno può dire: “Io non vi ero in quell’atto”. Ora, questi atti non possono restare senza produrre una grande gloria divina alla nostra Maestà Suprema e un bene immenso alle creature. Siccome sono atti fatti insieme con la creatura, operano da Dio e legano Dio e la creatura, Dio per dare e la creatura per ricevere, sono come pretesti al nostro amore, il quale ci dice: “La creatura ci ha dato il luogo nell’atto suo, ci ha dato la libertà di farci fare quello che vogliamo”. Quindi il nostro amore s’impone su di Noi per farci dare quello che siamo, anche per onorare Noi stessi e per onore della nostra Volontà operante. Il nostro amore giunge a tali pretesti e smanie d’amore, che non ci vuol mai far finire di dare, mettendoci avanti la nostra immensità che non finisce, la nostra potenza che tutto può dare, la nostra sapienza che tutto può disporre; questi atti sono atti divini e possono formare il passaporto alle altre creature per farle entrare nel regno del nostro Volere, essi daranno un figlio nel nostro regno, sicché quanti più atti verranno fatti in Esso, tanto più sarà popolato, e tutto il bene ridonderà a coloro che sono stati i primi a dar vita alla mia Volontà negli atti loro. Or, tu devi sapere che i primi passaporti furono formati da Me e dalla mia Madre Celeste ai primi figli del mio Volere, i quali contengono la mia firma, scritta col mio sangue e coi dolori della Vergine Santissima, a tutti gli altri passaporti corre la mia firma, altrimenti non sarebbero riconosciuti. Perciò chi vive nel mio Volere tiene per principio la mia vita, per palpito il mio amore, per dote le mie opere e passi, per parola la mia stessa Volontà, sento Me stesso in essa, ed oh! come l’amo e mi sento riamato col mio stesso amore, e l’anima sente tale gioia e contento ché mi ama non più col suo piccolo amore, ma col mio eterno amore, mi abbraccia con le mie opere, mi corre appresso coi miei passi, sente che la sua vita sono Io, tutto trova in Me, ed Io tutto in essa. Perciò sii attenta figlia se vuoi renderti e rendermi felice”.

(3) Dopo ciò mi sentivo un poco più sofferente, e tossivo forte, ad ogni colpo di tosse chiedevo la Divina Volontà che venisse a regnare sulla terra, ed il mio caro Gesù, tutto tenerezza, mi ha stretto fra le sue braccia dicendomi:

(4) “Figlia mia, Io lo sapevo che mi avresti chiesto la mia Volontà ad ogni colpo del tuo tossire, ed il mio cuore me lo sentivo ferire e scoppiare d’amore, e mi sentivo ridare nel tuo tossire la mia immensità che mi involgeva e mi chiedeva la mia Volontà, la mia potenza e infinità, che mi faceva chiedere da tutti la mia Volontà regnante, tanto, che Io stesso ero costretto a dire: “Volontà mia, vieni a regnare, non più indugiare”. Mi sento tale violenza, che non faccio altro che fare e dire ciò che fa e dice la creatura, perciò voglio che mi chieda la mia Volontà nelle tue pene, nel cibo che prendi, nell’acqua che bevvi, nel lavoro che fai, nel sonno, voglio che impegni il tuo respiro e palpito a chiedermi che la mia Volontà venga a regnare. Sicché tutto sarà per te occasione di chiedermi la mia Volontà, anche nel sole che riempie di luce il tuo occhio, nel vento che ti soffia, nel cielo che vedi stenderti sul tuo capo, tutto deve essere per te occasione di chiedermi la mia Volontà regnante in mezzo alle creature. Con ciò mi metterai tanti pegni nelle mie mani, ed il primo pegno sarà tutto l’essere tuo, ché non ti muoverai se non mi chiederai che la mia Volontà sia conosciuta e sospirata da tutti”. . .