MaM
Messaggio del 25 marzo 2012:Cari figli! Anche oggi con gioia desidero darvi la mia benedizione materna e invitarvi alla preghiera. Che la preghiera diventi per voi bisogno affinché ogni giorno cresciate di più nella santità. Lavorate di più sulla vostra conversione perché siete lontani figlioli. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 33-3 Dicembre 10, 1933 La prima parola che pronunziò Adamo. Qual fu la prima lezione che Dio gli diede. La Divina Volontà operante nell’uomo.

(1) Sono sempre la piccola ignorantella dell’Ente Supremo, e quando il Volere Divino mi tuffa nei suoi mari, veggo che appena le vocali, se pure, conosco della sua Maestà adorabile, è tanta la mia piccolezza che appena qualche goccia so ingoiare del tanto che possiede il Creatore. Onde girando nelle opere del Fiat Divino mi sono soffermata nell’Eden, in cui mi sono fatta presente la creazione dell’uomo, e pensavo tra me: “Qual potette essere la prima parola che Adamo disse quando fu creato da Dio”. Ed il mio Sommo Bene Gesù visitandomi con la sua breve visitina, tutto bontà, come se Lui stesso volesse dirmelo, mi ha detto:

(2) “Figlia mia, anch’Io sento il desiderio di dirti qual fu la prima parola pronunciata dalle labbra della prima creatura da Noi creata. Tu devi sapere che non appena Adamo si sentì la vita, il moto, la ragione, si vide il suo Dio innanzi a sé e comprese che Lui lo aveva formato, sentiva in sé, in tutto il suo essere ancor fresco le impressioni, il tocco delle sue mani creatrici, e grato, in un impeto d’amore pronunziò la sua prima parola: “Ti amo mio Dio, Padre mio, autore di questa mia vita”. Ma non fu la sola parola, ma il respiro, il palpito, le gocce del suo sangue che correvano nelle sue vene, il moto, tutto l’essere suo unito insieme dicevano come in coro: “Ti amo, ti amo, ti amo”. Sicché la prima lezione che apprese dal suo Creatore, la prima parola che imparò a dire, il primo pensiero che ebbe vita nella sua mente, il primo palpito che formò nel suo cuore fu: “Ti amo, ti amo”. Si sentì amato e amò. Potrei dire che il suo ti amo non lo finiva mai, fu sì lungo che allora fu interrotto quando ebbe la disgrazia di cadere nel peccato. Onde la nostra Divinità si sentì ferita nel sentire sulle labbra dell’uomo ti amo, ti amo, era la stessa parola che Noi avevamo creato nell’organo della sua voce che ci diceva: “Ti amo”. Era l’amor nostro, creato da Noi nella creatura che ci diceva ti amo, come non restar ferito? Come non contraccambiarlo con un amore più largo, più forte, degno della nostra magnificenza; come ci sentimmo dire ti amo così Noi le ripetemmo ti amo, ma nel nostro ti amo facemmo scorrere in tutto l’essere suo la Vita operante della nostra Divina Volontà, sicché chiudevamo nell’uomo, come dentro d’un nostro tempio, la nostra Volontà, affinché chiusa nel cerchio umano, mentre restava in Noi, perché operasse cose grandi e fosse Essa il pensiero, la parola, il palpito, il passo e l’opera dell’uomo; il nostro ti amo non poteva dar cosa più santa, più bella, più potente, che solo poteva formare la Vita del Creatore nella creatura, che la nostra Volontà operante in lui, ed oh! come ci riusciva gradito vedere che la nostra Volontà teneva il suo posto di attrice, ed il volere umano abbagliato dalla sua luce godeva il suo Paradiso, e dandole piena libertà la faceva fare ciò che voleva, dandole il primato in tutto ed il posto d’onore che ad un Volere sì Santo si conveniva. Vedi dunque, il principio della vita di Adamo fu un atto pieno d’amore verso Dio di tutto il suo essere, che lezione sublime, come il principio dell’amore dovrebbe correre in tutto l’operato della creatura. La prima lezione che ricevette dal nostro Ente Supremo nel contraccambio del suo ti amo, fu che mentre l’amava teneramente rispondendogli ti amo, gli dava la prima lezione sulla nostra Divina Volontà, e mentre lo istruiva gli comunicava la Vita di Essa e la scienza infusa di che significava il nostro Fiat Divino, e ogni qual volta ci diceva ti amo, il nostro Amore gli preparava altre lezioni più belle sul nostro Volere; lui restava rapito e Noi ci dilettavamo nel conversare con lui, e facevamo scorrere su di lui fiumi d’amore e di gioie perenni, sicché la vita umana veniva racchiusa da Noi nell’amore e nella nostra Volontà. Perciò figlia mia, non c’è dolore più grande per Noi, che vedere il nostro Amore come spezzato nella creatura e la nostra Volontà inceppata, soffocata, senza la sua Vita operante e come sottoposta all’umano volere. Quindi sii attenta ed in tutte le cose abbia per principio l’amore e la mia Divina Volontà”.