MaM
Messaggio del 10 novembre 1984:Quando pregate, raccoglietevi, cercate di rimanere immobili, nella pace. Chiudete gli occhi oppure guardate la croce o un’immagine sacra. Durante la preghiera non gridate, piuttosto pregate con voce bassa, in modo che lo spirito sia più forte della vostra voce. Anche il canto è preghiera, ma cantare semplicemente non basta: occorre mettere tutto il cuore in ogni canto. Le vostre tensioni mettetele coscientemente nelle mani di Dio. Nulla deve disturbarvi. Anche le preoccupazioni e le distrazioni offritele a Gesù e non nascondete niente davanti a lui. Questa è la vera preghiera del cuore!

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 34-43 Luglio 12, 1937 Come le riflessioni umane tolgono il posto alle divine, e sono pietrucce che intorbidano la fonte dell’anima. Come la Divina Volontà converte in natura il suo Amore, e ciò che fa in punto di morte lo anticipa a chi vive in Essa.

(1) Sono tra le braccia del Voler Divino, il quale più che vigile sentinella, non solo vuol farsi vita d’ogni mio atto, ma penetrando in ogni nascondiglio del mio cuore e della mia mente, mi richiama se tutto ciò che entra in me non sia parto del Fiat. Ed il mio sempre amabile Gesù, visitando la piccola anima mia, e atteggiandosi a Maestro, che in tutto vuole ammaestrare la figlia sua, mi ha detto:

(2) “Figlia benedetta della mia Volontà, tu devi sapere che le riflessioni proprie, le impressioni, le oppressioni, le malinconie, i dubbi, i piccoli timori, impediscono le riflessioni divine, le impressioni sante, il rapido volo verso il Cielo, le gioie del vero bene, la pace celeste; esse sono come tante pietrucce gettate dentro d’un lago mentre la persona si sta rimirando in quelle acque limpide come dentro d’uno specchio, e vede tutta intera la sua persona, bella e ordinata qual’è; ora, che succede? Mentre si sta rimirando in quelle acque tersissime, viene gettato in quel lago una piccola pietruccia, l’acqua si increspa, si intorbidi e forma tanti giri e rigiri da intorbidire tutta l’acqua, e della povera persona che si stava rimirando che ne è avvenuto? Come si formavano i giri nell’acqua, così si portavano, chi un piede, chi un braccio, chi una mano, chi la testa, in modo che si vedeva tutta strangolata dalle increspature di quelle acque; chi è stata che ha fatto perdere la limpidezza di quelle acque in modo che non più si vede intera la sua immagine, ma in modo da far pietà, chi è stata? Una piccola pietruccia. Tale è l’anima creata da Dio, più che fonte tersissima, in cui più che fonte tersissima Dio doveva rimirarsi in essa, ed essa in Dio; ora, le riflessioni, le oppressioni, i dubbi, timori, eccetera, sono come tante pietrucce gettate nel fondo della sua anima, e Dio rimirandosi in essa, non se lo sente tutto intero, ma come diviso in tante parti, quindi divisa la Forza, la gioia divina, la Santità, l’unità della pace, questo l’impedirà di conoscere chi è Dio, quanto l’ama e che vuole da essa; e volendosi rimirare essa in Dio, queste pietrucce l’impediranno il passo facendolo zoppicare nel cammino, impedendole il volo per rimirarsi in Colui che l’ha creata, mentre sembrano cose da nulla; eppure in questo viene formata la conoscenza di Dio nella creatura, l’unione, la santità, il rimirarsi Dio nella creatura, ed essa in Dio. Se l’anima non è turbata da queste pietrucce che si possono chiamare bagattelle dell’anima, che mancando la sodezza e sostanza del vero Amore, sono sempre intorbidate e Dio non può specchiarsi in loro per formare la sua bella immagine, perciò sii attenta e cerca sempre la mia Volontà”.

