(1) Sono sempre in preda del Fiat Divino, il suo amore è tanto, che non mi lascia un istante senza alimentare la povera anima mia, ma per alimentarmi mi vuole con Sé in balia degli atti suoi, per preparare insieme il cibo che vuol darmi. Onde, seguendo i suoi atti mi sono fermata nell’atto quando Dio creava l’uomo, ed il mio sommo Bene Gesù, sorprendendomi mi ha detto:
(2) “Figlia mia benedetta, la nostra bontà suprema non si contentò d’amare l’uomo, di dargli tutto l’universo a sua disposizione, ma per dare sfogo al nostro intenso amore, mettevamo le nostre qualità divine per alimentare l’anima sua, sicché mettevamo la nostra potenza, sapienza, bontà, amore, santità, fortezza, come suo alimento celeste e divino. Quindi ogni qualvolta veniva da Noi, le bandivamo la nostra mensa celeste per alimentarlo e saziarlo; non vi è cosa che più si unisce, si immedesima con la creatura che il cibo, il quale giunge a formarsi sangue, calore, forza, crescenza e vita di essa, così la nostra Divinità, volendo alimentare con le nostre qualità divine, si faceva calore, forza, crescenza e vita della creatura. Ma ciò non bastò, questo alimento digerito, non solo faceva crescere la creatura tutta bella e santa con le virtù degli alimenti che prendeva, ma serviva a far crescere la Vita Divina, cui non si adatta ad alimenti umani, ma vuole i suoi stessi alimenti divini per crescere e formare la sua stessa Vita nel fondo dell’interno dell’anima. Vedi, si può dare amore più grande, unione più intima ed inseparabile, che esporre il nostro Essere Divino, le nostre qualità immense ed infinite per alimento, per farla crescere con le nostre similitudini? E poi servircene per somministrargli gli alimenti per non farci stare digiuni nell’anima sua, e così poter dire: “Dio alimenta l’anima mia, ed io col cibo che mi dà, alimento la sua vita e la faccio crescere in me”. L’amore allora à contento quando può dire: “Tu mi hai amato, ed io ti ho amato, ciò che hai tu fatto per me, io l’ho fatto per te”. E siccome sappiamo che la creatura non ci può mai arrivare, diamo del nostro, e così eguagliamo le parti e restiamo contenti e felici essa e Noi, perché il vero amore allora si sente felice e soddisfatto quando può dire: “Ciò ch’è tuo è mio”. E non ti credere che questo fu per il primo uomo, ciò che facciamo una volta continuammo sempre, tutt’ora siamo a disposizione delle creature, ogni qualvolta si unisce con la nostra Volontà, sperde la sua nella nostra, la fa dominare, sono come tante visite che viene a fare al nostro Essere Supremo, e Noi, la manderemo digiuna? Ah! no, non solo la alimentiamo, ma le diamo del nostro, affinché tenga alimenti sufficienti per crescere come il nostro Volere la vuole, ed affinché non gli manchino i mezzi necessari per far crescere sempre più la nostra Vita in essa. Molto più, che da parte nostra non gli facciamo mancare mai nulla, anzi diamo sempre in modo soprabbondante, se manca qualche cosa sarà sempre da parte della creatura, ma da Noi, giammai”.
(3) Dopo ciò, la mia povera mente continuava a sperdersi nel Voler Divino, ed il mio sempre amabile Gesù ha soggiunto:
(4) “Figlia mia benedetta, la mia Divina Volontà è depositaria di tutto ciò ch’è stato fatto da Noi, e di tutto ciò che hanno fatto le creature, neppure un pensiero, una parola, le opere più grandi come le opere più piccole, i passi, i palpiti, i respiri, le pene, tutto tiene depositato in Essa, nulla le sfugge, sicché tutto ciò che tu fai prende posto nella mia Volontà, né tu puoi nascondere nulla, perché con la sua immensità ti involge, con la sua potenza è attrice di tutto ciò che tu fai, e coi suoi diritti divini è padrona di possedere, di conoscere, e di conservare tutto l’operato delle umane generazioni, e di premiarle e di castigarle, a secondo che meritano. E’ tanta la sua bontà e potenza insieme, che come non sperde né una stella, né una stilla di luce che possiede il sole, né una goccia d’acqua del mare, così non sperde neppure un pensiero di creatura, ed anche a volerlo sperdere non lo può, la sua onniveggenza lo trova in atto nella sua Volontà. Oh! se le creature comprendessero che una Volontà Divina riceve in deposito tutto ciò che fanno e pensano, come sarebbero attente che tutto fosse santo e retto, e chiamerebbero questa Volontà Suprema come vita di tutto ciò che fanno, affinché nessun sinistro giudizio potessero ricevere gli atti loro, perché starebbero in deposito nello stesso Volere Divino come atti ed effetti suoi, cui nessuno può avere ardire di giudicarli, e sarebbero premiati come atti d’un Voler Divino operante nella creatura.
(5) Oltre di ciò, come la Divina Volontà è depositaria di tutti e di tutto, così l’umana volontà è depositaria di tutti i suoi pensieri, parole, opere e passi, eccetera, nulla perde di tutto ciò che fa, anzi formano una sol cosa con essa e resta scritto e suggellato con caratteri incancellabili ciascun pensiero, parola, pena sofferta, tutto, si può dare che la memoria non tiene conto di tutto, molte cose le ha dimenticato, ma la volontà tutto nasconde e nulla perde, sicché è la depositaria e portatrice di tutti gli atti suoi. Quindi il Voler Divino è depositario e portatrice di tutti e di tutto, l’umano volere depositario e portatore individuale di sé stesso. Qual trionfo sarà eternamente, quale onore e gloria di chi santamente ha pensato ed operato! e qual confusione di chi ha depositato nel voler umano peccati, passioni, opere indegne, e si renderà lui stesso portatore dei suoi stessi mali! E se i mali sono tanto gravi, sarà pascolo delle fiamme infernali, e se meno gravi, sarà pascolo delle fiamme purganti, che a via di fuoco e di pene purificheranno quella volontà umana insozzata, ma non potrà restituirle il bene, le opere sante che non ha fatto. Perciò sii attenta che tutto viene numerato e scritto, non perdi né tu, né Noi nulla, anche un pensiero, una parola avrà la sua vita perenne, e saranno come fidi amici ed inseparabili della creatura, quindi è necessario che ti formi gli amici santi e buoni, affinché possano darti pace, felicità e gloria perenne”.