MaM
Messaggio del 25 novembre 1992: Cari figli, oggi come mai vi invito a pregare. La vostra vita diventi in pienezza la preghiera. Senza amore non potete pregare. Perciò vi invito per prima cosa ad amare Dio, Creatore della vostra vita e dopo riconoscerete ed amerete Dio in tutti, come Lui ama voi. Cari figli, questo è grazia: che Io sono con voi. Perciò accettate e vivete i miei messaggi per il vostro bene. Io vi amo e perciò sono con voi per insegnarvi e condurvi verso una nuova vita di rinuncia e di conversione. Solo così scoprirete Dio e tutto quello che adesso vi è lontano. Perciò pregate, figlioli. Grazie per aver risposto alla mia chiamata!

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 32-4 Aprile 2, 1933 Come il respiro ed il palpito di Dio è il ti amo; il suo amore è generativo ed operante. Il più gran prodigio è chiudere la sua Vita nella creatura.

(1) La mia piccola anima sente il bisogno estremo di vivere fra le braccia del Fiat Divino, e siccome sono neonata appena, sono debole e non so dare un passo da sola, e se volesse provare a farlo, lo metterei in fallo, e passo pericolo di farmi del male. Quindi, temendo di me stessa mi abbandono di più nelle sue braccia dicendogli: “Se vuoi che faccia, facciamo insieme, che da me non so far nulla”. Ed allora sento in me un’amore continuo, un moto, un respiro che non è mio, ma tanto fuso insieme che non so dire bene se è mio o non è mio, e mentre stavo impensierita, il mio sovrano Gesù sorprendendomi, tutto bontà mi ha detto:

(2) “Figlia mia benedetta, tu devi sapere che il nostro Essere Divino non è altro che una sostanza tutta d’amore, sicché come conseguenza è che tutto dentro e fuori di Noi, tutto è amore, quindi il nostro respiro è amore e l’aria che respiriamo è amore; il nostro palpito è amore, e mentre palpitiamo amore, forma la circolazione di puro amore nel nostro Essere Divino, con una corsa che non si ferma mai, e questa circolazione mentre conserva la nostra Vita nel puro e perfetto equilibrio d’amore, dà amore a tutti e vorrebbe amore da tutti, e tutto ciò che non è amore non entra in Noi, né può entrare, né troverà il posto dove mettersi, la pienezza del nostro amore brucerebbe tutto ciò che non fosse puro e santo amore. Ma chi dirige questa nostra Vita tutta d’amore? La luce, la santità, la potenza, l’onniveggenza, l’immensità della nostra Volontà, che riempie Cielo e terra del nostro Essere Supremo, in modo che non c’è punto dove non si trova, ché non sa fare altro che amare e dare amore, ma non è un’amore e Volontà sterile, no, no, è fecondo e genera continuamente, è operante e dentro d’un solo respiro d’amore forma le opere più belle e meravigliose, i prodigi più inauditi, tanto che tutte le umane scienze si sentono ignorantelle innanzi alla nostra più piccola opera, e confuse si ammutoliscono. Ora ascoltami figlia buona, il grande prodigio della nostra Vita nella creatura, che nessun’altro, per amore e potenza che abbia può darsi il vanto di dire: “Io posso bilocarmi, e mentre resto quello che sono, posso formare un’altra mia vita dentro d’una persona che amo”. Sarebbe pazzia ed assurdo il dirlo, né l’angelo, né il santo, tengono questo potere, solo il tuo Dio, il tuo Gesù tiene questo potere, perché il nostro Essere è pienezza, è totalità, è tutto e riempie tutto, e nella immensità in cui si trova, che tutto involge, respira, e con un semplice respiro formiamo la nostra Vita Divina nella creatura, e la nostra Volontà la domina, l’alimenta, la fa crescere e forma il gran prodigio di racchiudere la nostra Vita Divina nella piccola cerchia dell’anima della creatura. Ecco perciò il tuo ti amo continuo è nostro, è il respiro della nostra Vita, è il nostro palpito che non sa palpitare altro che ti amo, ti amo, ti amo, questo serve al mantenimento della nostra Vita, che non sa fare altro che amare, dare amore e voler amore, quindi mentre è nostro questo ti amo, è il respiro nostro e anche tuo, che mentre ti diamo amore ci dai amore, e fusi insieme si intreccia il nostro col tuo ti amo, si incontra, s’immedesima e si sente un sol ti amo, mentre sono due, che rapendosi a vicenda formano uno solo. Ma chi sente questa Vita viva e palpitante in essa? Chi vive nella nostra Volontà, lei sente la nostra e Noi sentiamo la sua e facciamo vita insieme, tutte le altre creature la tengono soffocata e vivono come se non l’avessero, ed il mio amore dà e non riceve, e vivo in loro con un’amore dolorante e delirante, senza neppure conoscermi che sto in loro, perciò sii attenta ed il tuo ti amo sia continuo, perché non è altro che lo sbocco del mio”.

(3) Dopo di ciò stavo facendo il mio giro nella Creazione, ed in virtù della sua immensità divina, sentivo la sua vita palpitante nelle cose create, che con amore indicibile aspettava il palpito del ti amo della mia piccolezza, ond’io pensavo tra me: “Qual sarà la differenza che passa tra il modo in cui Dio sta nella Creazione, ed il modo con cui sta nell’anima della creatura? Ed il mio sempre amabile Gesù, tutto bontà ha soggiunto:

(4) “Figlia mia, c’è gran differenza nell’una e l’altra; nelle cose create la nostra Divinità sta in atto creante e conservante, né aggiunge né toglie nulla di ciò che ha fatto, perché ciascuna cosa creata possiede la pienezza del bene che racchiude, il sole possiede la pienezza della luce, il cielo la totalità dell’estensione del suo manto azzurro, il mare la pienezza delle acque, e così di seguito, possono dire: “Non abbiamo bisogno di nulla, è tale l’abbondanza che possediamo, che possiamo dare senza esaurirci, e perciò diamo gloria perfetta al nostro Creatore”. Invece nella creatura umana, il nostro atto divino è creante, conservante, operante e crescente, il nostro amore non disse basta per essa, no, ma vuole sempre dare ed operare cose nuove, e se ci corrisponde, la nostra virtù operante sta sempre in moto, ora le diamo nuovo amore, ora nuova luce, ora nuova scienza, nuova santità, nuova bellezza, la nostra virtù operatrice non cessa mai, vogliamo sempre dare, e col dare operiamo. Col creare la creatura aprivamo il commercio tra il Cielo e la terra e mettevamo in traffico il nostro modo operante, Noi a dare ed essa a ricevere, e quel ch’è più, la vogliamo insieme ad operare, non vogliamo fare da soli, se fossimo capace di dolore, ci amareggerebbe la nostra felicità se non la tenessimo insieme con Noi, e dal nostro amore ed atto operante, sorge l’atto nostro sempre crescente, sicché la creatura sta sotto la pioggia del nostro amore ed atto creante, conservante, operante e crescente”.