(3) Gesù ha fatto silenzio, ed io sono rimasta a pensare al gran male che fanno le riflessioni proprie, ed il mio dolce Gesù ha soggiunto:

(4)Figlia mia, solo nella mia Volontà l’anima può giungere all’apice della santità più alta, e racchiudere in sé, per quanto a creatura è possibile, un’atto completo, da riempirsi tanto, da non lasciare nessun vuoto in essa, tanto da convertirsi in natura propria il bene che fa; se ama nel mio Fiat, l’onda dell’amore le piove dappertutto, l’investe le più intime fibre, e mentre le piove addosso travolgendola tutta nell’amore, si costituisce regina e converte in natura il suo Amore nella creatura, ma tanto, che si sentirà il respiro, il palpito, il moto, il passo, tutto l’essere che non sa fare altro che amare; quest’onda dell’amore s’innalza fino al Cielo, senza cessare di pioverle addosso e prende d’assalto il suo Creatore e lo ama sempre, perché quando il bene si converte in natura, si sente il bisogno di ripetere il bene ricevuto come atto che costituisce la sua vita. Se adora, si sentirà cambiata la natura in adorazione, sicché in tutto si sentirà sprigionare adorazioni profonde al suo Creatore. Se ripara, sentirà la corsa d’andare rintracciando tutte le offese, per mettervi la sua riparazione. Insomma, la mia Volontà con la sua Forza creatrice non lascia nessun vuoto e sa convertire in natura tutto ciò che la creatura fa in Essa; vedi che differenza tra chi vive nella mia Volontà e la possiede come Vita operante, e tra chi la riconosce come virtù, e forse nelle circostanze più dolorose della vita, ed in tutto il resto come se non ci fosse per loro.

(5) Ora voglio dirti un’altra sorpresa consolante: E’ tanto il nostro compiacimento quando la creatura si decide con fermezza irremovibile di vivere nel nostro Volere, che ciò che dobbiamo fare nel punto della morte, di confermarla nel bene in cui si trova, perché tu devi sapere che tutto ciò che essa ha fatto in vita, preghiere, virtù, pene sofferte, opere buone, queste servono a formare la nostra piccola Vita Divina nella sua anima, nessun beato entra in Cielo se non possiede questa Vita Divina, a secondo il bene che avranno fatto, e se più mi hanno amato e compiuta la mia Volontà, così l’avranno, chi più piccola, chi più grande, perché la vera felicità, le vere gioie si devono possedere dentro, sicché avranno ciascuno dentro e fuori di loro il loro Dio, che le darà sempre nuove gioie, tanto che se le anime, morendo non sono piene fino all’orlo d’Amore e di Volontà mia, le confermo, sì, ma non entrano in Cielo, le mando in purgatorio a riempire questi vuoti di Amore e di Volontà mia a via di pene, di ansie e di sospiri, e quando del tutto si sono riempite, in modo che si vede in esse che sono già tutte trasformate nel mio Amore e nella mia Volontà, allora prendono il volo verso il Cielo. Ora per chi non vuol fare più la sua volontà, ma solo la mia, non vogliamo aspettare quel punto, il nostro Amore ci porta con una forza irresistibile ad anticipare la conferma del bene, e convertire in natura il nostro Amore e la nostra Volontà, onde si sentirà che il mio Amore, il mio Volere è suo, sentirà più la mia Vita che la sua, ma con quale differenza di quelli che sono confermati in punto di morte, essi non più cresceranno nel bene, i loro meriti sono finiti; invece questi, la mia Vita crescerà sempre, i meriti non finiscono, anzi avranno i meriti divini, come continuano ad amarmi e a vivere di mia Volontà, così mi conosceranno di più, ed Io l’amo di più e aumento la loro gloria; posso dire che corro in ogni suo atto per darli il mio bacio, il mio Amore, per riconoscerli ch’è mio e darli il valore, il merito come se l’avesse fatto Io. Ah! tu non puoi comprendere che cosa sentiamo per chi vive nel nostro Volere, come l’amiamo, vogliamo renderla contenta in tutto, perché in essa troviamo realizzato lo scopo della Creazione, accentrata tutta la gloria che tutte le cose ci dovrebbero dare; e poi, la nostra Volontà compiuta è tutto per Noi”.