MaM
Messaggio del 25 gennaio 2002:Cari figli, in questo tempo, mentre voi ancora guardate indietro l'anno passato, io vi invito figlioli a guardare profondamente nel vostro cuore e a decidervi di essere più vicini a Dio e alla preghiera. Figlioli voi siete ancora legati alle cose terreni e poco alla vita spirituale. Che anche questo mio invito di oggi sia per voi uno stimolo a decidervi per Dio e per la conversione quotidiana. Non potete convertirvi figlioli se non lasciate i peccati e non vi decidete per l' amore verso Dio ed il prossimo. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 34-20 Gennaio 4, 1937 Come ogni creatura tiene fin dal principio della sua esistenza un’atto voluto e deciso di Volontà Divina, la quale la crea, la cresce, la forma. Festa di Gesù in ogni atto di creatura che fa la sua Volontà.

(1) Sono tra le braccia del Fiat Divino, il quale mi circonda con la sua luce e richiama sulla mia povera esistenza il suo atto continuo di sua Volontà, ma un’atto che mi dà vita, che mi ama, senza del quale non potrei vivere, né trovare chi veramente mi ama, perciò mi vuole tutta intenta a ricevere quest’atto di vita di sua Volontà, affinché non la esponga a non compiere su di me ciò che vuol fare e l’inceppo il suo Amore, perché Volontà di Dio e Amore fanno a gara, l’una non può stare senza dell’altro. Ora, mentre mi trovavo sotto quest’atto del Fiat, il mio amato Gesù con una bontà che non so dire, tutto tenerezza mi ha stretto al suo cuore divino e mi ha detto:

(2) “Figlia mia benedetta, la mia Volontà è tutto per la creatura, senza di Essa non potrebbe aver neppure la vita. Tu devi sapere che ogni singola creatura tiene, fin dal principio della sua esistenza, un’atto voluto e deciso della mia Volontà, il quale porta con sé un’atto intenso d’Amore verso colui, o colei che incomincia la vita. Vedi dunque come incomincia la creazione della creatura sotto l’impero d’un atto d’amore e di Volontà Divina voluto con tutta la pienezza della conoscenza, tanto, che questi due atti, Amore e Volontà mia, sono corredati di tutte le grazie, di potenza, sapienza, santità e bellezza, di cui vivrà e compirà la sua vita la creatura. Ora, come ha formato il suo primo atto voluto, non si sposta più da sopra di essa, la crea, la forma, la cresce, svolge il suo atto operante per raffermarla nel suo atto voluto, sicché la mia Volontà, il mio Amore, corrono in ogni atto umano, si fanno vita, sostegno, difesa, rifugio, e circondandola con la sua potenza alimentano questa vita, il mio Amore l’abbraccia e la tiene stretta al suo seno, la mia Volontà la circonda da tutti i lati, più che abitazione, per tenere al sicuro il suo atto voluto che il mio Fiat pronunziò per chiamarla all’esistenza.

(3) Ora, quest’atto voluto dal nostro Fiat è l’atto più grande, più potente e che più ci glorifica il nostro Essere Divino, che neppure i Cieli possono contenere e comprendere; ti par poco che la nostra Volontà corra in ogni atto di creatura, e le dica non con le parole, ma coi fatti: “Sono tua, a tua disposizione, deh! riconoscimi, sono vita tua, atto tuo, se mi riconosci mi darai il tuo piccolo ricambio d’amore, e sebbene piccolo, lo voglio, lo pretendo per rinfrancarmi del mio lavorio continuo e della vita che metto per te”. Ed il mio Amore per non restare dietro al mio Fiat, sente l’irresistibile bisogno di correre ad amare ciascun’atto di creatura, il quale le dice in ogni suo atto, ti amo e amami.

