(1) Sento in me la potenza del Voler Supremo, ma tanto, che vuole che io subisca nei piccoli atti miei la Potenza del suo atto divino, ma mentre lo vuole vuol essere chiamato dalla creatura, non vuole essere un intruso, né entrare per forza, ma vuole che lo sappia, ed il volere umano dando il bacio al Voler Divino le cede il posto al suo operato, ed esso si mette in corteggio all’atto divino, sentendosi onorato ché un Voler Divino ha operato nell’atto suo. La mia mente si perdeva, ed oh! quante cose comprendeva, ma incapace di poterle ridire con parole, ed il mio amato Gesù tutto bontà mi ha detto:
(2) “Figlia mia benedetta, tu non hai capito ancora che significa la mia Volontà operante nell’atto umano della creatura. Essa scende nell’atto umano con la sua Potenza creatrice, con la sua Maestà, con la sua Luce e con il suo lusso di grazie innumerevoli, e riversandosi nell’atto umano fa uso della sua Potenza e crea l’atto suo in esso, e l’atto umano resta come materia di cui se n’è servito per creare l’atto suo, e creare significa che crea tanti atti quanti atti vuol creare, e delle volte ne crea tanti per quante creature sono disposte che possono ricevere quell’atto suo, in cui contiene prodigi inauditi di grazie, di luce, d’amore, contiene la Vita palpitante e creante d’un Voler Divino. Ecco perciò, dovendo fare un atto sì grande, non lo vuol fare se la creatura non lo sappia e che essa stessa non sospira e vuole, lo chiama a subire nell’atto suo la Volontà Creatrice d’un Volere sì Santo e Potente. Qual differenza figlia mia tra chi opera il bene, prega, perché sente il dovere di farlo, o che la necessità s’impone, oppure soffre perché non può liberarsi, per quanto buoni, sono sempre atti umani senza virtù di moltiplicarsi quanti ne vogliono, non posseggono pienezza di beni, né di santità, né d’amore, e delle volte sono mischia di vilissime passioni, perché manca la forza creatrice di chi crea il bene, e sa e può disfarsi di tutto ciò che alla sua santità non appartiene. Sicché l’anima che fa operare la mia Divina Volontà nell’atto suo le dà il campo alla continua creazione, ed oh! come si sente glorificata, amata, perché può creare ciò che vuole nell’atto di essa, sente la Sovranità, il suo dominio, la regalità riconosciuta, amata e rispettata. Perciò i Cieli sono tremebondi e tutti si mettono sull’attenti, ed in atto di adorazione profonda quando veggono la mia Volontà Divina creante nell’atto della creatura. Oh! se le creature conoscessero che significa vivere nel mio Voler Divino, farebbero a gara a vivere in Esso e sarebbe popolato di figli della mia Volontà, e siccome nella mia, l’umana volontà si sente incapace d’operare, non farebbe altro che subire la continuità d’atti di Voler Divino, ed è la continuazione degli atti, d’un bene che forma l’ordine, l’armonia, la diversità delle bellezze che forma l’incanto e la formazione della vita e del bene che si vuole acquistare, non è forse la nostra stessa Vita ripetizione continua? Amiamo sempre, ripetiamo la conservazione dell’universo, e con ciò manteniamo l’ordine, l’armonia, la vita dell’universo. Oh! se non ripetessimo sempre, anche un istante, si vedrebbe lo scompiglio in tutte le cose, perciò sempre nella mia Volontà, ripeti i tuoi ritornelli continui, subisci sempre la mia Volontà negli atti tuoi, affinché ripeta in te il suo atto creante, così potrà formare non solo l’atto, ma la pienezza della sua Vita”.
(3) Dopo ciò pensavo a tutto ciò che riguarda la Divina Volontà, e dicevo tra me: “Possibile che la creatura può giungere a tanto”. Ed il mio dolce Gesù ripetendo il suo dire mi ha detto:
(4) “Figlia mia, tu devi sapere che non appena la creatura decide veramente di voler vivere nella mia Divina Volontà, e a qualunque costo di non mai fare la sua, il mio Fiat con un’amore indicibile forma il germe della sua Vita nel fondo dell’anima, questo ha tal potenza, tale santità, che non cresce se prima non mette a posto l’anima, liberandola dalle sue debolezze, miserie e macchie se ci sono, si può dire che forma il purgatorio anticipato, purgandola di tutto ciò che potesse impedire che una Vita di Volontà Divina si formasse in essa, perché Volontà mia e peccati non possono esistere, né stare insieme, al più si potrebbe dare qualche debolezza apparente, che con la sua luce e calore viene subito purificata. Essa tiene sempre l’atto purificativo nelle sue mani, affinché nessun intoppo ci fosse nell’anima che impedisse non solo di crescere, ma di svolgere gli atti suoi negli atti della creatura. Quindi la prima cosa che fa la mia Volontà è di togliere il purgatorio davanti, facendolo fare anticipato per essere più libera di farla vivere in Essa, e di formare la sua Vita come più le piace. Onde se la creatura morisse dopo un atto deciso e voluto di vivere nel mio Volere, prenderà il volo verso il Cielo, anzi la mia stessa Volontà la porterà nelle sue braccia di luce come trionfo, come parto suo, e come suo caro figlio, e se ciò non fosse, non si potrebbe dire: “Sia fatta la tua Volontà come in Cielo così in terra”, sarebbe un modo di dire, non una realtà; in Cielo perché Essa regna non ci sono né peccati, né purgatorio, così in terra se regna nell’anima, non ci possono essere né peccato, né timore di purgatorio; Essa si sa sbarazzare di tutto, perché vuol essere sola nel suo posto reggente e dominante”.