(1) Stavo seguendo la Divina Volontà negli atti suoi, tanto della Creazione, quanto della Redenzione, come tutti avevano un connesso con la volontà umana per avere il suo posto la Divina, e siccome molti atti umani sfuggivano di ricevere la santità dell’atto divino, non dandogli il primo posto, pensavo tra me: “Com’è difficile che il Fiat Supremo stenda il suo regno negli atti umani delle creature, perché pare che non riconoscono neppure l’atto divino che corre in loro, quindi non l’apprezzano né gli danno la supremazia dovuta, anzi pare che gli atti umani sono come un popolo senza re, senza ordine, e molti, nemici degli atti divini che gli vogliono dare la vita, che mentre corre in loro non la riconoscono”. Mio Dio, dicevo tra me, come può essere che la tua Volontà formi il suo regno? Ed il mio sempre amabile Gesù, sorprendendomi, tutto tenerezza, affogato d’amore, come se avesse bisogno d’uno sfogo mi ha detto:
(2) “Figlia benedetta della mia Volontà, eppure non c’è da mettere dubbio, è più che certo che il mio Volere avrà il suo regno in mezzo alle creature, come fu certo la mia discesa dal Cielo in terra. Io facendolo da re, dovevo costituire il regno al mio Fiat, cui l’uomo aveva respinto. Quindi la mia Divinità unita alla mia Umanità, scendeva dal Cielo per comprare la mia Divina Volontà per le creature; ogni atto che facevo era uno sborso del prezzo che ci voleva, e che dava alla Divina Maestà per ricomprare ciò che l’uomo aveva respinto e perduto, sicché, ogni mio atto, pena, lacrima, e la stessa morte di croce, non fu altro che sborsare il prezzo sufficiente per comprare la mia Volontà Divina e darla alle creature. Quindi se la compra fu fatta, il prezzo sborsato, la Divinità accettò, e conchiuso il pagamento col sacrificio della mia Vita, come non deve venire il suo regno? Anzi tu devi sapere che come la mia Umanità operava, pativa, pregava, così il mio Fiat Divino scendeva nel basso dei miei atti umani e formava il suo regno, e siccome Io ero il capo, il fratello maggiore di tutte le umane generazioni, il regno passava alle mie membra, ed ai miei fratelli minori. Però era necessario primo la Redenzione, perché questa doveva servire a dissodare il terreno delle umane volontà, a purificarle, a prepararle, ad abbellirle, ed a farle conoscere quanto li è costato a questo Uomo e Dio la compra che ha fatto di questa Volontà Divina per darla alle creature, affinché possano ricevere la grazia di poter ricevere il gran dono d’essere dominate dalla mia Volontà; se non ci fosse stato la Redenzione primo, mancherebbe lo sborso del prezzo e l’atto preparatorio per un bene sì grande. Anzi ti dico che la Divinità, prima che Io scendessi dal Cielo aveva decretato la Redenzione ed il regno della mia Volontà, dovendo servire l’una allo sborso dell’altra, perché essendo Essa Divina e di valore infinito, ci voleva un Uomo Dio che potesse pagare ed acquistare un Volere Divino, per darlo di nuovo a chi lo aveva perduto, e se ciò non fosse, non mi sarei mosso dal Cielo per venire solo a redimere, molto più che mi interessavo più di restituire i diritti alla nostra Volontà offesa e respinta, che la stessa Redenzione, e poi, non l’avrei fatto da Dio se mettevo in salvo le mie creature, e la mia Volontà la mettevo da parte, non dandole i diritti dovuti e di restituirle il suo regno in mezzo alle creature. Perciò sii certa, verrà il suo tempo, mi armerò di potenza e d’amore, e suonerà l’ora del trionfo del regno del mio Fiat, e poi, lo dicono le mie tante verità che ho manifestato sulla mia Divina Volontà; a che dirle se non dovesse venire il suo regno? Sarebbe stato un giochetto il mio lungo dire, oppure un bene individuale, ma no, ma no, posso dire che il mio dire era il continuo sborso che metteva fuori, per far conoscere che cosa è la mia Volontà, e che deve venire a formare il suo regno divino. Perciò sii attenta, soffri e prega per uno scopo sì santo”.
(3) Dopo ciò continuavo ad immergermi nel Fiat Divino, sentivo il bisogno d’entrare nel suo mare, per prendere i necessari alimenti per alimentare e conservare la sua stessa Volontà nell’anima mia, il nuovo atto che Essa tiene, e che anche in me sente il bisogno di avere il suo atto nuovo continuato, i suoi refrigeri infiniti. Quindi, mentre mi immergevo nel suo mare divino, il mio caro Gesù ha soggiunto:
(4) “Figlia benedetta, il tuo piccolo fiumicello del mio Volere racchiuso in te, sente il bisogno di tuffarsi nel grande ed immenso mare della mia Volontà. Sicché per chi vive nel mio Volere, tiene per la sua piccolezza il maricello del mio Volere dentro di sé ed il mare immenso fuori di sé, ed il piccolo sente il bisogno di tuffarsi nel grande, per ingrandire sempre più il suo piccolo mare, e questo lo fa ogni qualvolta vuol fare gli atti nella mia Volontà, essa viene a fare il suo bagno nel grande, e mentre si bagna prende gli alimenti, i refrigeri divini, la nostra freschezza, in modo che si sente tutta rinnovare a novella Vita Divina, e siccome la mia Volontà tiene la virtù comunicativa, non fa uscire dal suo mare grande la creatura, se non l’abbia riempita fino all’orlo di nuovi atti di sua Volontà. Vedi dunque, Essa sta aspettando i tuoi atti per darti il suo bagno e comunicarti le sue nuove prerogative che tu non possedevi, e se sapessi che significa prendere un nuovo bagno nel mare del mio Volere Divino; ogni qualvolta si sente rinata a novella vita, acquista nuova cognizione di Colui che l’ha creato, si sente riamata di più dal suo Padre Celeste, e sorge in sé nuovo amore per Colui che ama, insomma, è la figlia che conosce e vuole più conoscere suo Padre, e non vuole far nulla senza della sua Volontà, è il Padre Divino che chiama la sua figlia per tenerla insieme con Lui, per formarne un suo modello, perciò sii attenta e non ti far sfuggire nessun atto che non prenda il possesso nel mio Fiat Supremo”.