MaM
Messaggio del 29 maggio 2017:Cari figli, anche oggi desidero invitarvi a mettere Dio al primo posto nella vostra vita, a mettere Dio al primo posto nelle vostre famiglie: accogliete le sue parole, le parole del Vangelo e vivetele nelle vostre vite e nelle vostre famiglie. Cari figli, in modo particolare in questo tempo vi invito alla S. Messa e all'Eucarestia. Leggete di più la Sacra Scrittura nelle vostre famiglie con i vostri figli. Grazie, cari figli, per aver anche oggi risposto alla mia chiamata.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 32-6 Aprile 16, 1933 Come in tutte le cose create, Dio tiene sempre da dirci ti amo. Come Gesù in tutti gli atti della sua vita racchiudeva amore, conquiste, trionfi.

(1) Stavo facendo il mio giro nel Voler Divino; mi sento che sono la piccola farfallina, che gira sempre intorno e dentro la sua luce ed il suo amore ardente sperando che tanto deva girare, fino a tanto che ne resti bruciata e consumata dalla sua luce divina, da sentirmi una sol cosa con la sua Santissima Volontà, e siccome il primo punto di partenza è la Creazione, sulla quale mentre giro, trovo sempre nuove sorprese d’amore, onde ne resto meravigliata, ed il mio sommo Gesù, per farmi maggiormente comprendere, mi ha detto:

(2) “Figlia mia, come mi è gradito il tuo soggiorno negli atti che fece il nostro Ente Supremo nella Creazione, e perciò mi sento come rapito e costretto dal mio amore, a narrarti la nostra storia d’amore che avemmo nella Creazione ed in tutto il resto che abbiamo fatto per solo e puro amore verso le creature; col venire negli atti nostri è lo stesso che venire in casa nostra, e non dirti nulla delle tante cose che teniamo da dire sarebbe come mandarti digiuna, ciò che il nostro amore non sa fare e né vuol fare. Quindi, tu devi sapere che il nostro Fiat si pronunziò e stese questa volta azzurra, ed il nostro amore la trapuntò di stelle, mettendo in ciascuna stella un’atto d’amore continuo verso le creature, sicché ogni stella dice: “Il tuo Creatore ti ama, né cessa mai d’amarti, siamo qui, né ci spostiamo un tantino per tenere sempre da dirti ti amo, ti amo”. Ma passi avanti, il nostro Fiat creò il sole, lo riempì di tanta luce da poter dar luce a tutta la terra, ed il nostro amore, mettendosi a gara col sole, lo riempì di tanti effetti che sono innumerevoli: Effetti di dolcezza, varietà di bellezza, di colori, di gusti, cui la terra, solo perché toccata da questa luce, riceve come vita questi mirabili effetti e la sua mirabile ed incessante cantilena: Ti amo col mio amore di dolcezza, ti amo e voglio farti bella, voglio abbellirti coi miei colori divini, e se abbellisco le piante per te, a te voglio farti più bella ancora. Sappi, in questa luce scendo fino a te per dirti ti amo con gusto, prendo gusto ad amarti e sono tutto orecchie per sentirmi dire ti amo da te. Posso dire che il sole è riempito dei miei continui e ripetuti ti amo, ma ahimé! la creatura non si dà nessun pensiero, né fa attenzione a ricevere questo nostro amore incessante in tanti modi e forme variate, che le basterebbe ad affogarla ed a consumarla d’amore, ma non ci arrestiamo, andiamo avanti, il nostro Fiat creò il vento, ed il nostro amore lo riempì di effetti, sicché la freschezza, le ondate, il fischio, i gemiti, gli urli del vento, sono ripetuti ti amo che diciamo alla creatura, e nella freschezza le diamo il nostro amore refrigerante, nelle ondate le fiatiamo col nostro amore, fino a gemere ed urlare col nostro amore imperante ed incessante, e così il resto. Il mare, la terra, fu creato dal nostro Fiat, i pesci, le piante che produce il mare e la terra sono gli effetti del nostro amore, che potentemente e ripetutamente dice ti amo in tutte le cose, ti amo da per tutto, ti amo in te, ed a tanto mio amore, deh! non negarmi il tuo amore. Eppure pare che non hanno orecchie per ascoltarci, né cuore per amarci, e perciò quando troviamo chi ci ascolta, la teniamo come sfogo del nostro amore e come piccola segretaria della storia della Creazione”.

