(1) Il Voler Divino continua ad investirmi, sento il suo moto in me, che come si muove parla, ma con tale eloquenza, che se non facesse un prodigio per farsi intendere, io non potrei ridire ciò che dice, anzi si adatta alla mia capacità, perché se parla, essendo la sua parola creatrice, vuol creare il bene che possiede la sua parola, e se io non l’intendessi non potrei farlo mio quel bene, né porgerlo agli altri come proprietà del Fiat Supremo. Onde stavo impensierita come può essere che il suo moto è parola? Ed il mio dolce Gesù, visitando la povera anima mia, tutto amore mi ha detto:
(2) “Figlia benedetta del Voler Divino, tu devi sapere che dove regna la mia Volontà con la sua potenza creatrice, il suo moto è parola, parla nelle opere, nei passi, parla nella mente, nel respiro; come vuole distendere il suo regno, così parla, per creare la sua Vita Divina in ciascun atto di creatura. Perciò ci vuole somma attenzione per sentire dove vuole iniziare i suoi ammaestramenti. Con la potenza della sua parola investe l’atto umano, il respiro, il palpito, il pensiero, la parola umana, e vi forma la sua opera divina, il respiro, il palpito, il pensiero, la parola divina, questi atti si elevano al Cielo, si presentano innanzi alla Trinità Sacrosanta, la nostra Divinità guarda questi atti, e che cosa trova? Trova Sé stessa in questi atti, riprodotta la sua Vita, la stessa Trinità Santissima guarda il prodigio della nostra Volontà, che con la sua potenza ha travolto la creatura, facendone la ripetizione della nostra Vita, ed oh! come restiamo contenti, rapiti, perché troviamo in essa la santità che ci somiglia, il nostro amore che ci ama, l’intelligenza che ci comprende, la nostra potenza e bontà, che ci trasporta coi vincoli della nostra dolcezza ad amare il genere umano, ci riconosciamo in essa e troviamo l’opera della Creazione quale Noi la vogliamo. Uno solo di questi atti contiene tali maraviglie, che non trovano il posto dove potersi mettere, tanta è la loro grandezza, solo nella nostra immensità trovano il posto dove poter rimanere, essi restano fusi coi nostri atti. Quale gloria non sarà la nostra, e anche della creatura, che i suoi atti, in virtù del nostro Fiat tengono il loro posto negli atti del suo Creatore? Oh! se tutti conoscessero che significa vivere nel Voler Divino, farlo regnare, farebbero a gara di farsi investire per farlo fare la ripetitrice della Vita Divina”.
(3) L’amato Gesù ha fatto silenzio, ed io sono restata immersa nel mare del Voler Divino, e come stupita dicevo: “Mio Dio, dove può giungere chi vive nel tuo Volere”. Ed una folla di pensieri, come tante voci dicevano, dicevano, ma non so ridirli, forse li saprò ridire quando sarò nella patria celeste, ché possederò lo stesso linguaggio di lassù. Onde, stando come preoccupata, il mio sommo bene Gesù ha ripreso il suo dire:
(4) “Figlia mia, non ti meravigliare, tutto è possibile alla mia Volontà. Il vero amore, quando è perfetto, incomincia da sé stesso, il vero modello è la Trinità Sacrosanta: Il mio Padre Celeste amò Sé stesso, e nel suo amore generò suo Figlio, quindi amò Sé stesso nel Figlio. Io, suo Figlio, amai Me stesso nel Padre, e da questo amore procedette lo Spirito Santo. In questo amare Sé stesso, il Padre Celeste generò un solo amore, una sola potenza e santità, e così di seguito, vincolò l’unione inseparabile delle Tre Divine Persone. E quando creammo la Creazione amammo Noi stessi, sicché amammo Noi stessi nello stendere il cielo, nel creare il sole, fu l’amore di Noi stessi che ci spinse a creare tante belle cose degne di Noi ed inseparabili da Noi. E quando creammo l’uomo, l’amore di Noi stessi si fece più intenso, e amando Noi stessi in lui, il nostro amore riprodusse la nostra Vita e somiglianza nel fondo della sua anima. Non si può dare se non ciò che si tiene, e siccome il nostro amore era perfetto, amando Noi stessi non ci potevamo separare da ciò che usciva da Noi. Ora, la nostra Volontà, col voler la creatura a vivere in Essa per formare il suo regno, ama Sé stessa, e amando Sé stessa vuol dare ciò che possiede, e allora è contenta quando forma la ripetizione della nostra Vita, quando opera negli atti della creatura, e trionfante e vittoriosa, con somma nostra gloria e onore ce le porta nel nostro seno divino per fare che Noi riconoscessimo la nostra Vita nel suo operare di chi vive nel suo Volere. E’ proprio questo che significa amare Sé stessa in ciò che vuol fare e produrre: Dare Sé stessa per poter formare un altro essere simile a Lei. La nostra Volontà è la fecondatrice e seminatrice della nostra Vita, e dove trova anime disposte, ama Sé stessa, col suo amore le feconda e vi semina i suoi atti divini, i quali, uniti insieme formano il gran prodigio della Vita Divina nella creatura. Perciò lasciati in balia della mia Volontà, e fa’ che faccia di te ciò che Essa vuol fare, e saremo contenti tu e Noi”.