MaM
Messaggio del 25 luglio 1985:Festa di S. Giacomo, titolare della chiesa parrocchiale: "Cari figli, io desidero guidarvi, ma voi non volete ascoltare i miei messaggi. Oggi vi invito ad ascoltare i messaggi, e così potrete vivere tutto quello che Dio mi dice di trasmettervi. Apritevi a Dio, e Dio opererà per mezzo di voi e vi concederà tutto ciò che vi necessita. Grazie per aver risposto alla mia chiamata!"

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 35-7 Settembre 12, 1937 Le verità sono i più grandi doni che Dio ci dà. Parto divino. Delirio stremo di voler vederci posseditrici dei suoi doni. Sua parola è sfogo d’amore. Il gran bene d’un atto fatto nella Divina Volontà.

(1) La mia povera mente è come assediata dalla Divina Volontà, ne vuol dire tanto delle verità che le appartengono che io non posso contenerle, perché la mia capacità è troppo piccola, e sono costretta a dire: “Basta, Gesù, per ora, Tu ne vuoi dire tanto ed io sono incapace di ritenerle, né saprò dirle tutte, molto meno scriverle come Tu vuoi”. Ed il mio dolce Gesù, compassionando la mia piccolezza, tutto tenerezza mi ha detto:

(2) “Mia piccola figlia del mio Volere, non temere, la tua piccolezza si sperde nella mia Volontà, e non sei tu chi deve manifestare le sue verità, ma Essa stessa prenderà l’impegno di farsi narratrice di quello che vuol far conoscere, perciò investirà la tua mente, si farà parola sulle tue labbra e si farà conoscere chi Essa sia. Certo che da te non lo puoi, ma purché ci dai la tua volontà nella nostra, Noi aggiusteremo a tutto e faremo conoscere quello che vogliamo dire. Tu devi sapere che quando vogliamo fare un bene alle creature, dire una verità, che è il più gran bene che possiamo darle, perché col dirla ne facciamo dono, prima lo maturiamo nel seno della nostra Divinità, e quando non possiamo più contenerlo, perché il nostro amore è tanto che vuol vedere quel dono posseduto dalle creature, che ci fa dare in smanie, in deliri, giunge a farci languire perché vuol vedere quel bene trasmesso a loro. Ci troviamo nelle dolorose condizioni d’una povera madre, che avendo formato il suo parto, se non lo mette alla luce si sente morire; Noi non possiamo morire, ma se il bene che vogliamo dare come parto nostro non lo usciamo alla luce, il nostro amore dà in tali eccessi, che se si potesse vedere dalle creature, comprenderebbero come sa amare un Dio ed in quali strettezze ci mettono quando non ricevono il bene che vogliamo darle, perciò quando troviamo chi lo riceve, confermiamo il dono, facciamo festa e ci sentiamo vittoriosi del bene che l’abbiamo dato, e questo, perché avendolo ricevuto una sola creatura, il nostro parto uscito con tanto amore, da per sé stesso si farà strada, girerà per tutte le creature e con la sua virtù generativa rigenererà tanti altri parti, riempirà tutto il mondo, e Noi avremo la grande gloria di vedere riempiti Cieli e terra del nostro dono, dei nostri beni, e posseditrice di chi lo vuol ricevere. Sentiremo dappertutto le voci amorose, le note del nostro amore parlante, che ci ricambiano il nostro amore represso, ché non potevamo uscire questo parto nostro se non trovavamo almeno una creatura che lo volesse ricevere. Per Noi, il fare del bene è passione, il donare è il delirio continuo del nostro amore, e trovare chi lo riceva, sentiamo nel dono la vita nostra ed il nostro riposo. Quindi, chi si presta la prima a ricevere il nostro parto, l’amiamo tanto, che ci fidiamo di lei, la facciamo segretaria nostra, ed essa, nel vedersi tanto amata da Noi, prende l’impegno di amarci per tutti, ed ho! la gara che si forma tra essa e Noi. Tu devi sapere che ogni nostra parola è uno sfogo d’amore che facciamo con la creatura, sicché ogni parola detta sulla nostra Volontà Divina è uno sfogo d’amore che abbiamo fatto, e ricevendo refrigerio da questo sfogo, abbiamo continuato a parlare, per formare la catena dei nostri sfoghi d’amore, perché era un amore represso che tenevamo in Noi, e se tu sapessi che significa questo nostro sfogo d’amore, i beni che fa; questo nostro sfogo d’amore riempie Cieli e terra, investe tutti, imbalsama le pene, si fa giorno nella notte della colpa, converte i peccatori, raddrizza chi zoppica nel bene, rafferma i buoni, insomma, non vi è bene che non può fare una nostra parola che contiene un nostro sfogo d’amore. Sicché il farci parlare è il più gran bene che si può fare alle creature, ed il nostro amore ricambiato ed il dar vita divina alle creature, è la più grande gloria che possiamo ricevere. Che cosa non può fare una nostra parola? Tutto, e chi è disposto ad ascoltarla, si può dire che dà vita alla nostra parola, perché mai Noi parliamo se non troviamo chi vuole ascoltarci. Perciò, chi ci ascolta ci ama tanto, che ci sentiamo come se ci volesse dar vita in mezzo alle creature, e Noi le diamo la nostra Vita a sua disposizione. Onde sii attenta ad ascoltarci, facci sfogare in amore, che molte volte, quando questi sfoghi d’amore non abbiamo con chi farli, questi sfoghi giustamente si convertono in giustizia”.