(3) Detto ciò ha fatto silenzio, ed io continuavo negli atti della Divina Volontà, e giunta a quelli della Redenzione, il mio amato Gesù ha soggiunto:

(4) “Figlia mia benedetta, ascoltami ancora la mia lunga storia d’amore, potrei dire ch’è una catena interminabile d’amore incessante, non mai interrotta, del resto creai la creatura per amarla, per tenerla unita con Me, e non amandola andrei contro la mia stessa Volontà, agirei contro la mia stessa natura ch’è tutt’amore, e poi la creai ché sentivo il bisogno d’esternare il mio amore, e di farla sentire il dolce sussurro continuo, ti amo, ti amo, ti amo. Ora, tu devi sapere che dacché fui concepito, ed in tutto il corso della mia vita, in tutti gli atti che facevo racchiudevo dentro amore, conquista, trionfo, il mio operato era ben diverso da quello delle creature, il fare e non fare, il soffrire e non soffrire, era in mio potere, la mia onniveggenza non mi nascondeva nulla, ed io primo ci mettevo la mia Volontà negli atti miei, racchiudevo pienezza di santità, pienezza d’amore, pienezza di tutti i beni, e poi, con tutta conoscenza mi esibivo ad operare o soffrire, a secondo che io stesso volevo, e con ciò mi rendevo conquistatore e trionfatore degli atti miei, ma sai per chi facevo queste conquiste e questi trionfi? Per le creature, le amavo troppo, e volevo dare, volevo essere il Gesù vincitore, dandogli Io stesso le mie conquiste ed i miei trionfi per vincerli, sicché la mia vita quaggiù non fu altro che un’atto continuo d’amore eroico che non dice mai basta, di conquiste e di trionfi, per rendere felici i figli miei, e questo lo facevo in tutto, se mi mettevo in cammino, Io tenevo virtù di potermi trovare da una città all’altra senza far uso dei miei passi, ma volli camminare, per mettere in ogni passo il mio amore, in ogni passo che correva, correva, e mi rendevo conquistatore e trionfatore dei passi miei, oh! se le creature mi facessero attenzione, avrebbero sentito nei miei passi il grido continuo: “Corro, corro in cerca delle creature, per amarle e per essere amato”. Così se lavoravo con san Giuseppe per procurare il necessario alla vita, era amore che correva, erano conquiste e trionfi che facevo, perché mi bastava un Fiat per avere tutto a mia disposizione, e facendo uso delle mie mani per un piccolo guadagno, i Cieli stupivano, gli angeli restavano rapiti e muti nel vedermi abbassare alle azioni più umili della vita, ma il mio amore aveva il suo sfogo, riempiva, straripava negli atti miei, ed Io ero sempre il divino conquistatore e trionfatore. Per me il prendere il cibo non era necessario, ma lo prendevo per far correre più amore e fare nuove conquiste e trionfi. Sicché davo il corso alle cose più umili e basse della vita, che per Me non era necessario, ma lo facevo per formare tante vie distinte per far correre il mio amore, e formare nuove conquiste e trionfi sulla mia Umanità, per farne un dono a chi tanto amavo, e perciò, chi non riceve il mio amore, e non mi ama, forma il mio più duro martirio, e mette in croce il mio amore. Ma passo avanti, per formare la Redenzione bastava una mia lacrima, un sospiro, ma il mio Amore non sarebbe rimasto contento, potendo dare e fare di più, sarebbe restato inceppato in sé stesso il mio amore e non avrebbe potuto darsi il vanto di dire: “Tutto ho fatto, tutto ho sofferto, tutto ti ho dato, le mie conquiste sono sovrabbondanti, il mio trionfo è completo”. Posso dire che sono giunto fino a confondere l’ingratitudine umana col mio amore, coi miei eccessi e con pene inaudite, quindi, Io stesso in ogni pena mettevo l’intensità del dolore più intenso ed acerbo, le confusioni più umilianti, le barbarie più crudeli e dopo che me la corredavo di tutti gli effetti più dolorosi, che solo un uomo e Dio poteva soffrire, mi esibivo a soffrirla, ed oh! le mirabili conquiste nelle mie pene ed il pieno trionfo che faceva il mio amore, nessuno avrebbe potuto toccarmi se Io non lo volessi, e qui c’è tutto il segreto, le mie pene erano volontarie, volute da me, e perciò contengono il segreto miracoloso, la forza vincitrice, l’amore che compunge, e tengono virtù di travolgere tutto il mondo e cambiare la faccia della terra”.