MaM
Messaggio del 2 ottobre 1991: Figli miei! Ora più che mai ho bisogno del vostro aiuto. Vorrei che preghiate per i vostri fratelli che non hanno ancora conosciuto l’amore di Dio. Pregate per loro! Pregate con tutto il cuore! Vorrei che essi possano riconoscere l’amore del Padre in tutto ciò che voi fate. Aiutateli ed aspettatevi che il Padre aiuti voi così come voi aiutate gli altri. Non siate insensibili al richiamo di questa mia preghiera. Aiutate vostra madre! Io vi ringrazio di cuore.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 32-5 Aprile 9, 1933 E’ tanto l’amor divino, che giunge ad esaurirsi nelle opere sue. Gelosia della Divina Volontà. La piccola via della creatura in Essa.

(1) Il Voler Divino si stende sempre intorno a me e dentro di me, la gelosia della sua luce meravigliosa è tanta, che non vuole che entri in me se non ciò che l’appartiene, per farmi compiere e crescere la Vita della Divina Volontà, e per farmi guardare i suoi modi divini, affinché li potesse copiare, contentandosi di somministrarmi ciò che occorre per potermi dire: “Le opere della figlia nostra saranno piccole, perché la creatura non ci può mai raggiungere, ma sono modellate e somigliano alle nostre”. Ma mentre la mia mente seguiva la luce della Divina Volontà, il mio dolce Gesù visitando la piccola anima mia, tutto amore mi ha detto:

(2) “Figlia mia, un’atto allora si dice compiuto quando chi opera esaurisce in esso tutto ciò ch’era necessario per compierlo, se qualche cosa manca o si può aggiungere, non si può dire mai opera compiuta. Così è stato sempre il nostro modo d’operare, abbiamo esaurito tutto: Amore, potenza, maestria, bellezza, per rendere piena, perfetta, completa, l’opera da Noi uscita. Non che Noi esauriamo, perché l’Ente Supremo non esaurisce giammai, ma in quell’opera che abbiamo fatto, non entrava di più nulla per renderla completa, e se volevamo mettere di più, sarebbe stato inutile e non vantaggioso il di più che potevamo mettere. E questo l’abbiamo fatto nell’opera della Creazione, della Redenzione, e dei disegni che facciamo della santità di ciascuna creatura. Chi può dire che manca qualche cosa alla Creazione? Chi può dire che il nostro Amore operante non si esaurì nella Redenzione, che fu tanto che ci sono mari interminabili ancora che le creature possono prendere e che non hanno preso, e questi mari rigurgitano intorno ad esse perché vogliono portare il loro frutto, nasconderle nelle loro onde per fare che l’amore, le opere, le pene infinite del Dio Umanato prendessero vita in loro? Se non ci esauriamo non siamo contenti, l’amore esaurito ci porta il riposo e la felicità, ma se abbiamo altro da dare, da fare nelle opere nostre, ci rende come desti, siamo tutt’occhio, il nostro Essere Divino è tutto in moto sopra di ciò che stiamo facendo per dare tanto, fino a tanto che non trova l’atto nostro compiuto con la pienezza del nostro esaurimento. Ora, nella Creazione e nella Redenzione, non ci furono lotte al nostro Amore, né impedimento di poterci esaurire per rendere complete le opere nostre, perché operavamo indipendenti da tutti, nessuna volontà umana entrava in mezzo per impedirci di poterci esaurire come volevamo, tutta la lotta la subiamo da parte delle creature, per ciascun disegno di santità che vogliamo compiere di loro, ed oh! a quali strettezze ci mettono se la volontà umana non è unita con la nostra, se non si dà nelle nostre mani in modo che possiamo maneggiarla come vogliamo per darle la forma da Noi stabilita, per compiere i nostri disegni e così esaurirci col formare il nostro atto compiuto, ah! Noi non possiamo dare ciò che vogliamo, appena le briciole, le scintille del nostro Amore, perché l’umano volere sta sempre in atto di respingerci e di muoverci lotta. Perciò quando troviamo una volontà che si presta, abbondiamo, soprabbondiamo tanto nel dare, che ci mettiamo sopra di essa più che madre sul suo bimbo, per crescerlo bello e grazioso, per poter formare di lui la sua gloria, l’onore del bimbo ed il bene del mondo intero, così Noi, non la lasciamo un istante, diamo sempre per tenerla non solo occupata, ma per non darle tempo a potersi occupare di altro, in modo che possiamo dire: “Tutto è nostro, possiamo esaurirci sopra di questa creatura”. E siccome il nostro Amore è pretendente, con giustizia vuole che essa, in tutti gli atti suoi, metta tutto ciò che può: Il suo amore, tutta la sua vita, per poter dire: “Tu ti sei esaurito per me, tanto che non posso contenere ciò che mi hai dato, anch’io mi esaurisco per te”. E così va modellandosi con le opere nostre, e copia i nostri atti divini. Ecco perciò la gelosia della Volontà Divina, la luce che ti batte sempre dentro e fuori di te, perché vuole tutto per Sé, e che la tua volontà mentre la senti viva, non deve aver vita, affinché la mia formi la sua vita in essa e compia i suoi atti divini, così potersi dare il vanto che tutto quello che voleva dare ha dato; mi sono esaurita in questa creatura, ed essa si è esaurita per me. Non vi è felicità più gradita, né fortuna più grande, che l’esaurimento d’ambi le parti, di Dio e della creatura, ma chi produce tutto questo bene? Un’atto della nostra Volontà operante e compiuta”.

(3) Onde dopo ciò continuavo i miei atti nel Fiat Divino, e seguendo i suoi, sono giunta nell’eden, dove l’Amor Divino mi ha fermato, ed il sovrano Gesù ha soggiunto:

(4) “Figlia mia benedetta, il nostro Essere Divino è luce purissima, ed i nostri attributi tanti soli distinti l’uno dall’altro, ma unificati insieme ed inseparabili, che ci fanno corona. Ora, nel creare la creatura, veniva messa in questi soli immensi per formare la sua piccola via; ora, chi viene a formare questa piccola via? Chi vive di nostra Volontà, i nostri attributi divini si schierano a destra ed a sinistra di essa, le fanno il largo per darle il passo e farla camminare, per farla formare la sua piccola via, e mentre cammina non fa altro che raccogliere stille di luce, di cui resta tutta imperlata, che è un incanto al vederla, quindi si alimenta di luce, la luce l’abbellisce, e non se ne intende, né sa parlare altro che di luce. I miei attributi si serrano d’intorno, ed amano questa creatura come la pupilla dei loro occhi, sentono la vita di essa in loro, e loro vita in essa, e si danno il compito di crescerla quanto più bella possono, e di non farla uscire un passo dalla via che l’hanno formato nella loro luce interminabile, sicché chi vive nella nostra Volontà, si può chiamare la piccola via nella Volontà Divina, questo nel tempo, ma nell’eternità non sarà piccola la via, ma lunga, anzi non si fermeranno mai, perché questa luce non ha termino, e terranno sempre via per camminare, per prendere nuove bellezze, nuove gioie, nuove conoscenze, di questa luce che mai finisce. Il nostro Amore più che mai sfoggiò in questo eden nel creare l’uomo, e per compimento del nostro sfoggio e tenerlo più sicuro, le formammo la via da battere nella luce dei nostri attributi; ma lui ne uscì, perché non volle fare la nostra Volontà; ma la nostra bontà fu tanta, che non chiuse questa via, ma la lasciò aperta a chi vuol vivere solo di Volontà Divina”.