MaM
Messaggio del 25 ottobre 1993: Cari figli, in questi anni vi ho invitato a pregare e a vivere quello che vi dico, ma voi vivete poco i miei messaggi. Voi parlate ma non vivete: è per quello, figliuoli, che questa guerra dura così a lungo. Vi invito ad aprirvi a Dio e a vivere con Dio nel vostro cuore, praticando il bene e testimoniando i miei messaggi. Io vi amo e desidero proteggervi da ogni male, ma voi non volete! Cari figli, non posso aiutarvi se non vivete i comandamenti di Dio, se non vivete la messa, se non rigettate il peccato. Vi invito a diventare apostoli dell'amore e della bontà. In questo mondo senza pace, testimoniate Dio e il suo amore; e Dio vi benedirà e vi darà quello che gli chiedete. Grazie per aver risposto alla mia chiamata!

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 34-10 Maggio 31, 1936 Come la Divina Volontà racchiude tutti gli atti della Vita di Gesù come in atto di ripeterli sempre per amore delle creature. La Vita di Gesù simboleggia il richiamo del regno della Divina Volontà sulla terra.

(1) La mia povera intelligenza seguiva la Vita del mio dolce Gesù nella Divina Volontà, nella quale lo trovavo in atto di continuare la sua Vita quando stava sulla terra, ed oh! quante maraviglie, quante sorprese d’amore non mai pensate. Sicché il Fiat Divino racchiude tutti gli atti della Vita di Gesù come in atto di ripeterli sempre per amore delle creature, per dare a ciascuna la sua Vita intera, le sue pene, il suo amore ardente. Onde il mio dolce Gesù, tutto bontà mi ha detto:

