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Messaggio del 8 marzo 1988:Figli cari! Per questo periodo quaresimale vi incito a leggere di più la Bibbia e particolarmente quei passi che parlano della passione, morte e resurrezione di Gesù.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 31-21 Dicembre 25, 1932 La nascita del Pargoletto Gesù fu universale, nacque in tutto ed in ciascuno. Come per tenerci sicuri, venne a coprirci con la veste della sua Umanità. Esempio del sole.

(1) Il mio abbandono nel Fiat continua, ed essendo oggi il giorno del Santo Natale, ho passato tutta la notte senza vedere il mio celeste bambino, e mi sentivo uno schianto nel cuore senza di Colui che forma la mia vita ed il mio tutto. Ah! vivere senza di Lui è vivere come se non si avesse vita, torturata, senza forza, senza appoggi, che forma la più terribile delle morti per la povera e piccola anima mia, e tra le ansie ed il timore, pregavo il Voler Supremo che mi svelasse Colui che mi amava e che formava il mio duro martirio. Onde in questo mentre, la mia mente è restata come rapita da una luce immensa, che riempiva Cieli e terra, ed oh! meraviglia, vedevo il piccolo bambino divino rinato in ogni cosa creata, in ogni cuore, in tutto, il piccolo pargoletto Gesù moltiplicato, bilocato, rinato nel modo infinito, in tutto ed in ciascuno, sicché tutti avevano il bene di sentirsi in loro, nato il celeste bambino. Oh! com’era bello vederlo piccino, piccino nel sole, nelle stelle, in tutti gli elementi, nelle creature tutte, che tutti inneggiavano ed avevano il grande onore, il bene immenso di essere rinato in ciascuno, e di possedere come proprio il dolce pegno del bambinello Gesù. Onde tra la meraviglia e lo stupore, vedevo che anche in me era nato Colui che con tanti sospiri ed ansie cercavo, e me lo stringevo forte forte fra le mie braccia, e Lui mi lasciava fare, anzi godeva che ciò facessi, e tutto tenerezza mi ha detto:

(2) “Figlia mia, amami, amami, sono nato per amare e per essere amato, e per farlo da Dio la mia nascita è universale, non l’avrei fatto da Dio se non fossi rinato in modo universale, in modo che tutti possono dire coi fatti: “Il celeste infante è nato per me, è mio, ed è tanto vero che già lo posseggo”. Il mio amore resterebbe inceppato se non avessi potuto rinascere in tutti, la mia potenza limitata, la mia immensità ristretta, se non fosse universale la mia rinascita, e non è meraviglia, come la mia Divinità riempiva Cieli e terra, così incorporandosi nella mia piccola Umanità, la moltiplicava e bilocava in modo da farmi rinascere in tutti ed in ciascuno. Sono i nostri modi divini ed infiniti che teniamo, che tutti devono prendere il bene che facciamo, ed essere pregni delle opere nostre. Molto più, che Io sceso dal Cielo in terra volli prendere umana carne per glorificare completamente la gloria del Padre Celeste, di supplire a tutto ciò che l’uomo non aveva fatto, ecco perciò volle rinascere la mia piccola Umanità anche nelle cose create, perché l’uomo non ci aveva dato la gloria, il contraccambio dell’amore ché avevamo creato un cielo, un sole e tante altre cose, e la mia Umanità rinascendo in esse, glorificava il mio Padre Celeste completamente di tutta l’opera della Creazione. L’uomo col respingere la mia Divina Volontà si era reso impotente a tutto, ed Io venivo per essere il suo salvatore, riparatore, glorificatore, difensore, e lo coprivo dentro la veste della mia Umanità, per tenerlo sicuro ed in ogni cosa rispondere Io per lui al mio Padre Celeste. Era tanto il mio amore, che la mia Divinità per dare uno sfogo al mio amore, mi portava a nascere in ogni cuore ed in tutte le cose, tanto vero, che i primi a riconoscermi ed a inneggiarmi furono le cose create, perché sentendo la mia nascita in loro tripudiarono di gioia e mi fecero festa, ma sai tu chi sono coloro che mi fanno festa nel nascere nei loro cuori? Coloro che posseggono la mia Divina Volontà, questi avvertono subito che Io son nato nei loro cuori, e mi fanno festa perenne, invece gli altri mi fanno piangere, mi danno dolore e col peccato mi preparano il coltello per ferirmi o per uccidermi”.

(3) Dopo ciò io sono rimasta tutta immersa nel suo amore, la scena commovente della nascita del celeste bambino così universale ed in ciascuno, mi faceva comprendere chi sa quante cose, ma credo che sia meglio passarle in silenzio, perché non sapendole dire bene potrei spropositare. Onde per fare la festa al celeste Infante mi abbandonavo tutta nella Divina Volontà, e Lui ritornando di nuovo, ma era tanto grazioso, d’un beltà sì rara, che non si trova un’altra simile, e chiudendosi nel mio cuore tutto amore, come luogo della sua nascita, e ripeteva in me i suoi pianti infantili, i gemiti amorosi, i suoi singhiozzi ripetuti. Oh! com’era commovente il vederlo ora piangere, ora singhiozzare, ora vagire, faceva il primo ingresso di rinascita in ciascuno ed in tutto, con le armi delle sue lacrime, con gli stratagemmi dei suoi singhiozzi, con le preghiere dei suoi vagiti, con ciò si faceva rapitore ed a via di rapire con la forza di un Dio che possedeva, entrava nei cuori per formare la sua rinascita novella. Oh! Cieli, inchinatevi ed insieme con me amate ed adorate il celeste infante. Ma mentre la mia mente si sperdeva in un mistero sì grande, il dolce bambinello, tra le lacrime ed i singhiozzi, misto ad un celeste atteggiamento di sorriso ha soggiunto:

(4) “Figlia benedetta, la mia nascita non solo fu universale, perché come Dio non poteva fare diversamente, mi trovai nella condizione del sole, che o vogliano, o non vogliano, tutte le cose create, la Creazione tutta e tutte le creature devono ricevere la sua luce, il suo calore; dall’alto dove discendo col mio impero di luce e con la mia supremazia che posseggo su tutti e su tutto, pare che dice il sole nel suo mutismo, ma più forte che se parlasse: “O mi ricevi con amore, o ti investo coi diritti che posseggo di darti luce, e se non mi vuoi ricevere, ti circonderò da tutti i lati, in modo che non potrai sfuggire dalla mia luce ed avrò la grande gloria che a tutti ho dato la mia luce”. Simbolo della mia nascita, il sole, che anch’esso rinasce in tutti i giorni per tutto e per ciascuno, ed Io non solo rinasco in modo universale, ma faccio mentre rinasco una invasione, non solo rinasco nel cuore, ma invado la mente coi miei pensieri, gli occhi con le mie lacrime, la voce con i miei vagiti, in modo che faccio la invasione universale di tutte le creature, la prendo da tutti i lati, affinché non mi possa sfuggire; se mi ricevono con amore, la mia vita non solo nasce in esse, ma cresce in modo sorprendente, se poi non mi ricevono con amore, rinasco in loro coi miei diritti di Dio che posseggo, ma non cresco in loro, rimango piccino e solo, e mi resto a riserbo, aspettando chi sa coi miei vagiti e lacrime si inducano ad amarmi, e se ciò non riesco, la mia vita si cambia per loro in giustizia. Ed oh! come mi strazia il mio cuoricino, vedere la mia nascita tutt’amore cambiata in giustizia per la povera creatura. Quindi, giacché son nato in te, dammi il bene di farmi crescere, così mi cambierai in gioie le mie lacrime ed i miei vagiti”.