(3) Gesù ha fatto silenzio, ma chi può dire che cosa è restata nella mia mente? Non ho i vocaboli per ridirlo, perciò faccio punto e mi abbandono nelle braccia di Gesù per riposarmi insieme con Lui, che mi ama tanto e vuol essere riamato, che mi dà tutto Sé stesso, per essere riamato come Lui mi ama. Onde seguivo il mio giro nella Creazione per rintracciare gli atti fatti dal Voler Divino, farli miei per poterlo riamare come mi ha amato. E giunta nella volta azzurra pensavo tra me: “Questo cielo serve come volta agli abitatori della terra, come pavimento agli abitatori celesti, quindi, siccome serve a tutti, tutti sono obbligati di adorare Colui che con tanto amore ci ha creato questa volta celeste per darla a noi”. Quindi chiamavo tutti gli angeli, i santi e tutti gli abitatori della terra insieme con me, perché tutti uniti ricambiassimo in amore, in adorazione, gloria e ringraziamenti il nostro Creatore, perché ci ha amato tanto che ci ha dato questo cielo. Nel Voler Divino io chiamavo, abbracciavo tutti, e come se fossero uno solo, amavano insieme con me. Il dolce Gesù è restato riamato e ferito da tante voci, e con amore indicibile mi ha detto:

(4) “Figlia mia, un atto nel mio Volere è tanta la sua potenza, che dà dell’incredibile. Come tu chiamavi tutti mi sono sentito riamato da tutti, e avendo tu una volontà libera e meritoria, come tu hai emesso il tuo atto, la mia Volontà ha sprigionato da Sé un amore, una gloria, una felicità maggiore, di cui tutti si sono sentiti investiti, e gli angeli e santi sentono una gloria e felicità maggiore e si sentono più riamati da Dio, e la terra riceve più aiuti, più grazie, a secondo le loro disposizioni. Tutti gli atti fatti nel mio Volere ricevono questo gran bene, perché la mia Volontà è di tutti e tutti hanno diritto a quell’atto, e siccome è atto di viatrice, che corre il merito a tutto ciò che fa di bene, il merito diventa merito comune, quindi, gioia, amore e gloria comune, e se tu sapessi che significa essere più riamato da Dio, gioie e gloria che dà un Dio, oh! come saresti più attenta, gli angeli, i santi, che lo sanno, sospirano la tua chiamata per avere questo gran bene, e quando tu non li chiami, premurosi dicono: “Non ci chiama oggi? ” Sicché tu stai in terra ed il tuo merito corre in Cielo per dare nuovo amore e nuova felicità ai celesti abitatori. Oh! come vorrei che tutti conoscessero che significa operare nella mia Volontà, perché la conoscenza è come l’appetito, che fa desiderare e gustare il cibo che si mangia, invece, senza dell’appetito si sente avversione allo stesso cibo e non si gusta. Tale è la conoscenza, essa è la portatrice dei miei doni, del bene che voglio alle creature, è la conferma del possesso. Poi, la conoscenza genera la stima, l’apprezzamento alle mie verità, ed Io allora parlo quando so che le mie parole sono amate, ascoltate e apprezzate, anzi, quando vedo la stima, l’amore, mi sento tirato dal mio stesso amore a manifestare altre verità; se ciò non vedo, faccio silenzio, e sento il dolore del mio amore represso. Ciò non me lo farai tu, non è vero? ”