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Messaggio del 25 giugno 1997: Cari figli! Pregate col cuore! Offrite il vostro perdono, così da poter ricevere anche voi il perdono e la pace! Vi ringrazio per le vostre preghiere e per l’amore che nutrite per me.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 32-30 Novembre 10, 1933 Come la Divina Volontà non cambia né azione, né modo, quello che fa in Cielo, fa in terra, il suo atto è universale ed unico. Chi non vive di mia Volontà, riduce nell’ozio l’Artefice Divino, e scappa dalle sue mani creatrici.

(1) La mia povera mente pare che non sa fare altro che pensare alla Divina Volontà, una forza potente mi sento sopra di me, che non mi dà tempo a pensare ed a volere altro, che solo quel Fiat ch’è tutto per me. Onde pensavo tra me: “Oh! come vorrei fare e vivere di Volontà Divina, come si fa e si vive in Cielo”. Ed il mio dolce Gesù sorprendendomi con la sua breve visitina mi ha detto:

(2) “Figlia mia benedetta, nella mia patria celeste regna l’atto unico ed universale, una è la Volontà di tutti, ciò che vuole l’uno vuole l’altro, nessuno cambia azione né volontà, sente ciascun beato il mio Volere come vita propria, e coll’avere tutti una sola volontà, forma la sostanza della felicità di tutto il Cielo. Molto più che la mia Divina Volontà non sa fare, né può fare atti spezzati, ma continui ed universali, e siccome nel Cielo Essa regna col suo pieno trionfo e con la totalità del suo dominio, tutti sentono come in natura la sua Vita universale, e sono pieni fino all’orlo di tutti i beni che Essa possiede, al più ci può essere a secondo la capacità di ciascuno, e del bene che hanno fatto in vita, ma nessuno potrà cambiare, né volontà, né azione, né amore. La potenza della mia Divina Volontà tiene tutti i beati assorbiti, immedesimati, fusi in Sé stessa, come se fossero uno solo. Ma credi tu che si stende solo nel Cielo l’atto universale di Essa, e la sua Vita palpitante e comunicativa ad ogni creatura? No, no, ciò che fa in Cielo, fa in terra, non cambia né azione, né modo, il suo atto universale si stende a ciascun viatore, e chi vive in Essa sente la sua Vita Divina, la sua santità, il suo palpito increato, che mentre si costituisce vita della creatura, col suo moto incessante si riversa sempre in essa, senza mai cessare, e la felice creatura che la fa regnare se la sente dappertutto, dentro e fuori il suo atto universale la tiene circondata da tutti i lati, in modo che non può andare fuori della mia Volontà, ed il suo continuo dare la tiene occupata sempre a ricevere, sicché anche a volerlo non tiene tempo di fare e di pensare ad altro. Quindi la creatura può dire e può essere convinta, che come si vive in Cielo, così essa vive in terra, solo c’è differenza di luogo, ma uno è l’amore, una è la volontà, una l’azione. Ma sai chi non sente la Vita del Cielo nell’anima sua, e non sente l’atto universale, la forza unica della mia Volontà? Chi non si fa dominare da Essa, non dandole libertà di farla regnare, questa sì che cambia azione, amore, volontà, ogni momento, ma non è la mia Volontà che cambia, Essa non può cambiare, ma è la creatura che cambia, perché vivendo di volontà umana non tiene virtù, né capacità di ricevere l’atto universale ed unico della mia Volontà, e poveretta, si sente mutabile, senza fermezza nel bene, sempre una canna vuota che non tiene forza di resistere ad ogni piccolo soffio di vento; le circostanze, gli incontri, le creature, le servono di vento per metterla in giro, ora a fare un’azione, ora un’altra, ora ad amare una cosa, ora un’altra, e perciò si vede ora triste, ora allegra, ora tutta fervore, ed ora tutta freddezze, ora inclinata alle virtù, ora alle passioni, insomma, come cessa la circostanza così cessa l’atto in loro. Oh! volontà umana, come sei debole, mutabile, povera, senza della mia Volontà, perché ti manca la vita del bene che dovrebbe animare la tua volontà, perciò la vita del Cielo è lontana da te. Figlia mia, non vi è disgrazia maggiore, né male che merita d’essere più pianto, che il fare il proprio volere”.

(3) Onde seguivo a pensare: “Ma perché Iddio ha tanto interesse che si faccia la Divina Volontà? Ed il mio sempre amabile Gesù ha soggiunto:

(4) “Figlia mia, vuoi sapere perché ho tanto interesse che si faccia la mia Volontà? Perché questo fu lo scopo perché creai la creatura, e non facendola mi distrugge lo scopo per cui la creai, mi toglie i miei diritti che con tutta ragione e sapienza divina ho sopra di essa, e mi si mette contro di me, non ti sembra grave che i figli si mettano contro del Padre? E poi, Io creai la creatura perché fosse e formasse la materia prima nelle mie mani per potermi dilettare e formare di questa materia i miei più grandi lavori e le mie più belle opere, affinché mi servissero per ornare la mia patria celeste, e ricevere da esse la mia più grande gloria. Ora questa materia della creatura mi si scappa dalle mie mani, si mette contro di me e con tante materie che ho formato, non posso fare i miei lavori stabiliti e mi riducono nell’ozio, perché non stando la mia Volontà in essa, non si prestano a ricevere i miei lavori, diventano come pietre dure, che per quanti colpi si possono dare, non hanno la morbidezza di ricevere la forma che si vuol dare, si frantumano, si riducono in polvere sotto i colpi, ma non mi è dato di formare il più piccolo oggetto, e rimango come quel povero artefice, che avendosi formate tante materie prime, oro, ferro, pietre, le fa per prendere nelle sue mani per formare le più belle statue che aveva stabilito, e queste materie non si prestano, anzi si mettono contro di lui, e non le viene dato di svolgere la sua bella arte, sicché le materie servono solo ad ingombrare lo spazio, ma non a compiere i suoi grandi disegni, ed oh! come le pesa l’ozio a questo povero artefice. Tale sono Io, perché non stando la mia Volontà in esse, non sono capaci di ricevere i miei lavori, non vi è chi li rende morbide, né chi li concuoce per ricevere la mia virtù creatrice ed operatrice, e se tu sapessi che significa saper fare, poter fare, avere materie per fare, senza poter far nulla, piangeresti meco per un tanto dolore, e per un’affronto sì grave; ti par poco vedere tante creature che ingombrano la terra, e perché manca in esse la vita operante della mia Volontà, non mi è dato di svolgere la mia arte e di fare ciò che voglio? Perciò ti stia a cuore di far vivere solo la mia Volontà Divina nella tua anima, perché Essa sola sa disporre le anime a ricevere tutta l’abilità della mia arte, e così non metterai il tuo Gesù nell’ozio, ma sarò il lavoratore assiduo, per formare di te ciò che voglio”. “Deo Gratias Sempre ed In Eterno”.