(1) Sono sempre nelle braccia del Fiat Divino, il quale ora mi ferma in un’opera sua, ed ora in un’altra, pare che mi vuol fare comprendere bene ciò che ha fatto per amor nostro, perciò, mentre giravo nelle sue opere mi ha fermato nell’atto del concepimento della Vergine, come la Divina Volontà ci aveva il suo primo posto e cresceva e si diffondeva in quelle piccole membra, come cresceva la stessa piccola Reginetta, crescevano insieme d’ambi le parti, che felice crescenza, che grande prodigio: La Divina Volontà abbassarsi, rinchiudersi nella piccolezza della Vergine Santa per crescere insieme. Ma mentre io rimanevo stupita, il mio caro maestro divino, sorprendendomi mi ha detto:
(2) “Mia figlia buona, il far vivere la Celeste Regina nel Fiat Divino fu l’atto più grande, più eroico, più intenso d’amore che fece il nostro Ente Supremo, e per quanto i nostri beni sono immensi ed innumerevoli, il dare la nostra Volontà a vivere in Essa, non potevamo darle di più né aggiungere altro, perché con Essa le davamo tutto, e formava in Sé stessa la fonte e la sorgente di tutti i beni divini, per quanto alla creatura è possibile. Ora, la Sovrana Piccina col crescere insieme con la nostra Volontà, come cresceva così formava nell’anima sua, nel suo cuore, nelle sue opere e passi, tanti soli parlanti, che con voci di luce e d’amore irresistibile ci parlavano, ci parlavano tanto, ci parlavano d’amore, ci parlavano del nostro stesso Essere Divino, ci parlavano del genero umano, ci parlavano i suoi passi, le sue manine, i palpiti del suo cuore, che con voce di luce giungeva fin nel nostro seno divino, e parlava fin dentro di Noi stessi. Il suo dire non cessava mai, perché vivendo nella Regina Celeste il nostro Volere, aveva il suo essere tutto parlante, che non con voci umane, ma con voci arcane e divine, tiene sempre da dire, che non si esaurisce mai, molto più che il Fiat Divino è parola, e parola operante, parola creante; come poteva cessare il suo dire se lo aveva in suo potere? Quindi il suo dire ci teneva assediati, rapiti, circondati da tutti i lati, occupati, in modo che si rendeva irresistibile ed invincibile da darle ciò che voleva, la sua parola era potente e faceva cedere alla nostra potenza, era soave e dolce e faceva piegare la nostra giustizia, era luce e si imponeva sul nostro Essere Supremo, sul nostro amore, sulla nostra bontà, insomma, non vi era cosa nostra che dolcemente non si piegava alle voci potenti di questa Celeste Creatura”.
(3) Ma mentre il mio dolce Gesù ciò diceva, mi faceva vedere la Celeste Regina, che da dentro il suo cuore usciva un sole che invadeva tutta la corte celeste, tutta la terra, ed i suoi raggi erano formati di luce fulgidissima, di voci parlanti che parlavano a Dio, ai santi ed angeli, a tutte le creature della terra. Sicché la mia Mamma Celeste possiede ancora il suo dire continuo, il suo sole parlante che con voci di luce parlante parla al suo Dio, e lo ama e glorifica divinamente, parla ai santi e li fa da Madre beatificatrice e portatrice di gioia a tutta la corte celeste, parla alla terra e come Madre ci fa la strada per condurci al Cielo; ed il mio amato Gesù ha soggiunto:
(4) “Vedi dunque che significa vivere di Volontà Divina, si acquista il fare, il dire, l’amore continuo, ciò che esce da dentro la mia Volontà tiene virtù operatrice, illuminatrice e continuatrice, e perciò sono atti trionfatori che vincono Dio”.
(5) Dopo ciò continuavo il mio giro negli atti del Fiat Divino, e mi sono fermata nella creazione dell’uomo, ed offriva gli stessi atti divini che fece nel creare l’uomo, e quelli dell’Adamo innocente, per impetrare il regno della Divina Volontà, ed il mio sommo bene Gesù ha seguito a dirmi:
(6) “Figlia mia benedetta, come offrivi gli atti nostri nel creare l’uomo, e quelli dell’Adamo innocente per impetrare il regno della mia Divina Volontà, così ci hai ripetuto le gioie che provammo nel creare l’uomo, ed hai formato nuovi vincoli d’unione tra la Volontà Divina ed umana, sono gli stessi atti nostri che formarono il luogo dove creare l’uomo e gli somministrarono la vita per animarlo, così gli stessi atti nostri formeranno la via per farlo rientrare nella nostra Volontà. Perciò l’offerta degli atti nostri sono armati di potenza, che ci fanno decidere a dare quello che la creatura domanda, molto più che ci sono portatori di gioie, ma tanto che ci mettono in festa; e chi non sa che nelle feste si abbonda nel dare doni non mai dati? Ora, tu devi sapere che in nessuna altra cosa da Noi creata provammo tanta gioia quanto nel creare l’uomo, ma sai perché? Né il cielo, né il sole, né le stelle, né il vento, e tutto il resto, davamo potere di poterci dare il nostro palpito, la nostra vita, il nostro amore, se davamo, davamo Noi, ma esse non avevano nessun potere di darci nulla, perciò la gioia del ricevere, no, non esiste nelle altre cose create, al più la gioia di dare, ché non stando il ricambio la gioia resta isolata e senza compagnia, invece nel creare l’uomo le davamo il potere di darci la nostra vita, il nostro palpito eterno che palpita e dà amore, fu tale la nostra gioia di dare questo potere all’uomo, di sentire il nostro palpito in lui e di dare la nostra vita a sua disposizione per poterci amare con una vita divina; sicché l’uomo poteva felicitarci e contraccambiarci con le sue gioie, e gioie che potevano stare a pari con le nostre. Ora, nel vedere la nostra vita in lui, nel sentire il nostro palpito palpitare in lui, provammo tale gioia che restavamo estatici avanti ad un portento sì grande della creazione dell’uomo, ed ora offrendoci questi atti nostri, ci sentiamo ripetere le gioie ed il dolce ricordo della sua creazione. Perciò ripeti le tue offerte se vuoi darci gioie ed inclinarci a dare la nostra Volontà regnante sulla terra”.