(4) Oltre di ciò, il tutto sta se viene riconosciuto quest’atto voluto del mio Fiat, allora ne fa dei prodigi inauditi di santità e di bellezza, che formeranno i più belli ornamenti della patria celeste e le vite più fulgide che si somigliano al loro Creatore, perché la nostra Volontà non ne sa fare esseri che non ci somigliano, la prima cosa che getta è la nostra somiglianza, perché vuol trovare Sé stessa nell’atto operante che svolge nella creatura, altrimenti direbbe: “Non mi somiglia, quindi non mi appartiene”. Se poi non viene riconosciuta e non amata, allora forma il dolore del mio Volere, sebbene corre in ogni atto di creatura, e se non corresse dovrebbe togliere la vita. Quindi nel suo dolore si sente respingere la sua Vita Divina, inceppata la santità che vuole svolgere, rinchiusi nel suo atto voluto i mari di grazie che dovevano inondarla, la bellezza che doveva coprirla. Perciò la mia Volontà può dire: “Non vi è dolore simile al mio dolore”. Molto più che non vi era bene che non voleva darle, non vi è atto suo che non vi ho messo del mio. Quindi figlia mia sii attenta, pensa che ogni tuo atto pende da una Volontà Divina che lo involge, lo forma e le dà la vita, e perché ti ama vuole che conosca la vita che ti dà, e questo come conferma degli atti suoi in te, perciò contentati di morire anziché inceppare quest’atto voluto della mia Volontà fin dal principio della tua esistenza. Com’è bello poter dire: “Sono Volontà di Dio, perché Essa ha fatto tutto in me, mi ha creato, mi ha formato e mi porterà nelle sue braccia di luce nelle celesti regioni come vittoria e trionfo del Fiat Onnipotente e del suo Amore”.

(5) Dopo di ciò la mia mente continuava a nuotare nel mare del Fiat, ed oh! com’era bello vederlo che stava sull’attento, che come io respiravo, palpitavo, amavo, così investiva il mio respiro per formare il suo respiro divino, il palpito divino, e sul mio piccolo amore formava il suo mare d’amore e si dilettava tanto, che con ansia aspettava i miei piccoli atti umani per formare il suo lavorio divino, ed il mio amato Gesù festeggiava il trionfo, il lavoro del Fiat nella piccola anima mia, e tutto bontà mi ha detto:

(6) “Figlia del mio Volere, come godo nel vedere che la mia Divina Volontà mette del suo nell’atto della creatura, e siccome l’atto di essa è piccolo, si diletta di sperderlo nel suo atto grande, che non ha confini, e come trionfante dice: “Ho vinto, la vittoria è mia”. Ed Io in ogni atto di mia Volontà in essa faccio la mia festa. Ora, tu devi sapere che è tanto il compiacimento del nostro Essere Supremo nel vedere sperduto il piccolo atto umano, sperduto, immedesimato, come se avesse perduto la vita per dar vita alla nostra, che eleviamo quest’atto, che chiamammo atto nostro, nell’altezza del nostro atto eterno. L’Eternità tutta quanta, si fa intorno e circondano quest’atto e tutto ciò ch’è stato fatto e si farà nel giro di Essa, si immedesimano con quest’atto, in modo che tutta l’Eternità appartiene a quest’atto, quest’atto lascia nel seno dell’Eterno e forma una festa di più al nostro Essere Supremo, quindi una festa di più a tutto il Cielo, ed un’aiuto, forza e difesa a tutta la terra. Il fare la creatura la nostra Volontà, farla vivere in essa, è l’unica soddisfazione che proviamo, è il vero contraccambio che riceviamo perché abbiamo creato la Creazione, è la gara d’amore tra il Creatore e la creatura, è il muoverci per dare nuove sorprese di grazie, ed essa a riceverle. Perciò se la creatura corre nel nostro Fiat per dargli libero campo d’azione, nella nostra enfasi d’amore diciamo: “La creatura ci paga per tutto ciò che abbiamo fatto, del resto non facemmo tutte le cose e la stessa creatura perché facesse in tutto il nostro Volere? Questo lo fa, e ciò ci basta, ancorché non facesse più nulla. Se ciò basta a Noi, molto più dovrebbe bastare a loro il fare, il vivere sempre nella nostra Volontà, con ciò essa è nostra e Noi siamo tutto suo, e ti par poco poter dire: “Dio è mio, tutto mio, né mi può sfuggire perché il suo Fiat Onnipotente lo tiene avvinto in me”.