(2) “Mia piccola figlia del mio Volere, il mio amore vuole sfogarsi, sente il bisogno di far conoscere a chi vuol vivere di mia Volontà ciò che Io feci e faccio perché ritorni a regnare e dominare in mezzo alle creature; tu devi sapere che tutta la mia Vita non fu altro che il richiamo continuo della mia Volontà in mezzo ad esse, ed il richiamo delle creature nel mio Fiat Supremo, tanto che come concepì, così simboleggiava il richiamo, il ritorno di farla concepire nelle creature che con tanta enormità l’avevano messo fuori delle loro anime, e richiamava loro a concepire in Essa. Come nacqui, così richiamavo a rinascere il mio Volere in tutte le opere umane; in tutte le mie lacrime infantili, vagiti, preghiere e sospiri, richiamavo con le mie lacrime e sospiri la mia Volontà nelle lacrime, pene e sospiri delle creature, affinché nulla facessero in cui non sentissero la forza, l’impero della mia Volontà che regnasse in loro, la quale impietosita dalle lacrime mie e delle loro, li avrebbe dato grazia del ritorno del suo regno. Anche il mio esilio simboleggiava come le creature si erano esiliate dal mio Volere, ed Io volli essere esiliato per richiamare la mia Volontà in mezzo ai poveri esiliati, affinché li richiamasse e convertisse l’esilio in patria, dove non più sarebbero tiranneggiati da nemici, da gente straniera, da vili passioni, ma con la pienezza dei beni della mia Volontà. Ed il mio ritorno in Nazareth come simboleggia bene la mia Divina Volontà, Io vivevo in Essa nascosto, il suo regnare stava in pieno vigore nella sacra famiglia, ero il Verbo, la Volontà Divina in persona velata dalla mia Umanità, quella stessa Volontà che regnava in Me si diffondeva a tutti, li abbracciava, era moto e vita di ciascuno, Io sentivo in Me il moto e la vita di ciascuno, di cui il mio Fiat era l’attore; qual pena, qual dolore nel non essere riconosciuto, né riscuotere un grazie, un ti amo, un’atto di riconoscenza né dal mondo intero, né dalla stessa Nazareth, che non solo la mia Volontà, ma anche la mia Santa Umanità viveva in mezzo a loro, la quale non cessava di dar luce a chi potesse vedermi e avvicinarsi a Me per farmi conoscere, ma che nel mio dolore rimanevo sempre il Dio nascosto. Tal’è la sorte del mio Voler Divino, l’uomo fu creato con la Forza Creatrice del Fiat, nacque, fu impastato, inzuppato in Esso, le somministra il moto continuo, il calore, la vita, finirà la sua vita nel Fiat, eppure chi lo conosce? Chi è riconoscente di quest’atto divino così continuo, senza mai stancarsi, che con tanto amore involge la vita della creatura per darle vita? Quasi nessuno figlia mia; far del bene, essere causa primaria di conservazione e dar vita perenne alla creatura, mantenere l’ordine di tutte le cose create intorno ad essa e solo per essa e non essere riconosciuto, è il dolore dei dolori, e la pazienza della mia Volontà dà dell’incredibile, ma sai tu il perché di questa pazienza così invitta e costante? Perché sa che verrà il suo regno, sarà riconosciuta la sua Vita palpitante in mezzo alle creature, ed in vista della grande gloria che riceverà nell’essere conosciuta ch’è vita di ciascuna vita, e mentre è vita riceverà ciascuna vita per regnare in esse, non starà più nascosta ma svelata e riconosciuta; in vista di ciò sopporta tanta sconoscenza, e che solo una pazienza divina potrebbe sopportare la prolissità di tanti secoli di tanta ingratitudine umana. Da Nazareth passai al deserto dove c’era massima solitudine e la maggior parte animali feroci che assodavano il deserto coi loro ruggiti che mi circondavano, simbolo della mia Divina Volontà, che siccome non viene conosciuta si forma il deserto intorno alla creatura e una solitudine che fa orrore e spavento, viene disertato il bene e l’anima si sente circondata più che da animali feroci, cioè le sue passioni brutali che mandano ruggiti di rabbia, di bestiali furori, di crudeltà, d’ogni sorta di mali. La mia Santa Umanità andava passo passo rintracciando tutti i dolori che aveva sofferto la mia Divina Volontà per ripararla e richiamarla di nuovo a regnare in mezzo alle creature, posso dire che ogni mio palpito, respiro, parola, passo e pena, era il richiamo continuo della mia Volontà a farsi conoscere dalle creature per farla regnare, e chiamava loro in Essa per farle conoscere il gran bene, la santità, la felicità del vivere nel Fiat. Dal deserto passai alla vita pubblica, in cui pochi furono coloro che mi credettero che Io ero il Messia, specie i dotti quasi nessuno, ed Io volli usare la mia Potenza seminando miracoli per formarmi il popolo, affinché se non credessero alle mie parole credessero alla potenza dei miei miracoli, erano le mie industrie divine e amorose che a qualunque costo volevo farmi conoscere che fosse il loro Salvatore, perché se non mi conoscevano non potrebbero ricevere il bene della Redenzione, quindi era necessario farmi conoscere per fare che la mia venuta sulla terra non fosse inutile per loro. Oh! come la mia vita pubblica simboleggia il trionfo del regno del mio Fiat in mezzo alle creature, che con verità sorprendenti lo farò conoscere, e per avere l’intento farò miracoli e prodigi, con la Potenza del mio Volere richiamerò a vita i morti alla grazia, ripeterò il miracolo della resurrezione di Lazzaro, che ad onta che hanno imputridito nel male, resi cadaveri puzzolenti come Lazzaro, il mio Fiat li richiamerà a vita, farà cessare la puzza del peccato, li farà risorgere nel bene, insomma, userò tutte le mie industrie divine, per far dominare il mio Volere in mezzo alle gente. Vedi dunque, in ogni mia parola che dicevo ed in ogni miracolo che facevo, chiamavo la mia Volontà a regnare in mezzo ad esse, e chiamavo le gente a vivere in Essa. Dalla vita pubblica passai alla passione, simbolo della Passione della mia Volontà, che per tanti secoli aveva sofferto tante volontà ribelli delle creature, che col non volere sottomettersi ad Essa, avevano chiuso il Cielo, spezzate le comunicazioni col loro Creatore, e si erano reso infelici schiavi del nemico infernale. La mia Umanità lacerata, cercata a morte, crocifissa, rappresentava l’umanità infelice senza del mio Volere innanzi alla Divina Giustizia, ed in ogni pena chiamavo il mio Fiat a darsi il bacio di pace con le creature per renderle felici, e chiamavo loro in Esso per far cessare la Passione dolorosa alla mia Volontà. Finalmente la morte, che maturò la mia Resurrezione, la quale chiamava tutte a risorgere nel mio Fiat Divino, ed oh! come simboleggia al vivo la mia Resurrezione il regno della mia Volontà, la mia Umanità piagata, deformata, irriconoscibile, risorgeva sana, d’una bellezza incantevole, gloriosa e trionfante. Essa preparava il trionfo, la gloria alla mia Volontà, chiamando tutti in Essa ed impetrando che tutti risorgessero nel mio Volere, da morti vivi, da brutti belli, da infelici felici. La mia Umanità risorta assicura il regno alla mia Volontà sulla terra, fu l’unico mio atto pieno di trionfo e di vittoria, e ciò mi conveniva perché non volevo partire per il Cielo se prima non dessi tutti gli aiuti alle creature per farle rientrare nel regno del mio Volere, e tutta la gloria, l’onore, il trionfo, al mio Fiat Supremo per farlo dominare e regnare. Perciò unisciti con Me e fa che non ci sia atto che fai, e pena che soffri, che non chiami la mia Volontà a prendere il suo posto reggio e dominante, e da vincitore conquidi tutti per farsi conoscere, amare e volere da tutti”.