MaM
Messaggio del 25 luglio 1993: Cari figli, vi ringrazio per le vostre preghiere e per l'amore che mi mostrate. Vi invito a decidervi a pregare per le mie intenzioni. Cari figli, offrite delle novene sacrificandovi la dove vi sentite più legati. Io desidero che la vostra vita sia legata a me; sono vostra madre e desidero, cari figlioli, che satana non vi distolga perché lui desidera portarvi sulla cattiva strada, ma non lo può se voi non glielo permettete. Per questo figlioli rinnovate la preghiera nei vostri cuori e così capirete la mia chiamata e il mio vivo desiderio di aiutarvi. Grazie per aver risposto alla mia chiamata!

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 31-25 Gennaio 22, 1933 Come Gesù non vuol fare i conti con la creatura. Il Giardiniere Celeste, la volontà umana campo di Gesù, dote e corredo che Dio da alla creatura.

(1) Stavo pensando al Voler Divino e mille pensieri si affollavano nella mia mente, e dicevo tra me: “Ma perché Gesù ama tanto di volere la mia volontà? Se ama di darmi la sua io vado di guadagno, avere una Volontà Divina in mio potere, posseggo tutto, racchiudo tutto, anche lo stesso Dio, ma voler Lui la mia, niente meno per scambio della sua, c’è più da stupire, che cosa le potrà giovare, essergli di utile una volontà così debole ed insignificante, che sa produrre più male che bene? Si vede che Gesù non se ne intende di conti né sa dare, o meglio, non vuol dare il giusto valore a quello che dà, al ricambio che riceve, purché ottiene il suo intento, non ci bada se ottiene poco o nulla al confronto del molto che ha dato, però qui si vede che l’amore suo è vero amore perch’é disinteressato”. Ma mentre la mia mente spropositava, il mio dolcissimo Gesù si faceva vedere che stava tutto attento ad ascoltare i miei spropositi, e tutto compiacendosi mi ha detto:

(2) “Figlia mia benedetta, se Io volessi fare i conti alla creatura, non avrei mai nulla da darle, perché prima, che ciò che essa mi può dare, tutto è stato dato da me, quindi dandomi non mi da altro che il mio, e perciò il mio amore mi fa mettere sempre da parte i conti; fare i conti con le creature, sarebbe inceppare il mio amore e fargli perdere la libertà di fargli dare ciò che vuol dare alla creatura, e si troverebbe a disagio. Oltre di ciò, per darti la mia Divina Volontà, è necessario che dia la tua, perché due volontà non possono regnare dentro d’un cuore, si farebbero guerra a vicenda, e la tua sarebbe d’ostacolo alla mia, e quindi non sarebbe libera di fare ciò che vuole, ed Io per rendere libera la mia, con tante insistenze ti chiedo la tua, ma ciò non è tutto ancora, tu devi sapere che la tua volontà stando in te è debole, insignificante, ma come giunge nelle mie mani creatrici e trasformatrici, cambia aspetto, Io la rendo potente, la vivifico e racchiudo in essa il valore produttore del bene, ed Io me ne servo per non stare in ozio, e facendomi celeste giardiniere, lavoro in questo campo della tua volontà e ne faccio un bel prato fiorito ed un giardino di miei delizie. Sicché ciò che nelle tue mani è insignificante e forse anche dannoso, nelle mie cambia natura e mi serve per divertirmi e tenere un po’ di terra a mia disposizione per formare le più belle fioriture. E poi per poter dare, Io voglio il piccolo, l’insignificante, anche come pretesto per poter dare il grande e così dire: “Mi ha dato ed ho dato”. E’ vero che mi ha dato il piccolo, ma quello teneva, e spogliandosi anche del piccolo per me, è il dono più grande, ed affido all’esuberanza del mio amore, affinché supplisco a ciò che manca alla creatura”.

(3) Dopo di ciò continuavo a pensare alla Divina Volontà e mentre cercavo di seguire i suoi atti, il mio amato Gesù mi ha detto:

(4) “Figlia mia benedetta, tu devi sapere che come tu cerchi di seguire gli atti della mia Divina Volontà, tu ti metti in via in Essa, ed il mio Fiat ti viene incontro per riceverti, per porgerti i suoi atti, affinché li faccia uno coi tuoi, ed Io ricevo le dolci sorprese delle tue attenzioni, l’incanto del tuo amore, ed Io non ti perdo mai di vista ed assisto alle scene più commoventi del tuo nulla nel Tutto, del piccolo tuo essere nel grande, del finito nell’Infinito, pare un alternarsi a vicenda Dio e la creatura, ed in questo alterco, l’uno si sviscera nell’altro di puro amore. Ora tu devi sapere che quando mettiamo fuori alla luce del giorno la creatura, Noi le diamo la dote, il corredo delle nostre particelle divine. La dote è la nostra Volontà, né mettiamo un limite, anzi le damo la libertà di aumentare la sue dote; ora, gli atti che fa nella nostra Volontà sono nuove proprietà che acquista, oltre a quelle che le ha dato il suo Creatore, e Noi nell’enfasi dell’amore gli diciamo: “Quanti più atti farai nel nostro Volere, tanto più campo divino ti daremo per darti il posto dove mettere i tuoi atti, così tu lavorerai nel nostro campo celeste, e Noi ti daremo quanto più campo vuoi, basta che non lo tenga vuoto, e sii attenta a metterlo in traffico, anzi avremo il gran contento di vedere le tue proprietà più estese. Noi facciamo come un padre quando dà la sua dote al figlio, questo figlio lavora, si sacrifica tanto, in modo che aumenta la sua dote, stende di più le sue proprietà, ed il padre gode più che se fossero sue le proprietà e la fortuna del figlio. Così facciamo Noi, anzi di più, quando la vediamo tutta attenzione, pronta a qualunque sacrificio, Noi non la lasciamo sola, ma lavoriamo insieme, le prestiamo tutto ciò che occorre, Volontà, Santità, atti nostri, tutto, per avere il contento di vedere posseditrice di molte proprietà la figlia nostra”.