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Messaggio del 30 marzo 1985:Quando siete umili, quando pregate fervidamente e quando amate il vostro prossimo, Satana non può neanche avvicinarsi a voi.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 32-22 Settembre 2, 1933 Canali, commercio tra il Cielo e la terra, traffici dell’anima che vive nella Divina Volontà. Gara d’amore tra creatura e Creatore.

(1) Sono sempre il piccolo atomo nel Voler Divino, neonata appena e sento l’estremo bisogno di essere alimentata e cresciuta nelle sue braccia paterne, altrimenti sorge in me il voler umano per formare la sua vita infelice. Mio Dio, abbi pietà di me e non permettere che io conosca né acquisti altra vita, se non quella della tua Divina Volontà, e sentendomi afflitta, oppressa per le quasi continue privazioni del mio dolce Gesù, che mi tengono sacrificata sul rogo d’un dolore che solo Dio è testimone d’un martirio sì duro, quindi avevo timore che il mio infelice volere umano me ne facesse qualche tiro, ed il mio amato Gesù per infondermi coraggio, sostenendomi nelle sue braccia ché non ne potevo più, mi ha detto:

(2) “Figlia mia benedetta, coraggio, sbandisci dal tuo cuore ogni timore, questa è l’arma che, o uccide, o ferisce l’amore e fa perdere la famigliarità col tuo Gesù, ed Io né so stare, né voglio stare per chi vuol vivere di mia Volontà, senza intimità, è come se non fosse una sol cosa con me, se ciò fosse non potrei dire che è una la Volontà che ci anima e forma la vita tua e mia, ma dovrei dire: “Tu tieni la tua volontà, ed Io tengo la mia”. Ed Io non lo voglio questo, perché il vivere nel mio Volere non esisterebbe più in te, anzi voglio che in ogni pena che soffri, sia pure la mia privazione, ogni cosa che fai di tutto l’essere tuo, chiami sempre la mia Volontà, affinché tutti gli atti tuoi formino il canale dove Essa possa trovare la via, il luogo dove racchiudere i suoi beni e farli scorrere in abbondanza, a secondo il canale che hai preparato, ogni atto che tu fai può essere un canale di grazie, di luce, di santità, che presti alla mia Volontà, la quale ti farà proprietaria dei beni che racchiude nei tuoi atti, e li farà scorrere a bene di tutti. Vedi dunque a che deve servirmi il tuo essere, le tue pene, gli atti tuoi, come tanti canaletti in cui possa sempre mettere del mio; il deporre il mio è per me felicità, è il darmi da fare, è il sentirmi amato e conosciuto. E perciò è tanto il mio desiderio di deporre negli atti della creatura le mie proprietà divine, per renderla padrona, che sto alla spia, la faccio da vigile sentinella, uso tutte le mie attenzioni amorose per vedere se gli atti suoi sono vuoti d’umano volere, e se fa la chiamata alla mia Divina Volontà, la quale trovando il vuoto negli atti umani, se ne serve come canali per deporre in essi le grazie più grandi, le conoscenze più sublimi, la santità che più le somiglia, e con ciò forma la dote divina alla sua amata creatura”.

(3) Dopo ciò ha fatto silenzio, e poi ha soggiunto con un accento più tenero:

(4)Figlia mia, tu devi sapere che per chi vive nella mia Divina Volontà, non vi è tempo da perdere, né si può badare a certe minuzie, a timori, ad oppressioni, ad agitazioni, a dubbi, chi tiene da fare il più, il meno lo deve mettere da parte, chi deve prendere il sole e goderselo, è necessario che non bada alle piccole luci, e chi possiede il giorno non deve badare alla notte, perché il sole è più delle piccole luci ed il giorno tiene più valore della notte, e se si vuol badare all’uno ed all’altro, passa pericolo che non goda tutta la pienezza della luce del sole, né faccia tutto ciò che può fare il giorno, e può essere che per badare al meno, perda il più. Molto più, che la mia Divina Volontà per chi vive in Essa, vuol stare sempre in atto di dare, e la creatura deve stare sempre in atto di ricevere, e se si vuole badare ad altro, la mia Volontà è costretta a fare le sue soste nel dare, perché non la trova attenta nel ricevere ciò che vuol dare, e questo è spezzare la corrente divina, e se sapessi che significa, come staresti attenta.

(5) Oltre di ciò, tu devi sapere che come la creatura fa i suoi atti nella mia Divina Volontà, entra nei banchi divini, e vi fa i suoi traffici di valore infinito, essa siccome viene nel nostro Volere, sebbene è piccola, ma viene da padrona e si fa padrona di ciò che i nostri banchi divini posseggono e prende quanto più può prendere, e siccome ciò che prende non può tutto racchiudere dentro di sé, li lascia in deposito insieme coi nostri stessi tesori, e Noi la facciamo fare, godiamo dei suoi traffici ed è tanta la nostra bontà, che le diamo l’interesse agli acquisti che ha fatto. Sicché, ogni qualvolta fa i suoi atti nel nostro Volere, apre il commercio tra il Cielo e la terra e mette in traffico la nostra santità, potenza, bontà, amore, e Noi per non restare indietro alla nostra amata creatura, essa sale e Noi scendiamo nel basso dell’umano volere, ed aprendo il nostro commercio facciamo l’acquisto dell’umano volere, traffico tanto da Noi voluto e gradito, e così facciamo a gara e ci conquistiamo a vicenda. Figlia buona, vivere nel nostro Volere e non avere essa che fare con Noi e Noi con essa, né aver che dire, né farci sentire, ci riesce impossibile, se ciò fosse non sarebbe più Vita nostra che svolgiamo nella creatura, ma un modo di dire, non una realtà. La vita sente il bisogno assoluto di muoversi, di farsi sentire, di respirare, di palpitare, di parlare, di dar calore; come si può soffocare una vita, stare, vivere, e non farsi sentire? Ciò è impossibile a Dio ed alla creatura. Perciò non ti allarmare quando senti che tutto è silenzio in te, sono brevi incidenti, perché sono Io stesso che sento il bisogno di farmi sentire, che la mia Vita esiste in te. Stare e non farmi sentire sarebbe il mio più crudo martirio, lo posso fare per poco, ma non sempre, quindi non darti pensiero, vivi tutta abbandonata in Me, ed Io ci penserò a tutto”.