(1) Stavo facendo il mio giro negli atti della Divina Volontà, e giunta al concepimento della Vergine Santissima mi sono fermata per offerire alla Divinità la potenza, l’amore loro che ebbero nel far concepire questa Celeste Signora, per ottenere che venga il suo regno sulla terra. Ed il mio dolce Gesù, sorprendendomi mi ha detto:
(2) “Figlia mia, come fu concepita questa Vergine Santa, così ricominciò la nostra festa col genere umano, perché fin dal primo istante del suo concepimento ereditò la nostra Volontà Divina, la quale incominciò subito il suo lavorio divino nella sua bell’anima, ed in ogni palpito, pensiero, respiro di Essa, con la sua potenza creatrice formava prodigi incantevoli di santità, di bellezza, di grazia, che Noi stessi, che eravamo attori e spettatori insieme col nostro Voler Divino, restavamo rapiti, e nella nostra enfasi d’amore dicevamo: “Com’è bella la creatura insieme col nostro Volere, essa ci dà l’agio di formare le nostre opere più belle e ci dà vita alla nostra Vita in essa”. Il nostro amore gioiva, festeggiava, perché era uscita alla luce del tempo la nostra ereditiera divina, l’ereditiera della nostra Volontà e della nostra stessa Vita, e siccome in virtù della nostra Volontà operante in Lei, era tutta nostra, esclusivamente nostra, guardandola sentivamo il nostro respiro, il palpito nostro, il nostro amore che sempre arde e ama, i nostri moti nei suoi, la nostra bellezza traspariva nel muovere delle sue pupille, nel gestire delle sue manine, nel dolce incanto della sua voce rapitrice, ci teneva tanto occupati ed in festa, che neppure un istante potevamo distogliere da Lei i nostri sguardi, sicché era nostra, tutta nostra; la nostra Volontà per diritto era già sua, e riconoscevamo in questa santa creatura la nostra ereditiera divina; già col possedere la nostra Volontà ne aveva preso il possesso. Ora, questa Vergine santa teneva la sua umanità, nella quale vincolava tutta l’umana famiglia, quasi come membra al corpo, e Noi, per amor suo, guardando in Lei tutto l’umano genere, come fu concepita demmo il primo bacio di pace a tutta l’umanità e la costituimmo erede della nostra ereditiera divina, menoche qualche ingrato non volesse riceverla.
(3) Ora vedi dunque come il regno della nostra Volontà è certo che deve venire sulla terra, giacché esiste chi lo ereditò, e avendolo ereditato una creatura che appartiene alla razza umana, acquistano il diritto tutte le creature di poterlo possedere. Questa Sovrana Celeste, presa d’amore, formò di Sé un pegno nelle nostre mani creatrici, per fare che tutti ricevessero questo regno, e siccome questo pegno possedeva la Vita della mia Volontà, conteneva un valore infinito, che per tutti poteva impegnarsi. Che dolce e caro pegno era nelle nostre mani questa Santa Creatura, Essa, col far scorrere la sua vita, i suoi atti nel nostro Voler Divino, formava monete divine per poterci pagare per quelli che dovevano ereditare il nostro Fiat Divino.
(4) Poi venne la mia Umanità, unita al Verbo Eterno, che con la mia Vita, pene e morte, sborsai il prezzo sufficiente per ricomprare questa nostra Volontà Divina e darla alle creature come eredità che l’apparteneva. Un atto, un respiro, un moto nella mia Volontà contiene tale valore, che può comprare Cielo e terra, e tutto ciò che vuole. Quindi sia Essa sola la tua vita ed il tuo tutto”.
(5) Onde continuavo a sprofondarmi nel Voler Divino, che forza rapitrice possiede, è tanta la dolcezza, le attrattive del suo incanto, che non si vorrebbe perdere neppure un respiro. Ed il mio dolce Gesù ha soggiunto:
(6) “Figlia mia, i prodigi della mia Volontà sono inauditi, è tanta la sua potenza, che come la creatura opera nel mio Volere, chiama in atto ciò che ha fatto prima, l’unisce insieme e ridona a ciascun atto il merito, il bene, la sua potenza, come se di nuovo li stesse facendo, arricchendolo con tanta grazia e bellezza da formare l’incanto di tutto il Cielo. Poi, come celeste rugiada investe tutti i santi, e li dà la nuova gloria e felicità che racchiude l’operato della creatura nella mia Volontà, piove questa rugiada su tutti i viatori, affinché sentano la potenza, la grazia di Essa negli atti loro. Quante anime bruciate dalle passioni, dal peccato, da brutali piaceri, sentono la freschezza di questa rugiada divina e si tramutano nel bene. Un atto nella mia Volontà travolge Cielo, e se non trova anime disposte che vogliano ricevere un tanto bene, si mette alla vedetta, spiando le circostanze, le occasioni, i disinganni della vita, per investirle, imbalsamarle e darle il bene che posseggono, gli atti nella mia Volontà non sono mai oziosi, essi sono pregni di luce, d’amore, di santità, di dolcezza divina, e sentono il bisogno di dar luce a chi vive nelle tenebre, di dar amore a chi è freddo, di dare la santità a chi vive nel peccato, di dare la dolcezza divina a chi si trova amareggiato. Questi atti, veri figli del mio Fiat Divino, non si fermano mai, girano sempre, e se occorre, anche secoli, per dare il bene che posseggono, e siccome sono animati e armati dalla sua potenza, possono dire: “Possiamo fare tutto, perché un Voler Divino che può tutto ci ha dato la vita”.